giovedì 3 aprile 2014

INDAGINE ISPO CONFERMA CROLLO FIDUCIA VERSO BANCHE PERCEPITE COME ‘LADRE ED USURAIE’.

ANCHE ULTIMA INDAGINE ISPO CONFERMA CROLLO FIDUCIA VERSO BANCHE PERCEPITE COME ‘LADRE ED USURAIE’. MA L’ABI SI INVENTA L’ENNESIMA FONDAZIONE PER L’EDUCAZIONE FINANZIARIA,PAGATA DA UTENTI,UN RESTYLING DI UN  BIDONE DI PARTE, PER RECUPERO DELLA FIDUCIA TRADITA. ADUSBEF INVITA GLI UTENTI A NON FIDARSI !

Nella classifica del grado di fiducia verso le istituzioni, le banche sono al terz’ultimo posto, dopo  Parlamento e partiti politici, essendo percepite dai cittadini come usurarie, ladre e truffatrici, come è accertato perfino negli ultimi sondaggi di Renato Mannheimer: le prime parole associate alle banche infatti secondo i risultati dell’indagine Ispo  sono: “ladri”, “truffatori” ed “usurai”.

La storia economica degli ultimi 20 anni è funestata dal risparmio tradito che ha messo sul lastrico 1 milione di famiglie, bruciando 50 miliardi di euro di sudati risparmi, le quali oltre al gravissimo danno inferto loro dalle banche, hanno subito la beffa di istituti e fondazioni  Abi,  che invece dell’aiuto concreto, sono caduti dalla padella nella brace.

Tutti ricordano, in modo particolare 450.000 investitori di tango bond, che dopo avere acquistato, tra gli anni 1998 e 2001, i famigerati titoli obbligazionari emessi dalla Repubblica Argentina e dopo avere perso i propri soldi, non hanno agito contro le banche perché ingannati dall’Abi, l’associazione che istituì la T.F.A. (Task Force Argentina), che promosse una inutile procedura di arbitrato internazionale avviata dinanzi ad un organismo insediatosi presso la sede di Washington della Banca Mondiale (ICSID) e che, a distanza di 13 anni dal crack, non ha prodotto alcun risultato concreto per gli utenti.

Furono proprio le banche italiane a spingere infatti maliziosamente gli obbligazionisti in direzione dell’adesione all’arbitrato ICSID ed all’iscrizione gratuita alla TFA Abi, facendo loro sottoscrivere una clausola con cui i risparmiatori, aderendo a tale procedura, si impegnavano a non fare causa alle banche, con il risultato della beffa oltre al gravissimo danno subito.

Tutti ricordano, in particolar modo le decine di migliaia di investitori in titoli Lehman Brothers, il bollino di garanzia ed i consigli per gli acquisti sicuri di oltre 35 titoli tossici, pubblicizzati sul sito dell’Abi ‘Patti Chiari’, a differenza dei BTP, titoli di Stato italiani definiti a rischio e le rilevanti perdite di quegli utenti che si fidarono dei consigli per gli acquisti dell’Abi.

Banche e banchieri non perdono il vizio e ci riprovano ancora una volta con la Fondazione per l'educazione finanziaria e al risparmio dell'Abi, che prende il via dall'esperienza formativa di Patti Chiari, dalla creazione di materiale didattico innovativo e dal linguaggio comprensibile per tutti fino all'organizzazione di eventi nelle scuole (e non solo) e alla gestione di un portale web, con la motivazione che: “in Italia mancano gravemente iniziative pubbliche per l'educazione civica e civile e per l'educazione finanziaria e al risparmio”.

Le pelose ed interessate iniziative dell’Abi, che appaiono un restyling analogo a quelle dell’ultimo ventennio pagato dagli utenti dei servizi bancari, servono solo ad edulcorare usi, abusi e quotidiani soprusi delle banche, nella gestione del risparmio ed a giustificare gli elevatissimi costi dei conti correnti, verso i quali Adusbef consiglia una sana diffidenza, per non cadere ancora una volta, dalla padella nella brace.

Elio Lannutti (Presidente Adusbef)      


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