giovedì 16 gennaio 2014

IN CALABRIA UN BAMBINO SU TRE VIVE IN CONDIZIONI DI POVERTÀ

l sensibile incremento dell'incidenza della povertà in Italia nel 2012, dopo anni di relativa stabilità, ha riguardato in misura particolare i bambini e i ragazzi. Nel 2012 su poco più di 4,8 milioni di persone in condizione di povertà assoluta, quasi 1,1 milione, erano costituiti da minori, a fronte di 723 mila minori su 3,4 milioni di poveri assoluti complessivi nel 2011

Mentre il numero complessivo di persone in povertà assoluta è aumentato del 41% rispetto al 2011, il numero di minori è aumentato in misura maggiore, ossia del 46%. Questi i dati al centro del seminario che si svolge a Milano, presso la Fondazione Cariplo sul tema "I genitori negli spazi di vita dell'infanzia". Le percentuali evidenziano come, in generale, vi sono ampie differenze tra aree e regioni del Paese: nel 2011 in Sicilia quasi 1 minore su 2 era in condizioni di povertà relativa (42,3%), in Campania, Puglia, Calabria circa 1 minore su 3, in Lombardia e Trentino Alto Adige 1 su 13 e in Veneto 1 su 18.
La differenza tra povertà relativa e assoluta è legata al fatto che la prima si calcola sul livello economico medio del contesto di appartenenza, l'altra è rapportata allo standard di vita minimo.

In presenza di figli tende ad aumentare la diffusione della povertà: nel 2012 il 18,3% delle famiglie con almeno un figlio minorenne era conteggiata tra quelle in povertà relativa (a fronte del 12,7% tra tutte le famiglie), in aumento rispetto al 15,6% del 2011. Inoltre, la diffusione della povertà relativa tende ad aumentare con il numero di figli minori presenti in famiglia: l'incidenza è pari al 15,7% tra le famiglie con 1 figlio minore, al 20,1% tra le famiglie con 2 figli minori, al 28,5% tra le famiglie con 3 o più figli minori. 

Il quadro è particolarmente negativo nel Mezzogiorno: nel 2012 un terzo (33,9%) delle famiglie meridionali con almeno un figlio minore era in condizione di povertà relativa, la percentuale sale al 40,2% tra le famiglie con 3 o più figli minori. Analoghi trend valgono per la povertà assoluta. La crisi ha colpito in misura significativa le famiglie con bambini e tra il 2007 e il 2010 la povertà tra bambini e giovani è aumentata in numerosi paesi Ocse. 

Al contrario, nello stesso periodo la popolazione anziana è rimasta relativamente protetta dagli effetti della crisi, grazie alla stabilità dei trasferimenti pensionistici. In particolare, nel corso del periodo iniziale della crisi (fino al 2010) i tassi di povertà relativa nei paesi Ocse sono mediamente aumentati tra i minori (di 0,6 punti percentuali) e mediamente diminuiti tra gli anziani (di 2,7 punti percentuali), a fronte di una generale stabilità (leggero aumento di 0,1 punti percentuali) sul complesso della popolazione. In Italia questi trend si sono manifestati in misura più accentuata: l'incidenza della povertà relativa è significativamente aumentata tra i minori (+2,2 punti percentuali) e diminuita tra gli anziani (-3,5 punti percentuali), a fronte di un aumento complessivo di un punto percentuale sul complesso della popolazione.

Giovedì 09 gennaio 2014 | Articolo pubblicato sul Quotidiano della Calabria

Per far fronte a questa situazione Libera e il Gruppo Abele hanno promosso, con un dossier, la campagna "Miseria Ladra".Una campagna nazionale contro tutte le forme di povertà: che fornisce dieci proposte concrete che da subito possono rispondere alla crisi economica e sociale, rafforzare la partecipazione e rivitalizzare la nostra democrazia. "Miseria Ladra" è cantiere aperto a tutte le associazioni del volontariato, ambientaliste, alle cooperative del sociale per "chiamare" e "convocare" alla mobilitazione su un problema che oggi tocca più tragicamente e in misura crescente alcune fasce sociali, ma domani potrebbe riguardare molti altri.


Nessun commento:

Posta un commento