martedì 23 marzo 2010

Corea del Sud. UNHCR: primo caso di cittadinanza ad un rifugiato

Per la prima volta da quando nel 1992 la Corea del Sud ha aderito alla Convenzione per i Rifugiati del 1951, è stata garantita la cittadinanza sudcoreana ad un rifugiato. Il nuovo cittadino è un trentottenne etiope sfuggito alla persecuzione nel suo Paese e arrivato in Corea del Sud nel 2001.

Si tratta di un importante passo per l’Asia, dove solo pochi Paesi hanno firmato la Convenzione per i Rifugiati del 1951, e ancor meno hanno esteso il diritto alla cittadinanza ai rifugiati.

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) è grato alla Repubblica di Corea per il ruolo leader che ha assunto nel processo di integrazione locale, una delle tre soluzioni definitive a disposizione dei rifugiati, alla quale in Asia si fa ricorso molto di rado. Naturalmente la concessione della cittadinanza è la forma più completa di integrazione locale. Sarebbe molto incoraggiante se anche altri Paesi asiatici prendessero come esempio il caso della Corea del Sud.

Nel 2001 la Corea del Sud ha riconosciuto per la prima volta lo status di rifugiato a un migrante. Da quando il governo ha iniziato a ricevere domande di asilo nel 199, il Paese ha riconosciuto 175 rifugiati e ha concesso lo status umanitario ad altre 93persone che non sono stati riconosciuti come rifugiati, ma come bisognosi di protezione internazionale.

Tra il 1994 e la fine del 2009, il governo sudcoreano ha ricevuto 2.492 domande di asilo, 321 delle quali ancora pendenti.

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