domenica 30 dicembre 2012

Rivelazione shock: il 50 per cento dei farmaci in circolazione è inefficace per la salute


Questa rivelazione shock è frutto di uno studio francese sul mondo dei medicinali. I professori Even e Debré hanno passato al setaccio 4.000 farmaci tirando in ballo le Aziende Farmaceutiche.

L’articolo è uscito ieri in Francia su Le Nouvel Observateur ed è stato ripreso oggi sul prestigioso Le Monde.

I due professori hanno scritto un libro nel quale sono stati presi in esame molti aspetti del mondo dei medicinali: storia, incidenti, efficacia, vicoli ciechi, costi.

Sono 900 pagine piene, secondo l’intenzione degli autori, di consigli pratici per medici e pazienti. Partendo da un database di 20.000 referenze di ricerche internazionali, consultabili presso l’Istituto Necker, questo libro tuona contro lo strapotere delle Industrie Farmaceutiche che, con i loro messaggi, spingono le persone a consumare sempre più pillole.

“Precisiamo – dicono gli autori Philippe Even e Bernard Debré – che il libro non è nato solo per essere letto dall’inizio alla fine, ma per essere una guida da consultare, come un vocabolario”.

Ma cosa dice il libro? 

Praticamente che il 50% dei farmaci sono inutili, che il 20% sono mal tollerati e che il 5% arrivano ad essere anche molto pericolosi! Il professor Even se la prende in modo particolare con le “statine”, medicinali contro il colesterolo, “utilizzate ogni anno da 3-5 milioni di francesi e completamente inutili”, secondo l’autore. E, paradosso, il 75% di tutto viene rimborsato.

In Francia verrebbero sprecati ogni anno 10-15 miliardi di euro senza alcun miglioramento per la vita dei pazienti; il Paese spende 1,3 – 2 volte di più in questo settore rispetto alle altre Nazioni europee. Attraverso queste cifre, gli autori intendono portare l’attenzione sulla contro-producente attività da parte della sanità pubblica, sull'inerzia delle Società Farmaceutiche che scoprono sempre di meno e sono interessate solo a mantenere il giro d’affari, sulla classe medica che a volte è complice e silenziosa.

François Hollande, un consigliere politico del quale (Aquilino Morelle) è co-autore del rapporto dell’Ispettorato Generale per gli Affari Sociali (IGAS) sul caso “Mediator”, dovrebbe essere consapevole che il sistema andrebbe rivisto, si augurano gli autori.
 

E' GUERRA ALL'ITALIA! (VIDEO)


PERICOLO BARILLA.


Meglio essere informati e fare scelte consapevoli.

BARILLA non è più italiana ma americana e usa grano con tassi di micotossine altissimo (ammuffito), derivante da lunghi stoccaggi al prezzo più basso possibile. L'UE nel 2006 ha alzato con un colpo di mano i livelli accettati di micotossine presenti nel grano duro, di modo che tanti paesi potranno produrre grano duro in climi non adatti badando solo alla quantità,distruggendo i contadini del sud Italia il cui grano non contiene micotossine e portando al fallimento le industrie sementiere mediterranee.

Per esportare pasta in USA - Canada il grano deve avere un tasso di micotossine di circa la metà di quello che la UE accetta per le importazioni di grano duro dagli stessi paesi, così succede che: I prezzi internazionali del grano duro crollano.

I commercianti italiani e i monopolisti internazionali acquistano al prezzo più basso possibile da contadini che hanno bisogno di soldi per pagare i debiti, per poi speculare quando tutto il grano è nei loro magazzini (ammuffito)- gli stessi commercianti esportano il grano migliore italiano all'estero lucrandoci sul prezzo e importano grano ammuffito e radioattivo dall'estero per avvelenare il pane e la pasta venduti in Italia. Boicottare la Barilla è cosa saggia perchè dobbiamo comprar solo pasta da grano duro coltivato in Italia e Biologico, senza micotossine, né pesticidi né OGM.

Barilla è presente anche con i seguenti marchi: Motta, Essere, Gran Pavesi, le Tre Marie, le Spighe, Mulino Bianco, Pavesini, Voiello, Panem. 

I MASSACRI, GLI OMICIDI E I SUICIDI INDOTTI DA ANTIDEPRESSIVI


I farmaci psicoattivi che devastano la mente (stralcio) inchiodano il ‘Physician’s desk reference’( il più grande prontuario di informazioni sull’uso dei farmaci), e la loro lista di “effetti collaterali” lascia che i fatti parlino da soli-Estratto di un articolo del Dottore. Kohls del luglio scorso

Eric Harris, di anni 17 (prima trattato con Zoloft , poi con Luvox) e Dylan Klebold, di anni 18 (la sua cartella clinica non è mai stati messa a disposizione del pubblico), hanno ucciso 12 studenti e 1 insegnante e ferito altre 23 persone a Littleton, Colorado, prima di suicidarsi .

