venerdì 18 settembre 2009

Kabul. Testimonianza choc dell’inviata di Radio24

’’Mi hanno detto “fra poco veniamo a riprendervi”. Poi sono saltati in aria”.

La testimonianza choc di Cristina Balotelli l’inviata di Radio24-IlSole24Ore arrivata questa mattina nella capitale afgana proprio sul velivolo che accompagnava alcuni dei militari italiani poi coinvolti nell’attentato kamikaze di questa mattina a Kabul.

"Stavamo caricando i bagagli in un container, quando abbiamo sentito il rumore sordo di un’esplosione in lontananza, fuori dall’aeroporto, e abbiamo visto alzarsi una colonna di fumo verso il cieo".

Lo ha raccontato Cristina Balotelli, giornalista di Radio24-IlSole24Ore, arrivata questa mattina nella capitale afgana proprio sul velivolo che accompagnava in Afghanistan alcuni dei militari italiani poi coinvolti nell’attentato. "I militari sono saliti sui loro Lince e si sono diretti verso il quartier generale Isaf di Kabul. ’Fra poco torniamo indietro e veniamo a riprendervi’ ci hanno detto, e noi giornalisti siamo rimasti qui all’aeroporto di Kabul".

giovedì 17 settembre 2009

Kabul: morti sei parà italiani. La più grande strage dopo Nassirya

Update: La Difesa ha comunicato i nomi di cinque delle sei vittime dell’attentato. Si tratta del tenente Antonio Fortunato, originario di Lagonegro (Potenza); del primo caporal maggiore Matteo Mureddu, di Oristano; del primo caporal maggiore Davide Ricchiuto, nativo di Glarus (Svizzera); del sergente maggiore Roberto Valente, di Napoli, e del primo caporal maggiore Gian Domenico Pistonami, di Orvieto.

Una tragedia quella che ha colpito i soldati italiani in Afghanistan: sono 6 i morti tra i Parà del 186° Reggimento della Folgore di Siena oltre a 15 morti e 60 feriti afgani.

Un attentato suicida stamattina ha colpito Kabul, un kamikaze si è fatto esplodere al volante di un’autobomba e due mezzi italiani che stavano percorrendo la strada che costeggia l’aeroporto di Kabul, sono rimasti coinvolti. Sembra che un’auto carica di esplosivo sia scoppiata al passaggio del primo mezzo italiano del convoglio, uccidendo tutti e cinque gli occupanti, danneggiando gravemente anche il secondo Lince: uno dei militari a bordo è morto e altri tre sono rimasti feriti.

Matteo Mureddu, 26 anni, è il primo nome tra i militari uccisi stamattina a Kabul. Il comandante militare della Sardegna, il generale Sandro Santroni, ha informato a Solarussa, nell’oristanese, i genitori del parà.

I Talebani, scrivono le agenzie, hanno rivendicato l’attentato, sebbene il gen. Massimo Fogari a Repubblica Tv, precisa che potrebbero essere più precisamente degli Insurgens, ovvero “gruppi che contano tra le loro fila comuni criminali e terroristi che fanno capo a un’ideologia. Sarà l’inchiesta - continua il generale - a farci capire di chi si è trattato”.

La situazione in Afghanistan era molto calda già da qualche mese, in occasione, ovviamente, delle elezioni che si sono svolte a fine agosto, e non era migliorata in questi ultimi giorni quando diversi soldati avevano perso la vita.

L’attentato kamikaze di oggi è il più grave attacco subito dall’Italia dalla strage di Nassiriya del 12 novembre del 2003, quando nell’attentato alla base militare italiana morirono 19 tra militari, carabinieri e civili.

La Camera, nel frattempo, ha sospeso i lavori e il Presidente Fini, che ha annullato tutti i suoi impegni, ha detto che “i militari italiani hanno pagato un ulteriore tributo di sangue per la causa della libertà e della democrazia dei popoli”. Tantissime le reazioni dei politici e i messaggi di cordoglio alle famiglie.

La FNSI ha sospeso la manifestazione di sabato per la libertà di stampa.

Una tragedia che subito riapre le polemiche per la presenza del contingente italiano a Kabul.

Lega e IdV, infatti, parlano del bisogno di mettere a punto una exit Strategy: “’’Insistiamo, come stiamo facendo da mesi, sulla necessità che il governo avvii al piu’ presto in sede Nato e Onu un confronto con i nostri partner e che da subito si apra in Parlamento un confronto per stabilire i tempi e i modi di una exit strategy’’ dicono in una nota congiunta Antonio Di Pietro, Massimo Donadi e Felice Belisario.

