martedì 18 febbraio 2014

FINANCIAL TIMES: A RENZI NON BASTERANNO LE RIFORME PER RESUSCITARE L’ITALIA

Anche il Financial Times, con W. Münchau, dice in chiaro che il problema principale dell’Italia è proprio l’euro. Le tanto invocate riforme strutturali potranno ben poco senza i necessari cambiamenti nella governance della moneta unica – cambiamenti che Renzi non può controllare e che appaiono politicamente improponibili.


Come riporta il FT, Matteo Renzi sta per realizzare la sua grande ambizione. Ma il difficile viene proprio ora. Ecco come viene descritta la situazione che troverà:

"Il nuovo Primo Ministro Italiano avrà il compito più difficile di tutta l’Europa. Una volta confermato, governerà un paese con tre fondamentali problemi economici: un debito molto grande; nessuna crescita; e l’appartenenza a un'unione monetaria disfunzionale.

La situazione è economicamente insostenibile. A meno che l'Italia non ritorni a crescere, il suo debito diventerà sempre più paralizzante, rendendo in definitiva impossibile la sua posizione nell'eurozona. Il lavoro del premier è difficile, ma può essere descritto semplicemente: cambiare una o più di quelle tre variabili – senza lasciarsi alle spalle un disastro."

Münchau giudica che l'atteggiamento del predecessore Letta fosse davvero troppo attendista, ma ora la domanda da porsi è: Renzi ha una comprensione sufficientemente chiara di ciò che deve essere fatto, e  dispone di una maggioranza parlamentare abbastanza grande da sostenerlo attraverso la palude delle riforme? 

"La risposta standard su ciò che l'Italia ha bisogno di fare prevede una qualche combinazione di riforme economiche e consolidamento fiscale.

E la risposta non è completamente sbagliata. In Italia c’è un gran bisogno di riforme strutturali, ma dubito che esse sarebbero sufficienti. Per rendersene conto, giova ricordare quanto deludente sia l’andamento economico dell'Italia. Secondo i miei calcoli, il Prodotto Interno Lordo dell'Italia è ora del 15% sotto il trend che l'economia aveva durante gli anni novanta. Non è la crisi finanziaria che ha fatto danni in Italia. È l'euro stesso.

Se si perde il 15 per cento di qualcosa, bisogna crescere di circa il 18 per cento per ritornare al punto di partenza. E' un po' come prendere un treno in corsa. Questo numero è una misura approssimativa della dimensione del compito del signor Renzi. 

Non voglio dire che il PIL dovrebbe aumentare di quell'ammontare nei prossimi quattro anni. Questo è impossibile. Ma bisognerebbe riportare il Paese su una traiettoria che alla fine chiuderà il gap - o almeno la maggior parte. Eppure, anche questa è un'ardua impresa. Si tratta di un aggiustamento più grande di quello messo in atto dalla Germania, o di quello che sta iniziando la Francia proprio ora.

Quanto possono incidere le riforme strutturali? Un ottimista citerebbe studi come quelli di Lusine Lusinyan e Dirk Muir del Fondo Monetario Internazionale. Immaginiamo un universo parallelo in cui l’Italia implementi una vasta gamma di riforme strutturali e del mercato del lavoro in questo preciso istante. Secondo gli autori, questo alla fine aumenterebbe il PIL del 13 per cento rispetto a quello che sarebbe stato in assenza di riforme. È interessante, e contrario alla percezione comune, constatare che le riforme del mercato del lavoro contano meno delle misure sul mercato dei prodotti, come la liberalizzazione dei servizi. Se si aggiungono le riforme fiscali, l'impatto potrebbe arrivare fino al 20 per cento. Missione compiuta.

Ma dubito che questi numeri siano realizzabili. Per cominciare, le riforme non vengono mai totalmente implementate – certamente non da un governo di coalizione italiano. Anche in Germania 10 anni fa le riforme non sono state attuate nel modo in cui erano state proposte.

Inoltre, le previsioni a lungo termine sono sempre ipotetiche. Non sappiamo se l'economia si comporterà allo stesso modo che nel passato, ora che i tassi di interesse sono prossimi allo zero e il settore bancario è disfunzionale. Correlazioni consolidate tra le variabili economiche potrebbero cominciare a non essere più valide.