Jeff Weise, di anni 16, gli erano stati prescritti 60 mg / die di Prozac (tre volte la dose media iniziale per adulti!), quando ha sparato al nonno, all’innamorata di suo nonno e a molti altri studenti (10 morti, 12 feriti) a Red Lake, Minnesota. Poi si è sparato.

Cory Baadsgaard, di anni 16, era trattato con Paxil quando ha preso un fucile al suo liceo a Wahluke (stato di Washington) e ha tenuto in ostaggio 23 compagni di classe.

Chris Fetters, di anni 13, ha ucciso la sua zia preferita durante il trattamento con Prozac.
Christopher Pittman, di anni 12, ha ucciso entrambi i suoi nonni durante il trattamento con Zoloft. Mathew Miller, di anni 13, si è impiccato nel suo stanzino camera da letto dopo l’assunzione di Zoloft per 6 giorni.
Jarred Viktor, di anni 15, ha inferto 61 pugnalate alla nonna dopo 5 giorni di Paxil.
Kip Kinkel, di anni 15, (sotto Prozac e Ritalin) ha sparato ai suoi genitori mentre dormivano, poi è andato a scuola e ha aperto il fuoco uccidendo 2 compagni di classe e ferendone altri 22, poco dopo aver iniziato il trattamento con Prozac.

Luke Woodham, di anni 16 anni (Prozac) ha ucciso sua madre, altri due studenti, ferendone poi altri sei.
Michael Carneal (Ritalin), di 14 anni, ha aperto il fuoco sugli studenti della sua scuola superiore a West Paducah, Kentucky. Tre adolescenti venivano uccisi, altri cinque feriti.

Andrew Golden, all’età di 11 anni, (Ritalin) e Mitchell Johnson, di 14 anni, (Ritalin) hanno sparato contro 15 persone, uccidendo quattro studenti, un insegnante, e ferendone altri 10.
T.J. Solomon, di 15 anni, (Ritalin), studente di scuola superiore a Conyers, Georgia, ha aperto il fuoco e ferito sei dei suoi compagni di classe. 

Rod Mathews, di 14 anni, (Ritalin) ha bastonato a morte un compagno di classe con una mazza.

James Wilson, di 19 anni, (in trattamento con diversi psicofarmaci) da Breenwood, Carolina del Sud, ha usato una pistola calibro.22 in una scuola elementare uccidendo due bambine, e ferendo altri sette bambini e due insegnanti.

Elizabeth Bush, di 13 anni, (Paxil) è stata responsabile di una sparatoria in una scuola in Pennsylvania.
Jason Hoffman (trattato con Effexor e Celexa): sparatoria in una scuola a El Cajon, California. Chris Shanahan, di 15 anni, (Paxil) a Rigby, Idaho, che di punto in bianco ha ucciso una donna.
Jeff Franklin (Prozac e Ritalin), Huntsville, Alabama, tornato a casa dal lavoro, ha ucciso i suoi genitori a colpi di martello ed ascia, li ha fatti a pezzi con coltello da macellaio, poi ha aggredito i suoi fratelli e sorelle più giovani, ammazzandone uno.

Neal Furrow (Prozac), coinvolto in una sparatoria in una scuola di Los Angeles, ha riferito di essere stato obbligato dal tribunale ad assumere il Prozac insieme a diversi altri farmaci.
Kevin Rider, di 14 anni, nel momento in cui gli veniva sospeso il trattamento con il Prozac moriva per una ferita d’arma da fuoco alla testa. Inizialmente si era pensato ad un suicidio, ma due anni dopo, sono state riaperte le indagini sulla sua morte come un possibile omicidio. Il primo sospettato, anche lui di 14 anni, era stato trattato con Zoloft e di altri farmaci antidepressivi SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina).