E’ stato anche attivato un numero verde per i familiari delle vittime: il numero verde per ottenere informazioni è 800-228877. Lo ha reso noto lo Stato maggiore dell’esercito.

Anche AgoraVox Italia si unisce al cordoglio per i familiari.

Fonte, Francesco Raiola su www.agoravox.it

mercoledì 16 settembre 2009

Dopo 155 anni le lampade ad incandescenza vanno in pensione.

La lampada ad incandescenza fu inventata nel 1854 da Heinrich Goebel, un orologiaio tedesco emigrato in America. L’inventore non riuscì, però, a rendere pubblica la sua invenzione. Nel 1878, Thomas Alva Edison riuscì a costruirne un modello sufficientemente durevole. Joseph Wilson Swan, che nel 1860 aveva già costruito una simile lampadina, divenne partner di Edison e Poco prima della sua morte Heinrich Goebel riuscì a far valere i propri diritti d’inventore che furono poi acquistati da Edison.
Nel 1903 l'americano William David Coolidge introdusse l'uso del filamento di tungsteno, tuttora impiegato.(Wikipedia).

Dopo aver illuminato il mondo per circa 155 anni, la Comunità Europea con la Direttiva 2002/95/CE del 27 gennaio 2003 sulla restrizione dell'uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche, la manda in pensione Dal 1 settembre, infatti, le lampade da 100W, insieme con tutte le lampade a vetro colorato, bianche ecc., non possono essere più fabbricate e potranno essere vendute solo quelle già prodotte, al fine di smaltirne le scorte di magazzino. Tutte le altre lampadine saranno mandate in pensione gradualmente (75W nel 2010, 60W nel 2011, 40W e meno nel 2012), per scarsa efficienza e troppo consumo di energia elettrica. Si calcola che la messa al bando delle tradizionali lampadine, di fatto, farà risparmiare circa 40TWh l’anno entro il 2020, l’equivalente dell’utilizzo energetico di 11 milioni di abitazioni europee per lo stesso periodo, è porterà a una riduzione di emissioni di CO2 fino a 15 milioni di tonnellate l’anno. Per salvaguardare l’ambiente, l’obiettivo dell’UE è di tagliare le emissioni di gas serra del 20% entro il 2020, per un risparmio di circa 5 miliardi di euro. Il consumatore, infine, per il consumo domestico complessivo risparmierà tra i 25 e i 50 euro l’anno.

Le lampade ad incandescenza che hanno durata di circa 1 anno , verranno sostituite dalle lampade fluorescenti che hanno una durata maggiore, variabile tra i 6-15 anni e fortemente influenzata dal numero di accensione e spegnimento. Il consumo di energia di questa nuova generazione di lampade, dunque, diminuirà di circa il 65 % e 80 %, a seconda del tipo e dell’uso che il fruitore ne farà: accendere e spegnere continuamente le lampade fluorescenti potrà ridurne la durata.

Unica controindicazione:le lampade fluorescenti contengono mercurio. Al termine dell’utilizzo sono, dunque, da considerarsi rifiuti speciali pericolosi e, come prevede il (D.Legge 151del 2005), bisogna smaltirle presso apposite strutture di raccolta. Se la lampadina si rompe, inoltre, sarà bene arieggiare la stanza prima di pulirla con un panno umido, evitando sempre che i frammenti vengano a contatto con la pelle.

Articolo da me scritto su http://www.agoravox.it/

martedì 15 settembre 2009

Emergency quindicennale della nascita e le strutture ospedaliere modello


Per festeggiare il quindicennale della nascita dell’Ong, fondata da Gino Strada, dall’8 al 13 settembre, a Firenze Fiera e al Mandela Forum si sono tenuti spettacoli, dibattiti, attraverso i quali si è illustrato il lavoro dell’associazione. Nell’ occasione peacereporter, ha intervistato l’architetto e grafico milanese Raul Pantaleo, che ha messo a disposizione di Emergency la sua competenza e la sua sensibilità per progettare le strutture sanitarie dell'organizzazione umanitaria di Gino Strada, vero fiore all’occhiello dell’associazione..