Le riforme, per quanto possano essere necessarie, non possono fare tutto il duro lavoro da sole. Per mantenere l'Italia nell’eurozona, il signor Renzi dovrà anche ottenere aiuto dalla Banca Centrale Europea. E questo significa che avrà bisogno di incidere sul dibattito macroeconomico all'interno dell'UE.

Devono verificarsi quattro fatti, e non tutti sono sotto il controllo di Renzi.

In primo luogo, l'inflazione dell'Eurozona non deve più rimanere costantemente al di sotto del valore obiettivo, come è stata negli ultimi tempi. In secondo luogo, l'Italia ha bisogno di tassi d'interesse più bassi, il che richiederebbe ulteriori misure non convenzionali. Terzo, le banche traballanti devono essere ristrutturate e quelle che vanno a pezzi devono essere chiuse, e va istituita una "bad bank". Quarto, le massicce eccedenze commerciali in Germania e Olanda dovranno scendere. Questi surplus stanno rendendo estremamente difficile e doloroso il riaggiustamento per la periferia dell’eurozona. Mr. Renzi dovrebbe incanalare meglio il suo spirito ribelle e rivolgerlo verso i suoi vicini del Nord."

Per Munchau, di fatto, tutte queste circostanze non dipendono da Renzi, se non in minima parte, anzi la fattibilità politica di molte tra queste è praticamente nulla. Basti pensare all'atteggiamento tedesco nei confronti delle misure per alzare l'inflazione, o alla probabilità che i paesi "core" rinuncino alle loro eccedenze commerciali conquistate a caro prezzo. La conclusione, dunque, è che Renzi per avere successo avrebbe bisogno di una grande dose di fortuna:


"Perché l'economia italiana torni su un percorso sostenibile nell'eurozona, Mr. Renzi dovrà mettere ordine nelle banche e affrontare i suoi partner europei. I suoi predecessori potrebbero aver atteso troppo. Il compito potrebbe ora essere semplicemente impossibile. Per avere successo, Mr. Renzi avrà bisogno di abilità, lucidità, determinazione e, soprattutto, di un sacco di fortuna.

SISTEMA SEPA: CAOS, DISFUNZIONI, DISAGI PER I CORRENTISTI, AI QUALI VENGONO ADDOSSATI NUOVE ED AGGIUNTIVE COMMISSIONI DI 1 EURO

SISTEMA SEPA: CAOS, DISFUNZIONI, DISAGI PER I CORRENTISTI, AI QUALI VENGONO ADDOSSATI NUOVE ED AGGIUNTIVE COMMISSIONI DI 1 EURO, MENTRE CONTIGUA BANKITALIA FA DA PALO ENNESIMO FURTO.  ADUSBEF E FEDERCONSUMATORI AUSPICANDO RAPIDE SOLUZIONI,CHIEDONO PORTABILITA’ CONTI CORRENTI

Il nuovo sistema di pagamento Sepa (Single Euro Payments Area), entrato in vigore dal 1 febbraio 2013 spacciato per rendere più veloci e sicuri gli accrediti in banca o alla posta, in sostituzione dei vecchi Rid e dei superati bonifici vetusti, contrabbandato per abbattere gli elevatissimi costi di gestione di un conto corrente, pari a 348 euro in Italia contro 114 della media europea, ridurre gli sprechi e tagliare i costi generati dai diversi sistemi europei di pagamento, sta generando caos,  bollette domiciliate addebitate più volte oppure  impagate, disagi e rischi di taglio della fornitura per servizi essenziali come gas ed elettricità.

Con l’aggravante che alcune banche, (Credito Valtellinese,ecc), certe della contigua Bankitalia che fa da palo agli usuali scippi seriali con destrezza decisi a tavolino maggiorando massivamente costi e commissioni imposti alla clientela, approfittano di questa ‘opportunità’ per introdurre nuovi balzelli di 1 euro sull’addebito Sepa in sostituzione del vecchio Rid, che potrebbe comportare costi aggiuntivi di 40-50 euro l’anno. Il sistema Sepa (Bonifico Sepa e Addebito diretto Sepa), in vigore dal 1 febbraio 2014, doveva allineare i costi dei bonifici esteri a quelli nazionali, tagliare i costi addizionali per i sistemi di pagamento nei 33 paesi aderenti (spesso l’utente che riceveva il bonifico estero si trovava decurtato l’importo con una commissione di 10-15 euro o più dalla banca ricevente); garantire un solo giorno per effettuare o ricevere un pagamento;  abbassare i costi allineandoli agli standard europei.