Alex Kim, di 13 anni, si è impiccato poco dopo che la sua prescrizione di Lexapro era stata raddoppiata.
A Diane Routhier era stato prescritto il Welbutrin per problemi di calcoli biliari. Sei giorni più tardi, dopo aver sofferto per molti effetti negativi del farmaco, si è sparata.
A Billy Willkomm, uno studente dell’Università della Florida, era stato prescritto il Prozac, all'età di 17 anni. La sua famiglia lo ha trovato morto suicida, nel luglio 2002 impiccato ad una scala della sua casa in una zona ridente del “Gulf Shore Boulevard”.
Kara Jaye Anne Fuller-Otter, di 12 anni, era in trattamento con Paxil quando si è suicidata impiccandosi a un gancio del suo armadio. I genitori di Kara hanno dichiarato: “Il medico che noi disapproviamo non ha fatto nulla per sottrarla al Plaxil. Questo gli avevamo chiesto, quando lo abbiamo incontrato nella seconda visita. Gli avevamo riferito che pensavamo che Kara stava avendo una specie di reazione preoccupante al Paxil.”

Gareth Christian, di Vancouver, diciottenne, è stato trattato con il Paxil, quando si è suicidato nel 2002.
Julie Woodward, di 17 anni, era sotto l’azione del Zoloft quando si è suicidata impiccandosi in un garage isolato della sua famiglia.
Matthew Miller aveva 13 anni quando è stato visitato da uno psichiatra, perché aveva difficoltà a scuola. Lo psichiatra gli ha dato dei campioni di Zoloft. Sette giorni più tardi, la madre lo ha trovato morto, appeso ad una cinghia ad un gancio di lavanderia nel suo stanzino.

Kurt Danysh, di 18 anni, trattato con il Prozac, ha ucciso suo padre con un fucile da caccia.

Woody ____, di 37 anni, si è suicidato mentre si trovava alla quinta settimana di trattamento con Zoloft. Poco prima della sua morte, il suo medico gli aveva suggerito il raddoppio della dose del farmaco. Aveva visto il suo medico solo per l’insonnia. Non era mai stato depresso, né in passato aveva manifestato eventuali sintomi di malattia mentale.

Un ragazzo di Houston, di 10 anni, ha sparato e ucciso il padre dopo che il suo dosaggio di Prozac era stato aumentato.
Memon Hammad, di 15 anni, ha sparato e ucciso un compagno di studi di scuola media. Gli era stata diagnosticata una sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) e la depressione e stava assumendo Zoloft e “altri farmaci per le sue condizioni.”

Matti Saari, uno studente per diventare cuoco professionista, ha sparato e ucciso 9 studenti e un insegnante, e ferito un altro studente, prima di suicidarsi. Saari stava prendendo un farmaco SSRI e benzodiazepine.
Steven Kazmierczak, di 27 anni, ha sparato e ucciso 5 persone e ne ha ferite altre 21 prima di suicidarsi in un auditorium della Northern Illinois University. Secondo la sua fidanzata, aveva da poco assunto Prozac, Xanax e Ambien. Risultati tossicologici hanno evidenziato che aveva ancora tracce di Xanax nel suo sistema biologico.

Il killer finlandese Pekka-Eric Auvinen, di 18 anni, stava assumendo antidepressivi prima di uccidere 8 persone e di ferirne una decina alla Scuola Superiore di Jokela, poi si è suicidato.
Asa Coon da Cleveland, di 14 anni, ha sparato e ferito quattro persone prima di togliersi la vita. Il tribunale ha riscontrato che Coon era sotto azione di Trazodone.
Jon Romano, di 16 anni, in cura per depressione, ha sparato con un fucile ad un insegnante nella sua scuola superiore di New York. 

Tradotto da  Curzio Bettio 

sabato 29 dicembre 2012

ALLARME LAVORO, CGIA: NEL 2012 QUASI 610 MILA DISOCCUPATI IN PIÙ


Cresce a dismisura il numero dei senza lavoro presenti in Italia. Nel 2012, secondo una stima elaborata dall'Ufficio studi della CGIA, il numero medio dei disoccupati è aumentato di 609.500 unità. Nel 2013 l’esercito di coloro che sono alla ricerca di una occupazione  è destinato a salire ulteriormente, per la precisione di altre 246.600 unità. Se per l’anno in corso lo stock dei senza lavoro si attesta attorno ad un dato medio annuo pari a 2.717.500 (che equivale ad un tasso di disoccupazione del 10,6%), l’anno venturo sfiorerà quota 3 milioni (precisamente 2.964.100, con un tasso dell’11,5%).

Una situazione allarmante che sta diventando una vera e propria piaga sociale – afferma il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi -  Purtroppo le condizioni generali della nostra economia sono pessime e questo si riflette negativamente sulla tenuta occupazionale anche delle piccole imprese. Giovani, donne e stranieri sono le categorie più a rischio, senza contare che tra questi ex lavoratori sta aumentando drammaticamente il numero dei disoccupati di lungo periodo”.