La caratteristica di Emergency è quella di costruire ospedali moderni, efficienti, duraturi con uno standard sanitario e tecnologico equivalente a quello di qualsiasi ospedale occidentale. Quali sono gli ingredienti per realizzare una struttura-modello in un Paese dove è in corso un'emergenza umanitaria, dove la geografia, le condizioni sanitarie, il clima politico, le guerre rendono questo impegno una vera e propria sfida?

Perché le strutture della Ong sono diventate centri di eccellenza nei Paesi in via di sviluppo.


Se ne è discusso durante il raduno nazionale di Emergency a Firenze. La risposta a tale domanda, per quanto insolita, è che l'ingrediente principale è il rispetto. Lo dice chi ne ha costruito uno, di questi ospedali. Raul Pantaleo, architetto e grafico milanese, ha messo a disposizione dell'organizzazione di Emergency la sua competenza e la sua sensibilità per progettare il fiore all'occhiello delle strutture sanitarie dell'organizzazione umanitaria di Gino Strada: il centro di cardiochirurgia ‘Salaam' di Khartoum, in Sudan. "Vi è un pregiudizio comune sulla costruzione di ospedali in Africa, ha spiegato Pantaleo, ma io stesso ho potuto verificare come in una zona critica si possa operare con gli stessi criteri applicati a qualunque altro paese del mondo.


Nei luoghi dove Emergency opera e lavora, fa la differenza. Questo perché la discriminante di base di questa Ong è il rispetto. Accade, in questi contesti, che numerosi atti e procedure tecniche saltino, e i meccanismi vengano ‘oliati' nel modo che si conosce. Emergency non paga per avere autorizzazioni, concessioni edilizie, terreni. Accade ad altre Ong, non a noi. In Darfur, Emergency è forse l'unica organizzazione che non è dovuta incappare in balzelli di varia natura, non ha insomma (unto la ruota). Questo perché, al momento di stabilire le regole, non si sgarra".


Dal punto di vista tecnico-amministrativo, un esempio da prendere in considerazione potrebbe essere quello dell'ospedale nella Repubblica Centrafricana, dove la gara d'appalto e' stata condotta secondo le procedure comuni in ogni Paese occidentale. Sono state inizialmente selezionate sei imprese, tre europee e tre centrafricane. "In assoluta trasparenza - ribadisce sempre Pantaleo - abbiamo appaltato l'opera all'impresa centrafricana. Siamo stati sconsigliati dal console, come da altri, perché il luogo comune è il solito: siamo in Africa.


Posso dire, ora che l'opera è finita, che per sei mesi l'impresa ha lavorato in assoluta autonomia, con tecnici competenti e persone oneste. Questo perché la scrematura a monte si basava su criteri chiari. Chi si presentava sapeva le regole, conosceva le penali, e questa cosa ha costituito il filtro necessario. Il Memorandum of understanding, il protocollo d'intesa, e' una blindatura che costringe l'organizzazione e chi lavora per essa a obbedire a criteri chiari e precisi. In Africa, in definitiva, si può lavorare bene e con professionalità".


La caratteristica di Emergency è quella di entrare in un Paese e costruire ospedali di mattoni, non provvisori. Strutture che durino, che siano in grado di programmare la propria attività negli anni, anche cambiando, eventualmente, rispetto alle esigenze per cui sono stati costruiti. Nati come strutture per la chirurgia di guerra, hanno visto evoluzioni diverse a seconda della particolarità dei contesti nei quali. Quello in Cambogia, per esempio, da tempo è punto di riferimento per la traumatologia. Una delle strutture in Afghanistan, nella valle del Panshir, ormai fa poca chirurgia di guerra, a differenza di quelli di Kabul e Lashkargah. L'istanza di fondo è garantire aggiornamento e differenziazione, nonché crescita di ogni singolo ospedale in maniera diversa a seconda degli obiettivi. In Sierra Leone, per esempio, dopo la guerra l'ospedale ha privilegiato la pediatria, dopo la chirurgia d'emergenza.


I tre punti fondamentali per la costruzione di un ospedale riguardano prima di tutto la trattativa con i ministeri competenti, poi la registrazione della Ong presso le autorità del Paese, che stabilisce l'oggetto dell'attività della stessa Ong, in questo caso l'assistenza alle vittime di guerra.


Infine si passa alla stesura del Memorandum of understanding che contiene le reciproche obbligazioni. Fondamentale in quest'ultimo punto è l'assoluta autonomia gestionale: tutto ciò che accade all'interno dell'ospedale viene deciso da Emergency. Poi si passa all'importazione dei beni per la costruzione e il funzionamento della struttura. Infine, vengono definiti i criteri di ammissione che definiscono i beneficiari, ovvero coloro che vi entreranno.


