mercoledì 8 gennaio 2014

IUC:SARA' PIÙ PESANTE DI 8 MILIARDI EURO RISPETTO ALL'IMU. SACCOMANNI CONTINUA A MENTIRE PER LA SESTA VOLTA SUL CALO DELLE TASSE: SI DIMETTA !

Il ministro dell'Economia Saccomanni, per la sesta volta in 9 mesi, ha garantito oggi che ci sarà un calo delle tasse, come aveva già fatto nelle cinque puntate precedenti, affermando solennemente che la nuova imposta sugli immobili denominata IUC, non sarebbe stata più pesante della vecchia Imu, propinando fandonie per legittimare un'azione economica di Governo che taglieggia con tasse oneri e balzelli pari a 1.284 euro le famiglie ed i poveri, per regalare da vero Robin Hood alla rovescia, 28 miliardi di euro alle banche (l'intero gettito previsto dalla IUC) , in un palese conflitto di interessi tra rivalutazione delle quote di Bankitalia e sconti fiscali sulle perdite.

Con l'aumento dell'aliquota dell'1 per mille per garantire ai sindaci la copertura degli sgravi Imu per alcune fasce, che salirà al 3,5 per mille,  la nuova IUC supererà i 28 miliardi di euro, contro i 20 miliardi di gettito Imu del 2013 e i 9,2 miliardi dell'Ici 2011, con l'aggravante dell'abolizione delle detrazioni previste in precedenza, con un aggravio di 250 euro in media per ogni famiglia proprietaria di una sola abitazione.

Se il viceministro dell'Economia Fassina si è dimesso per una battuta infelice sul suo conto  del segretario del suo partito, a maggior ragione dovrebbe rassegnare irrevocabili dimissioni Saccomanni, e per le fandonie che racconta ogni giorno sulla pressione fiscale ma soprattutto per lo stato confusionale di un dicastero importante, che a qualche giorno dalle scadenze fiscali, non è stato in grado di chiarire l'esatto ammontare per ciascun contribuente (come avviene in paesi come la vicina Francia che rispetta i diritti fiscali dei suoi cittadini) della nuova tassazione su immobili, rifiuti e servizi (la Iuc, il pacchetto che comprende le tre componenti), a parte  l'onere complessivo che sarà di 28 miliardi di euro con l'aliquota al 3,5 per mille.

Poco tempo fa i cosiddetti 'tecnici' provenienti dalle file della Banca d'Italia, avevano a cuore il senso dell'onore e della reputazione nel servizio delle istituzioni, molto più dei politici di professione incollati alle poltrone,inamovibili ed impermeabili, ma il caso dell'on. Fassina ha dimostrato che un ministro come Saccomanni, afflitto da cupidigia di servilismo e totale asservimento agli interessi delle banche, che racconta fandonie agli italiani per restare a galla, non ha alcun senso delle istituzioni perché i banchieri non hanno Patria ne' alcun senso dell'onore,essendo la loro unica finalità la gestione del potere del denaro.

Elio Lannutti (Adusbef) Rosario Trefiletti (Federconsumatori)


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