Il quadro generale, ricorda la CGIA, è molto pesante: dall’inizio di quest’anno la contrazione dei prestiti bancari erogati alle imprese è stata di 26,7 miliardi di euro (pari al -2,7%), mentre le sofferenze in capo al sistema imprenditoriale sono aumentate di 8,7 miliardi di euro (pari al +10,9%) (*). Se consideriamo che la produzione industriale è scesa del 6,5% e gli ordinativi del 10,4% (**), appare evidente come la situazione in capo alle imprese, soprattutto quelle di piccola dimensione, sia peggiorata drammaticamente. 

Quest’anno il Pil è previsto attorno al -2,3/-2,5%. I consumi privati si dovrebbero attestare al -3,4%, quelli pubblici al -0,7% e gli investimenti sono destinati a subire un vero e proprio tracollo: -8,1%, con una punta del -10,9% per quelli relativi alle attrezzature e  ai macchinari. Nel 2013 la caduta subirà una frenata, ma ancora una volta tutti gli indicatori saranno preceduti dal segno meno. Il Pil sarà pari al -0,5% circa, i consumi privati  -0,9%, quelli pubblici -0,3%, mentre gli investimenti chiuderanno con un -2,1%.

Con queste previsioni – conclude Bortolussi – non c’è da meravigliarsi se le aziende non ce la fanno più a trattenere le proprie maestranze. Anche le piccole imprese, che in passato erano riuscite ad assorbire i lavoratori espulsi dalle ristrutturazioni che avevano interessato legrandi imprese, ora sono allo stremo e dopo 5 anni di crisi la loro tenuta è ormai ridotta al lumicino.  Servono delle misure anticicliche in grado di far ripartire l’economia: l’Italia, verosimilmente, rispetterà gli impegni presi in sede europea ma rischia di diventare un Paese sempre più povero”.

 (*) in entrambi i casi il periodo di riferimento è dicembre 2011-settembre 2012
(**) in entrambi i casi il periodo di riferimento è gennaio-settembre 2011/gennaio- settembre 2012 

Energia: aumenta il gas in pieno inverno e diminuiscono i prezzi della luce. Famiglie sempre più in difficoltà, il Governo intervenga per ridurre le tariffe.


Con l'incremento dei prezzi del gas in pieno inverno e il leggero calo della bolletta elettrica, all'inizio del nuovo anno la situazione delle famiglie non potrà che peggiorare. 

L'aumento del gas, di +22 Euro, e la diminuzione di -7 Euro dell'energia elettrica comporteranno, a partire dal 1 Gennaio 2013, un ulteriore aggravio medio di +15 Euro annui per famiglia.

Considerando inoltre l’effetto “onda lunga” del caro tariffe gas che si scaricherà nei primi tre mesi dell’anno (vista la concentrazione del 50% dei consumi in questo periodo) avremo un rincaro sulle spese invernali mai così alto dal dopoguerra, rendendo pressoché impercettibili le riduzioni annunciate per il prossimo trimestre per la bolletta elettrica.

Nel triennio 2010-2012 i prezzi di luce e gas hanno subito aumenti in continua progressione, registrando nel solo 2012 un + 15,3% per l’elettricità pari a +67 € su base annua rispetto al 2011, per un consumo medio di 2700 Kw/h, e a +12.1 % per il gas pari a +140 € annui sul 2011, per un consumo di 1400 mc, registrando una spesa annua complessiva di 1803 € ( 504 Energia Elettrica, 1299 Gas).

Considerando le condizioni di crisi in cui versa il nostro paese in questo difficile momento storico, la Federconsumatori richiede al Governo l’adozione di interventi urgenti e strutturali, che permettano di contenere i costi delle bollette.

Ribadiamo che, per quanto concerne il gas, è necessario ridurre l'eccessiva imposizione fiscale che incide su ogni metro cubo consumato per il 35%, abbassandola gradualmente verso la media europea del 20% e sterilizzare automaticamente l’incremento dell’Iva all’aumento del costo della materia prima (+39 € a famiglia nell'ultimo triennio) generando un maggiore introito per l’erario di 800 milioni di €. E’ inoltre di fondamentale importanza considerare il metano per il riscaldamento non come un bene di lusso ma come un bene di prima necessità, portando quindi l’Iva al 10%.

