martedì 14 gennaio 2014

DEBITO PUBBLICO: LA DISATROSA GESTIONE ECONOMICA LETTA-SACCOMANNI, PORTA L’AUMENTO DEL DEBITO A CRESCERE DI 63 MILIARDI IN 7 MESI,

LA DISATROSA GESTIONE ECONOMICA LETTA-SACCOMANNI, PORTA L’AUMENTO DEL DEBITO A CRESCERE DI 63 MILIARDI IN 7 MESI, CON ONERE DI 152 EURO AL MESE 1.068 EURO A RESIDENTE SULLE SPALLE DI OGNI ITALIANO GRAVA UN DEBITO PRO-CAPITE DI 35.302 EURO,BEN 95.000 A FAMIGLIA

La disastrosa gestione economica del Governo Letta Saccomanni, che a novembre è riuscita a sfondare i 2.104 miliardi il record del debito pubblico, porta un aggravio totale di 63 miliardi di euro da aprile 2013, quando il debito era di 2.041 miliardi, al ritmo di 9 miliardi di euro al mese, facendo peggio di Monti,  in carica da metà novembre 2011, che a  conclusione del suo mandato a fine aprile 2013, aveva generato  aumento di 128,904 miliardi in 17 mesi, al ritmo di 7,5 miliardi di aumento medio mensile, il peggior risultato rispetto a tutti i governi che l’hanno preceduto dal 1996. 

Monti aveva infatti incrementato il debito di 128,904 miliardi di euro, producendo un carico  per i cittadini italiani (59,6 milioni) pari a 34.250 euro ed un aumento pro-capite di  +2.163 euro.

Il governo Letta-Saccomanni, partito a fine aprile con un debito di 2.041,293 miliardi di euro, vede salire, a fine novembre  l’importo a 2.104 miliardi di euro, con un aumento in 7 mesi di 63  miliardi, e un maggior carico pro capite per i cittadini di 1.068 euro in 7 mesi al ritmo di 9 miliardi al mese, portando il debito a carico di ciascun cittadino italiano a 35.302 euro, con un onere aggiuntivo occulto oltre a tasse, tariffe, pedaggi e bollette di 152 euro al mese.

Il Governo Letta Saccomanni, invece di regalare 28 miliardi di euro alle banche tra oneri fiscali sulle perdite e rivalutazione delle quote di Bankitalia, come premio ai banchieri strozzini che revocano i fidi gettando nella disperazione imprese e famiglie per acquistare 403 miliardi di titoli di Stato, avrebbe il dovere di recidere questi rapporti incestuosi, chiedendo agli Istituti di Credito di fare il proprio mestiere di offrire liquidità al mercato, non di speculare sugli spread per pagare le laute prebende a banchieri artefici della crisi, sempre più inadeguati ed incapaci a svolgere la funzione creditizia.

Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori)


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