Dal punto di vista tecnologico, la scelta viene influenzata da diversi fattori, primo fra tutti la dimensione del bisogno: quanta gente verra' curata, con quale frequenza, e via dicendo. Tutto questo - ha spiegato Antonio Molinari della direzione tecnica di Emergency - influenza il tipo di materiale, di equipaggiamento. Altro elemento fondamentale e' il contesto, la posizione geografica, l'eventuale difficoltà di approvvigionamento, la disponibilità, spesso nulla, di ricambi tecnici. Per questo Emergency ha una rete di supporto tecnico. Quando c'e un problema, il tecnico locale viene messo in contattato con una rete di tecnici. Siamo fortunati, perché in questo caso anche le aziende che solitamente sono restie a dare informazioni tecniche, per noi le mettono liberamente a disposizione, spesso a qualsiasi ora del giorno e in qualsiasi periodo dell'anno. Alcune volte ci sono condizioni estreme, e allora si scelgono apparecchiature semplici, robuste, con la minore necessità di manutenzione possibile. In conclusione, se venisse mostrata a qualsiasi medico italiano la foto della sala operatoria dell'ospedale di Lashkargah, chiedendogli dove si trova tale ospedale, potrebbe rispondere Milano, Parigi, forse Londra. Proprio perché il nostro obiettivo è l'eccellenza, anche in Paesi dove uno non se l'aspetterebbe".

Report Emergency dal 1994 al 2008

Fonte http://it.peacereporter.net/

lunedì 14 settembre 2009

PeaceReporter - I volontari, quelli che la pace la costruiscono

PeaceReporter - I volontari, quelli che la pace la costruiscono

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ONU: 2009 anno del gorilla

L’estinzione del Gorilla, purtroppo, è una realtà. Per questo motivo l’agenzia per l'Ambiente (Unep) dell’ONU ha dichiarato il 2009 l’anno del gorilla. Con la collaborazione della Convenzione sulle specie migratrici (Cms), lAgenzia delle nazioni unite aveva elaborato una serie di progetti, veramente ambiziosi che si possono vedere in questo link.

Le dichiarazioni fatte, all’inizio dell’anno, dal segretario del Cms erano veramente ottimistiche tanto da preventivare la raccolta di “almeno mezzo milione di euro entro l'anno”. Con l’entusiasmo che contraddistingue una persona che crede in un progetto, il segretario aveva sostenuto che la tutela delle aree dove vivono questi animali, così prossimi all’uomo, sarebbe potuta diventare anche uno strumento nella lotta ai cambiamenti climatici.

Queste erano le aspettative, ambiziose, che si era prefissa l’agenzia per l’ambiente (Unep) delle Nazioni Unite. Nel dichiarare il 2009 anno del gorilla, si auspicava che i media avrebbero dedicato attenzione al problema dell’estinzione dei cugini dell’uomo, realizzando trasmissioni e servizi che sensibilizzassero l’opinione pubblica e i Governi del mondo.Il 2009 sta volgendo alla fine e possiamo constatare, solo, che i media hanno, di fatto, ignorato il problema.

Nel bel paese, le trasmissioni televisive trasmettono programmi poco educativi come il “grande fratello, x factor, l’isola dei famosi e tante altre che non aiutano, per nulla, a sensibilizzare i giovani e, neppure, ne incentivano le conoscenze e la cultura. In un panorama caratterizzato dalla cosiddetta tv spazzatura, l’unica trasmissione che si è ritagliata uno spazio per fare della cultura è alle falde del Kilimangiaro, in onda su da Rai tre e condotta Licia Colò. Le reti televisive commerciali e la Rai, salvo alcune eccezioni, non sembrano minimamente interessate al rispetto della natura o all’estinzione del Gorilla.

Bisogna constatare, ad onor del vero, che anche la gran parte dei fruitori della tv non sembrano interessati alla natura o alla sorte dei gorilla. Speriamo che una trasmissione come quella della colò non venga oscurata perché troppo attenta alla sensibilizzazione degli italiani rispetto alle tematiche ambientali!.

L’unica strada che rimane all’italiano per informarsi, sia dell’estinzione del Gorilla sia per altre informazioni che vadano oltre i soliti allarmismi, è la rete di internet, attraverso la quale si possono conoscere anche i progetti dell’ONU (Unep) e del Cms.

domenica 13 settembre 2009

Sanatoria per collaboratrice familiare, Badante e baby-sitter. Istruzioni per l’uso.