Relativamente all'energia elettrica è opportuno che il Governo attui una seria pulizia negli ‘oneri di sistema’ per le voci impropriamente annoverate tra le fonti rinnovabili, trasferendo i necessari incentivi sulla fiscalità generale. 

venerdì 28 dicembre 2012

MONTAGNE E CAMBIAMENTO CLIMATICO: UN PROBLEMA GLOBALE (VIDEO


BAMBINI ITALIANI SEMPRE PIÙ POVERI


In Italia più di 7 bambini e ragazzi su 100 vivono in condizioni di povertà assoluta: tutti insieme compongono un esercito di circa 720 mila minori impossibilitati ad accedere a uno standard di vita minimamente accettabile.

La maggior parte di questi bambini si trova nelle regioni del Sud, dove sono 417 mila in questa condizione, pari alla somma dell’intera popolazione minorile di Napoli, Palermo, Bari, Foggia e Reggio Calabria - e dato significativamente in crescita nel 2011 rispetto all'anno precedente con un aumento nell'ordine di 75 mila nuovi piccoli grandi poveri (una quota equivalente a tutti i minori di Messina e Taranto messi insieme).

L’ultima indagine dell’Istat sui consumi delle famiglie italiane conferma che la povertà minorile è un difetto d’origine che investe circa 440 mila famiglie con bambini in povertà assoluta e ben 1 milione di famiglie in povertà relativa. La cosa che rende questo dato drammatico è il fatto che in Italia, in misura superiore di quanto non accade nella grande maggioranza dei paesi europei, la povertà colpisce innanzitutto le famiglie con minori: l’incidenza media nazionale delle famiglie in povertà relativa passa dall’11,1% al 16,2% quando in famiglia vi sono dei bambini, mentre la povertà assoluta sale dal 5,2% al 6,6%.

In altre parole la povertà colpisce alla radice il sistema stesso di sviluppo
del paese: per un numero crescente di famiglie mettere al mondo dei figli è ormai sinonimo di povertà, un vero e proprio azzardo. E il disagio, in questo caso, è più percepibile nelle regioni del Nord.

L'impoverimento delle famiglie con minori, e il generale aggravamento del fenomeno tra il 2006 e il 2010 in corrispondenza della crisi economica, emerge anche se si cambia unità di misura: secondo un’elaborazione dei dati della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie, quasi 1 minore su 4 è a rischio povertà - il 22,6%, il valore più alto registrato negli ultimi 15 anni - con uno scarto di 8,2 punti rispetto all'incidenza media della povertà sul totale della popolazione (14,4%).  Nel periodo indicato, inoltre, l’incremento è stato maggiore tra i minori rispetto al totale della popolazione.

Per comprendere il fenomeno consulta le mappe dell'Atlante dell'Infanzia.

2012: ANNO NERO PER L'INFORMAZIONE, 88 giornalisti e 47 cittadini-giornalisti uccisi nel mondo


88 giornalisti uccisi (+33%); 879 giornalisti arrestati/fermati; 1.993 giornalisti aggrediti o minacciati; 38 giornalisti rapiti; 73 giornalisti costretti ad abbandonare il proprio Paese; 6 collaboratori dei media uccisi; 47 net-cittadini e cittadini-giornalisti uccisi; 144 blogger e net-cittadini arrestati; 193 giornalisti incarcerati

L’anno 2012 si è rivelato particolarmente cruento e ha registrato un aumento del 33% rispetto al 2011 del numero di giornalisti assassinati nel corso dell’esercizio delle proprie funzioni. Le zone maggiormente interessate sono il Medio Oriente e il Nord Africa (26 morti), seguono l’Asia (24 morti) e l’Africa sub sahariana (21 morti). Il continente americano è l’unico a registrare un calo – seppure relativo – del numero di giornalisti assassinati durante lo svolgimento dell’attività professionale (15 morti).

Il bilancio non è mai stato così negativo dal 1995. In questi ultimi anni, il numero di giornalisti assassinati è cresciuto fino a raggiungere i 67 morti nel 2011, 58 nel 2010, 75 nel 2009. Nel 2007, si era registrato un picco storico con 87 professionisti dei media assassinati, uno in meno di quest’anno. Gli 88 giornalisti che hanno perso la vita nel corso del 2012 sono stati vittime della copertura di conflitti o attentati, oppure assassinati per mano di gruppi legati alla criminalità organizzata (mafia, narcotraffico, ecc.), di milizie islamiche o per ordine di ufficiali corrotti.

Il numero straordinariamente alto di giornalisti assassinati nel corso del 2012 è in prima istanza imputabile al conflitto in atto in Siria, ai disordini in Somalia e alla violenza talebana in Pakistan. L’impunità di cui godono gli autori degli abusi incoraggia la violazione dei diritti umani, in particolare della libertà di informazione” ha detto Christophe Deloire, segretario generale di Reporter senza frontiere.