Adusbef e Federconsumatori, auspicando rapide soluzioni ad un caos generato dalle forzature della Bce, che ha obbligato l’entrata in vigore di sistemi elettronici impreparati a recepire le novità, come dimostra la deroga al 1 agosto 2014 offerta alle imprese italiane per adeguarsi alla nuova fatturazione elettronica  Sepa, chiedono che l’introduzione forzata del nuovo meccanismo europeo di pagamento Sepa Direct Debit, che ha sostituito il Rid, l’antico sistema per l’addebito delle bollette in conto corrente, non venga addossato alle famiglie (specie agli anziani, che si potrebbero trovare con le forniture staccate di luce e gas),  a causa dei “soliti problemi meramente tecnici”, che coinvolgono quasi tutti gli istituti di credito e le Poste, che ha perfino scritto una lettera ai suoi correntisti invitandoli a tenere d’occhio il conto per eventuali addebiti multipli ed esercitare la facoltà di rimborso “entro otto settimane successive alla data di scadenza per le fatture emesse”.

Adusbef e Federconsumatori, chiedono inoltre al Governo (che si dovrà formare nei prossimi giorni) di solito molto distratto quando occorre applicare norme favorevoli a diritti ed interessi di consumatori ed utenti dei servizi bancari, di emanare i famigerati decreti attuativi previsti dalla Legge di Stabilità riguardanti la portabilità gratuita dei conti correnti bancari da una banca all’altra, che va garantita nel periodo massimo di 14 giorni lavorativi.

Secondo tale normativa, finalmente approvata dal parlamento nella legge di stabilità per combattere un consolidato cartello e far avviare la concorrenza, le banche sono obbligate a sottoscrivere un protocollo interbancario che stabilisce il diritto, per un cliente che vuole cambiare banca passando ad un nuovo Istituto di credito, di sottoscrivere un modulo di trasferimento conservando lo stesso conto ed analoghe domiciliazioni per i pagamenti, senza occuparsi personalmente della portabilità (come avviene per la portabilità telefonica). Auspichiamo una inversione di tendenza che ponga al centro i vessati utenti dei servizi bancari e le tartassate famiglie.

Elio Lannutti (Adusbef)  - Rosario Trefiletti (Federconsumatori) 

Fonte:http://www.adusbef.it

IL PARAPENDIO VOLA IN MASCHERA A LETOJANNI (MESSINA)

Nella splendida cornice dell'Etna, uno dei vulcani più attivi del mondo alto 3500 metri, con ai suoi piedi un fantastico mare azzurro e l'immagine della bellissima Taormina, in un clima da fare invidia al resto d'Italia, maschere
e carri pittureranno il cielo in un contesto tra tradizione e folclore, granite e paste di mandorla.

Si tratta del Carnival Fly 2014 che si terrà a Letojanni (Messina) nei primi due giorni di marzo. La manifestazione fu ideata a suo tempo dall'indimenticabile Angelo d'Arrigo, il pilota siciliano pietra miliare del volo in deltaplano che volò sopra l'Everest e l'Aconcagua, la vetta più alta del Sud America, che da ornitologo insegnò agli uccelli migratori le rotte che a causa dell'uomo avevano dimenticato e che fu protagonista di altre mille imprese.

Oggi sono gli allievi di D'Arrigo, ormai esperti piloti di volo libero, ad organizzare la due giorni di festa in coincidenza con il periodo di Carnevale.

Protagonisti assoluti saranno i parapendio ed i deltaplani, mezzi semplici,
entusiasmanti, ecologici, che si reggono in volo senza motore sfruttando le
masse d'aria ascensionali create dall'azione del sole sul suolo. Poi ci saranno i piloti in maschera che a bordo di questi mezzi per due giorni s'innalzeranno in cielo dal decollo posto a circa 400 metri d'altezza su una collina sopra Letojanni al confine con il piccolo comune di Gallo d'Oro.

L'atterraggio avverrà in una spiaggia molto ampia che si raggiunge facilmente dallo svincolo di Taormina procedendo sulla strada statale verso nord, quattro chilometri dopo il casello autostradale si arriva al paese di Letojanni.