Il Decreto Legge anti-crisi 78/09 pubblicato sulla G.U. n. 179 del 4/08/09, permettere l’emersione dal lavoro nero di tutti i lavoratori domestici extracomunitari, comunitari e italiani impiegati presso le famiglie in modo irregolare.
Dalla data di entrata in vigore della disposizione e fino alla conclusione del procedimento, sono sospesi nei confronti dei datori di lavoro e dei lavoratori i procedimenti penali ed amministrativi.
Il lavoratore nelle more del procedimento di emersione non può essere espulso.
l’emersione deve essere effettuata dai datori di lavoro italiani, comunitari ed extracomunitari in possesso del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo;
Per chiunque si renda responsabile di false attestazioni, per regolarizzare chi non abbia i requisiti, è previste pesanti sanzioni.
Ecco alcuni indirizzi web utili per passare ad un rapporto di lavoro cristallino,

Nel bel Paese, lo sport preferito e più praticato dei politici, sono le sanatorie, non passa legislatura senza sanatorie. I politici fanno passare queste sanatorie con la complicità dei media e supportati dalle statistiche, come se gli italiani fossero tutti disonesti. Nell’Italia della politica dei gossip degli scandali e dei proclami, il legislatore impegnato per faccende personali o clientelari, non riesce a promulgare una legge comprensibile per fare gli interessi imparziali della collettività e come al solito a rimetterci sono gli italiani del “ceto medio” se esistono ancora, che si trovano coinvolti nel ciclone di una burocrazia approssimativa, esigente, arrogante e impreparata. Infatti, entrare in un ufficio pubblico per chiedere informazioni per risolvere un problema è sempre più complicato, gli impiegati che si trovano a dare spiegazioni al problema, devono far ricorso alle circolari emanate dai vari Dicasteri incomprensibili, che alla fine riconducono a un Reggio Decreto. Per fortuna questo governo ha istituito il Ministero delle Semplificazioni retto dal Partito dei perfetti, la Lega Nord, questo dicastero anziché semplificare la vita dell’ignaro contribuente, glie la complica sempre di più. Loro i Leghisti devono pensare alla bandiera delle Regioni, alle lingue locali, in poche parole a disunire l’Italia e della semplificazione per gli italiani uniti, proprio non si intersanno.
Ma torniamo alla sanatoria che i reporter di agoravox hanno ampiamente illustrato e giustamente criticato e le critiche sono condivise pienamente.
Ma dal momento che è legge ci dobbiamo adeguare per non incorrere a sanzioni amministrative salatissime e addirittura penali in caso la persona che accudisce l’anziano è extracomunitario, questo reato secondo i politici della sicurezza “insicurezza” è gravissimo.
Le persone da regolarizzare sono circa 300.000 di questi 170.000 sono extracomunitari.
Il tempo che si ha a disposizione va dal 1 al 30 settembre p.v., il costo della sanatoria, si aggira sulle 500euro “soldi di cui l’erario non può fare a meno, siamo in crisi”.
Chi può sanare il contenzioso tutte le famiglie che hanno un reddito di 20.000 e 25.000 euro in famiglie di più redditi, possono così assumere la persona per assistere l’anziano, accudire la casa o accudire i bambini.
Quanto costa mettere in regola una collaboratrice.
Lo stipendio mensile di una colf convivente 54 ore settimanali è di circa 1.166 euro.
La badante convivente 54 ore settimanali è di circa 1.359 euro.
La bambinaia non convivente che lavora 40 ore settimanali percepisce uno stipendio di circa 1.354 euro.
Per saperne di più
Si posso chiedere informazioni ai seguenti indirizzi: http://www.interno.it/
http://www.lavoro.gov.it/, http://www.inps.it/

o le associazioni di categoria che preparano il conteggio dei contributi e Tfr, questi a pagamento, http://www.adld.it/ http://www.assindatcolf.it/
(numero verde 800.162.261),

stesso articolo da me scritto è visibile su http://www.agoravox.it/Sanatoria-per-collaboratrice.html

sabato 12 settembre 2009

140 milioni di donne nel mondo sono vittime di violenza

Mara Rosaria Carfagna, Ministro per le Pari Opportunità, nel documento di apertura della conferenza internazionale sulla violenza contro le donne, tenutosi a Roma il 9 e 10 settembre u.s., ha illustrato i dati, drammatici, della violenza contro le donne. La ministra ha concluso il suo intervento, elencando, con un certo orgoglio, tutte le qualità della Donna, che la rendono diversa dall’uomo: speriamo che il Ministro della Repubblica, insieme alle altre donne del parlamento di qualsiasi schieramento politico, riesca, almeno, a debellare il maschilismo ancora imperante, purtroppo, all’interno del Parlamento.