Gli attacchi vengono perpetrati ai danni degli attori dell’informazione in senso ampio. Oltre agli 88 giornalisti assassinati, i cittadini-giornalisti e i liberi cittadini vengono colpiti in pieno (47 morti nel 2012, 5 nel 2011), in particolare in Siria. Questi uomini e queste donne praticano la professione di reporter, fotografi o registi con il fine di documentare la quotidianità e la repressione. Senza la loro azione, il regime siriano potrebbe imporre un black out dell’informazione in alcune regioni e continuare il massacro a porte chiuse.

Reporter senza frontiere snocciola queste cifre basandosi su dati precisi, raccolti nel corso dell’anno grazie all’attività di monitoraggio delle violazioni sulla libertà di informazione. Questi numeri comprendono i giornalisti e i net-cittadini assassinati nell’ambito del loro lavoro. Report senza frontiere non ha preso in esame i giornalisti o i net-cittadini assassinati nell’ambito strettamente politico o militante, in ogni caso senza alcun collegamento con il lavoro sull’informazione.

Altri casi, per i quali l’organizzazione non è ancora in grado di pronunciarsi, sono al vaglio.

I cinque paesi più letali per i giornalisti


Nonostante l’adozione della risoluzione 1738 del 2006 da parte del Consiglio di sicurezza dell’ONU, che sottolinea la necessità di proteggere i giornalisti in zone pericolose, la violenza contro i giornalisti, soprattutto l’uccisione di giornalisti, continua ad essere una delle più grandi minacce alla libertà di espressione.

Siria – cimitero per fornitori di notizie
Almeno 17 giornalisti, 44 cittadini-giornalisti e 4 collaboratori dei media sono stati uccisi nel 2012.

La sanguinosa repressione di Bashar Al-Assad in Siria ha colpito duramente fi ornitori di notizie, perché sono i testimoni indesiderati delle atrocità commesse da un regime con le spalle al muro. I giornalisti sono stati presi di mira anche da parte di gruppi armati di opposizione, che sono sempre più intolleranti alla critica e pronti a definire i giornalisti come spie se non riflettono il loro parere. A causa della polarizzazione delle fonti d’informazione, la manipolazione notizie, la propaganda, i vincoli tecnici e la violenza estrema a cui sono esposti i giornalisti ei cittadini-giornalisti, chiunque cerchi di raccogliere o diffondere notizie e informazioni in Siria ha bisogno di essere sostenuto da un vero senso di vocazione.

Anno nero per la Somalia
18 giornalisti uccisi nel 2012 in questo paese del Corno d’Africa

Nel 2012 sono stati uccisi in Somalia il doppio dei giornalisti rispetto al 2009. La seconda metà del mese di settembre è stata particolarmente sanguinosa con sette giornalisti uccisi, due dei quali nello spazio di 24 ore, uno ucciso, l’altro decapitato. La maggior parte sono vittime di omicidi mirati o di bombardamenti. I responsabili di questa violenza sono o milizie armate come Al-Shebaab o funzionari governativi locali che vogliono mettere a tacere le fonti di stampa. I giornalisti somali sono oggetti dei vincoli più spaventosi sia nella capitale Mogadiscio che nel resto del paese. La mancanza di un governo stabile in questo stato negli ultimi 20 anni, la violenza endemica e l’impunità generalizzata contribuiscono al triste bilancio delle vittime.

Pakistan, un giornalista ucciso ogni mese 10 giornalisti e 1 assistente dei media uccisi nel 2012 – un campo minato per i media a causa della violenza endemica nelle rappresaglie tra Balochistan e Talebani

Dieci giornalisti sono stati uccisi in Pakistan per il secondo anno consecutivo – quasi uno al mese da febbraio 2010. Il paese al mondo più letale per i giornalisti dal 2009 al 2011 e il Balochistan continua ad essere una delle regioni più pericolose del mondo. Con le sue aree tribali, il suo confine con l’Afghanistan, la sua tensione con l’India e la sua storica caotica politica, il Pakistan è uno dei paesi più complessi del mondo da raccontare. Le minacce terroristiche, la violenza poliziesca, i potentati locali con poteri illimitati e i conflitti pericolosi nelle aree tribali costituiscono ostacoli spesso mortali nei percorsi dei giornalisti.

Giornalisti presi di mira da parte della criminalità organizzata in Messico
6 giornalisti uccisi

La violenza del Messico, che è cresciuta in modo esponenziale durante l’offensiva federale contro i cartelli della droga degli ultimi sei anni, ha come obiettivo i giornalisti che osano parlare del traffico di droga, della corruzione, dell’infiltrazione della criminalità organizzata nel governo locale e federale e della violazioni dei diritti umani da parte di funzionari del governo.