Gli organizzatori hanno pensato anche a carri allegorici.

Il programma prevede per sabato 1 marzo, dopo il ritrovo in piazza Angelo D'Arrigo, l'esibizione di Street Band ed artisti da strada che renderanno calorose ed accoglienti le vie del comune messinese. Alle10 inizieranno i voli in maschera ed un'ora dopo il laboratorio creativo di maschere in cartapesta.

Dopo la pausa pranzo, le attività proseguiranno fino a pomeriggio inoltrato. Si replica il giorno dopo fino alle premiazioni verso le ore 17.

Fonte:http://www.fivl.it

giovedì 13 febbraio 2014

LE BANCHE DELL’EUROZONA DEVONO FRONTEGGIARE UN BUCO NERO DA 50 MILIARDI DI EURO

Come riporta The Telegraph nell'articolo di Kamal Ahmed, le banche dell'eurozona, e in particolare molte banche locali tedesche, si trovano in cattivissime acque e molte saranno presto costrette a ricapitalizzare o finire in liquidazione.
Grazie a Cristina Capra per la segnalazione


Secondo uno dei più rispettati analisti finanziari del Regno Unito, le banche dell'Eurozona si trovano ad affrontare un nuovo buco nero di capitale stimato in 50 miliardi di euro.

Davide Serra, il chief executive di Algebris, consulente del governo sulle banche, ha detto che gli stress test di quest'anno dell'Autorità Bancaria Europea e della Banca Centrale Europea probabilmente rileveranno nuovi problemi nelle banche dell'eurozona.
Egli ha dichiarato che la Germania ha uno dei "peggiori sistemi bancari del mondo" e che tre o quattro banche regionali "Landesbanken” potrebbero essere liquidate. Ha anche detto che alcune banche in Portogallo e in Grecia avranno probabilmente bisogno di più capitale.

"Il paese dove mi aspetto brutte notizie è il paese che non è mai stato esaminato ed è ritenuto il più forte," ha detto Serra.

"Mi aspetto cattive notizie dalla Germania. Il Panzer tedesco era imbattibile, ma c'è un solo problema – hanno uno dei peggiori sistemi bancari del mondo. Se sei un brillante ingegnere in Germania lavori per la BMW o la Mercedes, non diventi un banchiere.

"Mi aspetto che almeno tre o quattro banche regionali vengano messe in liquidazione. L'organo di controllo tedesco, il BaFin, è uno dei più deboli. E’ sempre stato sottoposto alle pressioni dei politici locali."

Serra, che come è noto è stato fotografato l'anno scorso mentre si recava a piedi a un incontro a Downing Street stringendo sotto braccio un fascio di carte sul futuro della Royal Bank of Scotland, ha dichiarato che gli stress test finalmente permetteranno alle autorità tedesche di "dire la verità" sul loro sistema bancario.

Con un patrimonio complessivo di 1000 miliardi di euro, le banche rappresentano il 12% delle attività bancarie totali del paese e il 3% di quelle europee, secondo la stima della BCE.

Molti credono che alcune di queste abbiano mutui immobiliari in sofferenza che non sono mai stati correttamente contabilizzati.

"Penso che il test della BCE gli permetterà realmente di fare quel che è giusto", ha detto Serra riguardo agli organi di controllo tedeschi. "Che è una delle ragioni per le quali la Bundesbank è stata molto decisa nel richiedere che gli ispettori siano parte nel processo. Perché? Perché hanno bisogno di un pezzo di carta legale, per andare dalla banca locale e dire: 'Spiacenti, la festa è finita'. "

Mr Serra ha elogiato il settore finanziario UK per la sua maggiore robustezza e trasparenza rispetto a molti paesi dell'Unione Europea.

Anche se RBS, Lloyds Banking Group, Barclays e HSBC saranno inclusi negli stress test, sembra improbabile che emerga per loro qualche nuovo problema.  L'anno scorso, la Banca d'Inghilterra ha richiesto che Barclays raccogliesse capitali freschi dopo aver controllato il suo bilancio.

"Non mi aspetto altre cattive notizie dal Regno Unito," ha detto Serra. "La Gran Bretagna è il paese che ha perso di più – abbiamo fatto quasi saltare in aria il paese, così hanno dovuto risolvere il problema. 