Oggi la donna, in ogni parte del mondo, è la creatura che subisce più violenze, soprusi e umiliazioni. Nonostante nei paesi “Ricchi e civili” la donna abbia raggiunto la parità e l’uguaglianza, continua ancora ad essere umiliata e trattata come oggetto del desiderio.
Nel mondo sono più di 140milioni le donne vittime di ogni sorta di violenza e questo numero, purtroppo, è sempre in crescita. Anche in Europa, nonostante l’emancipazione femminile, il numero delle donne vittime di violenza non accenna a diminuire.

La violenza contro le donne è un problema che riguarda, nella stessa misura, tutte le donne, di ogni parte del mondo, senza alcuna differenza tra paesi ricchi, emancipati, e paesi poveri. Non solo. I dati riportano che le violenze si consumano, nella stragrande maggioranza dei casi, nel posto che dovrebbe essere considerato più sicuro: le mura domestiche. Ogni anno, nell’omertà e indifferenza totale di parenti o vicini di casa, 50mila donne vengono uccise o, per la disperazione, si suicidano, a causa delle violenze sessuali, delle molestie, delle violenze psicologiche, degli stupri esercitate da parte dei mariti o parenti. La nuova violenza si chiama stalking.

Le donne sono vittime dei crimini più abietti come: la riduzione in schiavitù e l’avviamento alla prostituzione; le mutilazioni genitali femminili; i matrimoni forzati di spose bambine (oltre 60 milioni nel mondo, tra gli 8 e i 14 anni); l’impiego delle bambine soldato.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, almeno una donna su 5 nel mondo è stata vittima di abusi fisici nel corso della sua vita.

L’intervento d’apertura della conferenza del Presidente della Repubblica è nel segno dell’era dei diritti e la riaffermazione che "la violenza nei confronti delle donne e delle bambine rappresenta un’inaccettabile forma di violazione e privazione dei diritti umani", si è riferito alle violenze contro le donne come fatti raccapriccianti, spesso dovuti all'”ignoranza e dalla perdita di quei valori ideali e morali sui quali invece si fonda la Costituzione italiana”. Il Capo dello stato ha ricordato come, nonostante ci siano sistemi giuridici altamente sensibili ai diritti fondamentali delle donne, nel nostro paese “continuano, in particolare negli ultimi tempi, a verificarsi casi di violenza di gruppo contro le donne di ogni etnia, giovanissime e meno giovani” ha proseguito il Presidente, “Qualunque parte del mondo e qualunque paese rappresentiamo in questa sala, dobbiamo sentirci egualmente responsabili dell'incompiutezza dei progressi faticosamente realizzati per l'affermazione della libertà, della dignità, e della parità di diritti delle donne. E dobbiamo sentirci egualmente impegnati a perseguire conquiste più comprensive, garantite e generalizzate”. Video Intervento del Presidente Napolitano.

Al termine dei lavori della Conferenza Internazionale sulla Violenza contro le Donne. La Presidenza Italiana del G8 ha presentato il Documento conclusivo.

La speranza delle persone sensibili può essere: mai più violenza sulle Donne
Dino Brancia

venerdì 11 settembre 2009

Cassazione. Multe nulle se il civico di casa è sbagliato

Un automobilista vessato si era visto recapitare una cartella esattoriale da 331 euro in seguito a tre sanzioni di cui non era mai stato informato. Il giudice di pace di Roma, nell’aprile 2005, lo aveva condannato a pagare le tre multe in quanto il Comune, nonostante l'assenza del destinatario a casa, aveva provveduto a dare comunicazione delle multe in deposito con raccomandata con avviso di ritorno. Secondo il giudice di pace, dunque, ''la compiuta giacenza si riferiva proprio alle raccomandate con ricevuta di ritorno”.
Il Comune di Roma è stato condannato a pagare 400 euro di spese processuali.