Brasile: dietro le quinte
5 giornalisti uccisi

I trafficanti di droga che operano al confine Paraguay sembrano aver avuto una mano diretta nella morte di due dei cinque giornalisti assassinati in relazione con il loro lavoro in Brasile nel 2012. Entrambi avevano coperto casi di droga. Due delle vittime erano giornalisti bloggers, che spesso scoprono come la minima critica ai funzionari locali può esporli al pericolo.

Maggiori info:

PREZZI E TARIFFE: LA STANGATA NEL 2013 SARA’ DI 1.490 EURO A FAMIGLIA.


L’ennesima stangata di prezzi e tariffe si abbatterà sulle famiglie a partire dal 1 gennaio 2013

Dall'aumento del canone Rai,+1,5 euro che porterà il tributo a 113,50 euro l’anno in cambio di una Tv lottizzata, quindi poco attenta ai disagi ed alle sofferenze delle famiglie per occultare e censurare gli effetti delle manovre economiche recessive del Governo negli ultimi 13 mesi; all'aumento delle tariffe aeroportuali +8,5 euro a biglietto, per finanziare a spese dei passeggeri, investimenti degli aeroporti di Roma che daranno profitti privati; gli aumenti delle tariffe postali,  da un minimo di + 15% a + 40% per la posta prioritaria, del 58,3% per il bancoposta il cui canone annuo, salirà da 30,99 a 48 euro ed il costo degli assegni, prima gratis portati a 3 euro (a luglio i bollettini erano rincarati del 18% passando da 1,10 ad 1,30 euro), firmate sottobanco dall’AGCOM nel clima pre-festivo per contenere la rabbia dei cittadini-utenti. Per non parlare della Tares,che aumenterà dal 1 aprile del 25%; dei servizi bancari che continuano sottobanco a rincarare con oneri e balzelli fantasiosi e con la ‘taglia’ sui mutui i cui tassi, pari ad una media del 4,88% con un differenziale di ben 139 punti sulla media Ue che si traduce in un costo superiore in Italia  di ben di ben 72 euro-mese,864 euro l’anno, quindi di 25.920 euro per un mutuo trentennale di centomila; delle assicurazioni sanguisughe, che per la Rc Auto obbligatoria rappresenta la voragine fissa per i bilanci delle famiglie ed il 5% del reddito totale di 30.000 euro.

L’O.N.F (Osservatorio Nazionale Federconsumatori) ha calcolato le previsioni di aumento di prezzi e tariffe in arrivo nel 2013. Tali previsioni discendono da considerazioni quali: mantenimento o aumenti contenuti dei costi energetici dopo quelli elevati del 2012, aumenti dei prezzi internazionali delle derrate alimentari, pesanti ricadute su prezzi e tariffe derivanti da IMU applicata sui settori produttivi e malaugurato aumento IVA da Luglio. Dai carburanti, alle bollette di luce e gas anche se con aumenti più contenuti rispetto al 2012, dalla nuova tariffa dei rifiuti, questa sì, in forte aumento ed inoltre dall'ulteriore incremento dell’IVA previsto. Il risultato quindi, anche per l’anno alle porte, sarà drammatico. La stangata prevista per le famiglie, infatti, sarà di +1.490  Euro a famiglia. 

Aumenti insostenibili che determineranno nuove e pesantissime ricadute sulle condizioni di vita delle famiglie (già duramente provate) e sull'intera economia, che dovrà continuare a fare i conti con una profonda e prolungata crisi dei consumi. 

Le parole d’ordine per risollevare le sorti delle famiglie e dell’intera economia sono: ripresa della domanda di mercato, liberalizzazioni, nonché investimenti per l’innovazione e lo sviluppo tecnologico per il lavoro che rimane il problema fondamentale del Paese. In assenza di un serio progetto che vada in questa direzione, la fuoriuscita dalla crisi si farà sempre più lontana ed improbabile.” – dichiarano Elio Lannutti e Rosario Trefiletti –presidenti di Adusbef e Federconsumatori.

