venerdì 25 ottobre 2013

LA TRATTA DEI 20MILA BAMBINI MESSICANI

Sono in fuga da una delle aree più pericolose del mondo, un affare ghiottissimo per la criminalità organizzata. Parliamo di bambini, bambine e adolescenti centroamericani, migranti non accompagnati con altissimo rischio di entrata nei circuiti della tratta. Un affare che frutta alla criminalità organizzata 10 miliardi di dollari all’anno. 

A lanciare l’allarme è Soleterre, che nel suo recentissmo report “Il cammino della paura – I diritti violati dei migranti e dei loro difensori in Messico”  descrive la tratta dei minori come il business più redditizio per la criminalità messicana dopo il traffico di armi e droga. E le vittime designate sono soprattutto i migranti irregolari e in particolar modo i minori che sempre più spesso percorrono i sentieri verso gli Stati Uniti da soli.

SESSO, DROGA E RECLUTAMENTI. Secondo il Governo messicano sarebbero 20.000 i bambini, bambine e adolescenti vittime della tratta. Del resto sul territorio messicano operano almeno 47 bande specializzate nella tratta di persone a fine di sfruttamento sessuale e lavorativo. Così i bambini del centro America vengono costretti a lavorare come operatori sessuali, spacciatori di droga e armi o come “polleritos”, gli addetti alla recluta degli altri bambini. Non sono rari i casi in cui ai sequestri seguono riscatti alle famiglie.

L’ESODO DEI BAMBINI. A preoccupare in modo particolare è il numero dei bambini non accompagnati che provano a oltrepassare la frontiera. Secondo il Customs and Border Protection degli Stati Uniti nel 2008 i fermi di bambini non accompagnati erano meno di 10.000, mentre nel 2012 la cifra è salita a 25.000. Di questi più di 10.000 (10.146) provengono da Guatemala, Honduras ed El Salvador. Fuggono da tre tra i paesi con il più alto tasso di criminalità, ma il loro esodo conosce una tappa altrettanto crudele nelle stazioni migratorie dove vengono detenuti:  vengono privati di diritti fondamentali (alla salute, all'educazione  all'unità familiare e all'integrità fisica, solo per citarne alcuni) e spesso (14%) subiscono abusi. Un circolo vizioso, considerando che la tappa successiva è il rimpatrio: condannati quindi a tornare nel contesto di violenza da cui fuggono. Negli ultimi anni circa il 23% dei minori detenuti  nelle stazioni migratorie erano bambine.

IL REPORT. Ne “Il cammino della paura – i diritti violati dei migranti e dei loro difensori in Messico” Soleterre denuncia sia le politiche migratorie statunitensi che quelle messicane, oltre ovviamente alla criminalità organizzata che gestisce la tratta e il traffico di essere umani. Una complicità che  porta ad una massiccia violazione dei diritti umani dei migranti (con un focus su donne e bambini).

COME MUOVERSI. Secondo Soleterre, “un primo urgente provvedimento è di sospendere il reato di clandestinità per i minori non accompagnati e per le donne vittime di violenza e poi procedere alla concessione dello status di rifugiato ai migranti provenienti da zone con tassi altissimi di violenza causati dall’imperversare del crimine organizzato, come in America Centrale e in Messico. Per farlo bisogna una volta per tutte qualificare ufficialmente il crimine organizzato come “agente di persecuzione” e non solamente come agente criminale comune”.

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