"Il cambiamento nella leadership [presso la Banca d'Inghilterra] con Mark Carney è decisamente il benvenuto. Il Regno Unito ora è sostanzialmente a posto. Abbiamo avuto la nostra Fukushima e abbiamo dovuto affrontarla rapidamente".

Mr Serra ha detto che anche se il precedente stress test non era riuscito a rilevare notevoli problemi in banche come Dexia e Bank of Ireland (che hanno dovuto essere salvate pur  avendo superato il test), ormai la BCE ha imparato la lezione. 

"La BCE ha assunto circa 900 persone per eseguire il test", ha detto Serra, che precedentemente è stato uno dei migliori analisti bancari per UBS e Morgan Stanley. "Non dovranno fallire. Se lo fanno, il loro lavoro è a rischio. Avranno un forte incentivo."

Serra ha detto che gli investitori istituzionali nelle banche avrebbero il dovere di rivelare come hanno votato alle assemblee sulla politica della banca. "Gli azionisti istituzionali, a meno che non votino chiaramente all'assemblea e tutto rimanga agli atti, non dovrebbero aver diritto al dividendo," ha detto.


Fonte: http://vocidallestero.blogspot.it

mercoledì 12 febbraio 2014

RESPONSABILITA’ CIVILE. CON LA CAMPAGNA "RC_@UTO" AUTOMOBILISTI PIU’ INFORMATI PER SCEGLIERE LA POLIZZA PIU’ ADATTA AD OGNI ESIGENZA

La campagna RC_@uto è un’iniziativa di Movimento Consumatori, Adusbef e Federconsumatori che ha lo scopo di fornire a chi è già assicurato, a chi deve cambiare compagnia o assicurarsi per la prima volta, tutte le informazioni utili per una scelta conveniente, consapevole e responsabile.

Per garantire il rapporto diretto con il consumatore è attivo un numero verde 800 821 263 (dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 13,00) che fornisce informazioni sull’RC Auto; inoltre, gli automobilisti possono contattare un esperto scrivendo a info@campagnarcauto.it, e usufruire di un vademecum che verrà distribuito attraverso i circa 1000 sportelli delle tre associazioni presenti su tutto il territorio nazionale e che verrà pubblicato sul sito realizzato ad hoc per l’iniziativa www.campagnarcauto.it. 

Sul sito Internet si possono trovare informazioni, FAQ, un utile glossario, la normativa del settore, un forum sul tema, consigli di utilizzo del "preventivatore unico" del Ministero dello Sviluppo economico e la possibilità di iscriversi alla newsletter realizzata dalle associazioni del progetto. L’iniziativa prevede anche l'elaborazione di otto miniguide sull’RC Auto che verranno pubblicate on line, una ogni mese, e che potranno essere scaricate collegandosi al sito della campagna.


SCANDALO (CENSURATO) SANGUE INFETTO: L'APPELLO DI UNA VITTIMA

Abbiamo ricevuto via email la scioccante lettera che pubblichiamo di seguito. NON si tratta di una segnalazione anonima, ma firmata con nome, cognome e recapito telefonico, che per motivi di privacy abbiamo preferito non riportare.

Qualora giornalisti o associazioni vogliano interessarsi alla vicenda, ci contattino e li metteremo in contatto con Sandra, autrice dell'appello. 

La prima cosa che ci ha detto l'autrice dell'appello, quando l'abbiamo contattata telefonicamente è stata "vi ringrazio dell'interessamento, i giornalisti non ci concedono spazio, la questione è scomoda." 

Seguiranno aggiornamenti

L'appello a nocensura.com di Sandra XXX

Buonasera,
io sono Sandra e vi scrivo perchè non sò più a chi fare appello affinche tutti sappiano la nostra storia, la mia storiaio faccio parte di quelle 7000 persone contagiate da epatite c e AIDS a causa delle trasfusioni non controllate e  che ormai aspettano un risarcimento da parte dello stato da ben 7 anni. Unica  nostra colpa è quella di esserci fatti curare in una struttura ospedaliera, e di trovarci ora con la vita rovinata... rovinata per sempre e irrimediabilmente.
Nello specifico io sono l'erede di un deceduto a seguito delle trasfusioni, il mio adorato papà ha preso l'epatire durante il trapianto di reni nell'88 anno in cui morì anche mia mamma,  nel '92 lui scoprì di avere l'epatite c, andò fuori di testa, in quegli  anni non c'erano le conoscenze di oggi, lui si considerava un appestato  aveva paura di contagiare tutti aveva 42 anni, vedoco e con 2 figli adolescenti da crescere....non si è mai rifatto una vita per la paura di essere schifato da una donna!