Questo tormento, per un ignaro automobilista romano, era iniziato nell’aprile 2005 quando si vide recapitare una cartella esattoriale da 331euro. Anche il Giudice di Pace, dopo il ricorso, lo aveva condannato al pagamento di detta somma ma, stanco delle vessazioni costretto a patire, come tanti altri automobilisti, si è rivolto alla Cassazione e dopo 4 anni, ha finalmente avuto giustizia. Infatti, con la sentenza numero 19323/2009, la Seconda Sezione Civile della Cassazione ha stabilito che sono da considerarsi nulle le multe notificate se recano un numero civico di casa sbagliato o se l’ufficiale giudiziario, al momento della notifica, dimentica di affiggere alla porta dell'abitazione del destinatario l'avviso con cui si dà comunicazione della sanzione amministrativa, quando lo stesso destinatario sia assente. Con questa sentenza la Cassazione ha dato ragione ad un automobilista della capitale che si era visto recapitare a casa una cartella esattoriale con la quale il Comune di Roma gli intimava il pagamento di 331 euro, in seguito a tre sanzioni amministrative di cui non era mai stato portato a conoscenza.


la Corte ha accertato che le raccomandate ''non erano state recapitate ma erano state restituite al mittente per compiuta giacenza”. In una delle notifiche però “risultava errato il civico presso il quale risultava essere stata fatta la ricerca da parte dell'ufficiale notificante''.
In primo grado il Giudice di Pace aveva ritenuto che l'automobilista dovesse comunque pagare quelle multe. Avverso questa decisione del Giudice di pace, il tartassato automobilista è ricorso in Cassazione, dove ha fatto valere i suoi diritti dimostrando la presenza di diversi errori di notifica e, tra questi, l'errata indicazione del numero civico.
Dino Brancia


I giudici concludono, ''il mancato deposito degli avvisi di ricevimento della notifica'' vuoi perché l'ufficiale giudiziario ha sbagliato il civico dell'abitazione o perché ha dimenticato di affiggere alla porta l'avviso, ''se non giustificato, non può che determinare l'assoluta incertezza in ordine alla corretta conclusione del procedimento notificatorio''. Di conseguenza, ''in assenza di notifica valida, l'obbligo di pagare la somma dovuta si estingue''.
Ora sarà il Comune di Roma a dover pagare 400 euro di spese processuali.

La Donna: speranza per il cambiamento di un mondo migliore

Per cambiare rotta al mondo che va sempre più alla deriva, ci resta solo una speranza: portare le donne nelle stanze dei bottoni. Il colore politico non interessa perché le donne di destra, sinistra e di centro, insieme, riescono a trovare la sintesi per riportare sulla giusta rotta il mondo.
La Donna si distingue dall’uomo per il carisma, la determinazione, il coraggio, la freddezza la forza, la dolcezza e la sensibilità.
Nei pochi incarichi di responsabilità che ha in questa società, la donna si sa distinguere sempre dall’uomo anche se per lei tutto rappresenta una continua sfida per uscire dal ghetto. Lì, dove l’uomo, per paura di confrontarsi, ha cercato di rilegarla. E’ il momento di prendere atto che la donna, anche se tenuta ai margini dal mondo maschilista, è ed è stata sempre la burattinaia e mai la burattina nella vita quotidiana. Per troppo tempo ci siamo illusi di essere cacciatori. Dobbiamo arrenderci alla realtà: noi maschi siamo stati sempre prede e mai cacciatori. La nostra faccia tosta ci ha permesso di fare sempre il primo passo ma anche questo sta cambiando: le nuove generazioni di donne sono aggressive e non si fanno problemi di fare il primo passo verso l’uomo che gli interessa e questo crea tanti problemi esistenziali all’uomo che cerca di rifuggiarsi nel vittimismo.
In una famiglia la persona equilibrata, colei che lavora, accudisce i figli, il marito e la casa è sempre la donna, ma, spesso, professionalmente non riesce a realizzarsi perché non trova spazio, tanto che nelle grandi aziende la quota rosa è molto bassa. Anche nella politica, maschilista, ci si preoccupa di stabilire le quote rosa, questo non perché le donne non sono all’altezza ma perché la paura e il dominio del territorio politico, da parte degli uomini, fa si che questo rimanga prerogativa maschile e maschilista.. Il gentil sesso ci ha dimostrato che se riesce ad arrivare nelle stanze che contano, riesce a cambiare anche il modo di fare politica: laddove l’uomo non riesce a dialogare ed usa solo la forza per far valere le sue decisioni, la donna sa dialogare pur essendo ferma e determinata.
Non è un caso se oggi si utilizza l’espressione “lady di ferro” come appellativo per indicare ogni donna che riesca ad arrivare ad un incarico politico o economico di altissimo livello.
Margaret Thatcher, dal 1979 al 1990, è stata Primo ministro del Regno Unito, i governi successivi, sia conservatori che laburisti, hanno mantenuto gran parte delle sue riforme.
Nilde Iotti, è stata ininterrottamente presidente della Camera dei Deputati dal 1979 al 1992. Con 13 anni di leadership è stata la presidenza della Camera che è durata più a lungo nella storia d'Italia.
Nel 1987 Nilde Iotti ottiene un incarico di governo con mandato esplorativo da parte del Presidente della Repubblica Cossiga che si conclude senza esiti; è la prima donna e la prima esponente comunista ad arrivare così vicina alla Presidenza del Consiglio. Nel 1992 fu inoltre la candidata di sinistra alla Presidenza della Repubblica.
Ellen Johnson Sirleaf, è entrata nella storia di un intero continente, nella più antica nazione africana, indipendente dal 26 luglio 1847, per la prima volta una donna sarà presidente.
Irene Pivetti Presidente, della Camera dei Deputati: a 31 anni è la più giovane presidente della Camera della storia italiana.
Emma Bonino, Vicepresidente del Senato della Repubblica dal 6 maggio 2008. È una delle figure più influenti del radicalismo liberale italiano dell'età repubblicana. È stata ministro per il Commercio Internazionale e per le Politiche Europee nel governo Prodi II, mentre in passato è stata Commissario Europeo dal 1995 al 1999, ed eurodeputata a Strasburgo. È stata inoltre membro del comitato esecutivo dell'International Crisis Group (Icg) (organizzazione per la prevenzione dei conflitti nel mondo), Professore Emerito all'Università Americana del Cairo, nonché segretaria del Partito Radicale.
Angela Merkel, è la prima donna a ricoprire la carica di Cancelliere della Germania. È considerata dal Forbes Magazine la "donna più potente al mondo"; nel 2007 è divenuta la seconda donna a presiedere il G8, dopo Margaret Thatcher.
Meira Kumar, è stata eletta presidente della Camera bassa indiana è la prima donna a ricoprire questa posizione nella storia indiana.

