lunedì 9 dicembre 2013

LEGAMBIENTE: “ALTRO CHE STADI. EMENDAMENTO È VIA LIBERA A SPECULAZIONE EDILIZIA SE APPROVATO, POSSIBILI NUOVI EDIFICI OVUNQUE, DALLA TERRA DEI FUOCHI ALL’ALVEO DEL TEVERE”

@Legambiente
Coinvolte aree a rischio idrogeologico, archeologiche, inquinate senza considerare i rischi per la salute e la pubblica incolumità

E’ durissimo il commento di Legambiente sulla nuova versione della “Legge stadi” che sta circolando tra corridoi dei Ministeri e aule del Parlamento: un emendamento pericoloso che prevede la possibilità di realizzare gli impianti e ogni tipo di intervento edilizio superando, attraverso il passaggio alla Presidenza del Consiglio, qualsiasi parere contrario di chi è preposto alla “tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, del patrimonio storico-artistico, della salute e della pubblica incolumità”.

Per quale motivochiede l’associazione ambientalista - si deve poter realizzare un impianto sportivo con annesse case e uffici nell’area di esondazione del fiume, alimentando i rischi per le persone, oppure in un area inquinata da bonificare, facendo finta che non esistano pericoli per la salute? Perché consentire di costruire in aree di tutela archeologica o paesaggistica? Le società sportive come il Coni, per prime, dovrebbero essere contrarie ad associare il proprio nome a un provvedimento che è pensato per permettere speculazioni edilizie enormi, come mai realizzate nella storia d’Italia. Chiediamo a Governo e Parlamento di fermarsi: per rendere sicuri gli impianti sportivi serve una procedura seria e trasparente mirata a riqualificare urgentemente le strutture, non un emendamento dettato dalle peggiori lobby”.

La ragione del provvedimento, infatti, per Legambiente può essere una sola: la possibilità di semplificare le procedure per alcuni pseudo imprenditori, che potrebbero comprare aree a prezzi risibili, perché inedificabili e vincolate, per poi costruirvi centinaia di migliaia di metri cubi di cemento attraverso la valorizzazione resa possibile dalla legge stadi. Oltretutto, nell’emendamento è scritto che la procedura si applica “qualunque sia il dimensionamento degli impianti”, aprendo la possibilità di realizzare le speculazioni in centinaia di comuni italiani, perché, se il provvedimento venisse approvato, basterebbe che lo studio di fattibilità dimostrasse che gli altri interventi sono funzionali “al raggiungimento del complessivo equilibrio economico-finanziario e alla valorizzazione in termini sociali, occupazionali ed economici del territorio di riferimento”.


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