Gli hanno rovinato la vita.....a causa della sua malattia perdeva molto sangue dal naso, inaspettatamente colava come una fontana........vivevamo assieme in casa sembrava di vivere in un posto contaminato sempre a disinfettare e quando sono rimasta incinta fu un incubo per noi in casa con sangue in ogni dove e quando sono nati i suoi nipoti  vederlo piangere perchè non poteva abbracciarli a causa delle continue emoraggie che aveva........

Ma chi ci risarcisce di tutta questa sofferenza??

Noi come altre 7.000 persone abbiamo fatto causa al Ministero della sanità, ma dopo averci fatto 

accedere alla famosa transazione oggi dopo 7 anni ci dicono che non ne abbiamo diritto??

Proprio per la rabbia di tutto ciò quando papà è morto il 5 aprile 2010 o deciso di fare mia questa battaglia e urlare al mondo la nostra sofferenza, la nostra emarginazione, la nostra discriminazione, schifati e non considerati neppure dallo stesso stato che ci ha condannato a morte.........

Sono più di 5000 i morti di sangue infetto oltre 120.000 gli infettati......perché
nessuno vuole parlare di noi?? Se questa non è un epidemia di stato.....se questa non è una strage......

ditemi voi, diteci voi cosa è!!!!

Vi chiedo aiuto 
datemi voce, dateci voce.......

Un abbraccio 
Sandra XXXXX


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La vicenda fa tornare alla mente lo scandalo del sangue infetto che vide protagonista Duilio Poggiolini, direttore generale del servizio farmaceutico nazionale del Ministero della Sanità; uno SCANDALO IMMENSO i cui responsabili, alle solite, non hanno pagato adeguatamente.
Sulla questione suggeriamo la lettura dei seguenti articoli:


Se volete maggiori informazioni, cercate su Google scandalo sangue infetto poggiolini e troverete numerosi articoli.

SEGUIRANNO AGGIORNAMENTI
   

A cura dello staff di nocensura.com

Fonte: http://www.nocensura.com/2014/02/scandalo-censurato-sangue-infetto.html

martedì 4 febbraio 2014

INPS,BILANCIO IN ROSSO DI 14,4 MLD EURO NEL 2013? ADUSBEF- FEDERCONSUMATORI AUSPICANO AZIONE RESPONSABILITA’ VERSO MASTRAPASQUA E GESTIONE SQULIBRATA

Di fronte al buco di bilancio dell’Inps, con un risultato d’esercizio negativo per 14,4 miliardi di euro nel 2013 e previsioni non meno allarmanti nel 2014, per la gravissima crisi economica che non si attenuerà nell'anno in corso, Adusbef e Federconsumatori auspicano venga avviata una doverosa azione di responsabilità verso l’artefice unico di questa catastrofe, l’ex presidente e collezionista di poltrone il dimissionario Antonio Mastrapasqua.   

Con questo passivo di bilancio l’Inps chiude il 2013 con un patrimonio netto di appena 7.478 milioni (quasi da libri in Tribunale !), mentre per il 2014 si prevede un ulteriore passivo di 11.997 milioni, in attesa di chiarire se lo Stato si accollerà in via definitiva l'onere delle pensioni dei dipendenti pubblici dal 2012 in poi (anno della confluenza dell'Inpdap nell'Inps), oppure farà orecchie da mercante, non sapendo da quali poste contabili poter attingere per ripianare i buchi.  

Adusbef e Federconsumatori si chiedono se i magistrati della Corte dei Conti appositamente distaccati per seguire la correttezza dei bilanci Inps, compresi gli appalti e le esternalizzazioni, guarda caso alla solita KPMG, abbiano segnalato alle commissioni parlamentari ed ai ministri competenti, una situazione allarmante dei bilanci Inps, che gettano ombre su una gestione quanto meno discutibile.