Debora Serracchiani, La “Ragazza” eletta Europarlamentare nelle file del PD, che non si lascia intimidire e viene messa all’ angolo dai vertici del partito.
Sant’Agata Bolognese, Città delle donne, 7mila abitanti, governati da donne.
Lubna Ahmed Al-Hussein, la giornalista, che in Sudan è stata fustigata per aver indossato i pantaloni.
Amal Soliman, donna egiziana di 32 anni, sposata e madre di tre figli, potrebbe entrare nella storia del suo Paese. Potrebbe, infatti, essere la prima donna a diventare mazouna, il funzionario amministrativo che celebra i matrimoni e sancisce i divorzi.
Rebiya Kadeer, Divenne membro della Consulta Politica della Repubblica Popolare Cinese, ma fu esclusa della rielezione nel 1998 per non aver condannato le affermazioni del marito esule negli USA, è stata eletta presidente del Congresso Mondiale Uiguro, è la donna che sfida la Cina.
Anna Politkovskaja, giornalista viene ritrovata morta il 7 ottobre 2006, la polizia russa sequestra il computer della Politkovskaja e tutto il materiale dell'inchiesta che la giornalista stava compiendo
Natalia Estemirova, era una nota esponente del gruppo Memorial. E’ stata sequestrata e uccisa.
Neda Agha-Soltani, la ragazza iraniana simbolo della protesta in Iran del 20 giugno 2009, uccisa dalla polizia di Teheran.
Madre Teresa di Calcutta, fondatrice della congregazione religiosa delle Missionarie della Carità.
A queste Donne che nella vita contano e hanno contato e sono state anche uccise per il coraggio e la determinazione, aggiungiamo le donne coraggio che si sono ribellate alla mafia, alla camorra e tutte quelle donne che si occupano di volontariato e aiutano il prossimo.
Per sperare che questo accada nel mondo ed in modo particolare in Italia, bisogna abolire le quote rosa, che è un senso di discriminazione per la donna, bisogna prendere esempio dalla Svezia che ha il Parlamento più rosa d’Europa con il 47%, o la Filandina con il 41, 5%, l’Italia il massimo raggiunto dalle donne è una parlamentare su cinque nell’ultima legislatura.
Articolo da me scritto su http://www.agoravox.it/

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