PREVISIONI AUMENTI 2013                                                                     Euro annui
                                                                                                   Rapportati Universo Famiglie ISTAT                

ALIMENTAZIONE (+5%)                                                                                 299 euro
TRASPORTI ( TRENI E SERVIZI LOCALI)                                                      83 euro
SERVIZI BANCARI + MUTUI + BOLLI + TASSE                                          118 euro
CARBURANTI (COMPRESE ACCISE REGIONALI)                                   132 euro
DERIVATI DEL PETROLIO,
DETERSIVI , PLASTICHE                                                                               115 euro
E PRODOTTI PER LA CASA

ASSICURAZIONE AUTO (+5%)                                                                       61 euro
TARIFFE AUTOSTRADALI (+2%)                                                                   38 euro
TARIFFE AEROPORTUALI                                                                              31 euro 
TARIFFE GAS (+3%)                                                                                        39 euro
TARIFFE ELETTRICITA’ (+ 3%)                                                                      11 euro
TARIFFE ACQUA (+5-6% )                                                                              26 euro
TARIFFE RIFIUTI (+25%)                                                                                 64 euro 
RISCALDAMENTO ( +4%)                                                                               44 euro
ADDIZIONALI TERRITORIALI                                                                         163 euro
SCUOLA  (MENSE-LIBRI)                                                                                94 euro
TARIFFE PROFESSIONALI-ARTIGIANALI                                                  114 euro
TARIFFE POSTALI + CANONE RAI                                                                58 euro

TOTALE                                                                                                        1.490 euro

domenica 23 dicembre 2012

BUON NATALE E FELICE 2013


TANTI AUGURI DI BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO AGLI AMICI E I LETTORI DEL MIO BLOG! 

BUON NATALE, MERRY CHRISTMAS E FELICE 2013, HAPPY 2013


sabato 22 dicembre 2012

BANCHE/ Dieci miliardi di utile (grazie a Monti), riciclaggio di denaro e nessuna condanna


Dall'Italia agli Usa passando per l’Inghilterra e la Svizzera la situazione delle banche è una sola: privilegiati. Anche se in ognuno di questi casi la loro condizione si è manifestata in maniera del tutto diversa. Lo status nel Belpaese non può che essere legato però alla politica e in particolare al Governo tecnico guidato da Mario Monti.


IL CASO ITALIA E IL RAPPORTO RISERVATO ABI
È tutto nero su bianco nel rapporto riservato Abi presentato al fondo monetario internazionale: nel biennio 2012 – 2013 ai grandi istituti di credito italiani verrà riservato un utile di dieci miliardi di euro. Un dato possibile soltanto grazie alle politiche di tassazione che il premier ha messo in campo contro i cittadini con il pagamento di tasse gravose come ad esempio l’ultima, quella che ha reso amaro il Natale, l’Imu. Infatti questo è l’unico dato positivo che arriva per l’Italia.
E contrasta nettamente con l’aumento della disoccupazione (schizzata all’11,1%) e con l’incremento del debito pubblico (cifra storica  che arriva a circa 2mila miliardi di euro). Dov’è quindi la crisi? Di sicuro non certo nelle casse delle banche ma nelle tasche del cittadino che non arriva a fine mese.
TUTTI I NUMERI
Il rapporto delle banche parte dal 2011 quando Berlusconi era ancora al Governo. In quell’anno hanno chiuso con undisavanzo di 23,1 miliardi di euro. Con le tasse imposte dal governo Montinon solo è stato ripianato tutto il rosso dell’anno precedente ma si è arrivato a fatturare un utile di 4 miliardi di euro. Una differenza totale che è di 27 miliardi di euro (provenienti quasi tutti dalle tasse imposte agli italiani). Con questo andamento si prevede che gli utili aumenteranno di 6,5 miliardi di euro nei successivi dodici mesi che rappresentano il 2013. In totale si parla di dieci miliardi di euro.
I dati sono stati snocciolati dal segretario generale della Fabi Lando Maria Sileoni in una tavola rotonda a Roma. Il documento è destinato al fondo monetario italiano ma doveva essere tenuto lontano dagli occhi dei sindacati italiani che lottano contro la trattativa da 20- 30mila esuberi messa in campo da Banche e Governo.
Numeri che dimostrano lo stato di salute delle Banche nonostante l’Abi abbia fatto di tutto per dimostrare l’esatto contrario: la crisi degli istituti di credito e il loro stato di indigenza.
E invece ci sono anche altri dati che dimostrano l’ottima salute dei grandi istituti di credito: il mercato dei prestiti a famiglie e imprese passa dallo +0,5% quest'anno al +1,9% dell'anno prossimo. Bene anche il margine di interesse che, dopo un lieve calo dell'1,2% quest'anno, schizzerà a +2,5% nel 2013. Il roe (utile netto su patrimonio) aumenta dell'1,1% e poi dell'1,7%.
La crescita dei prestiti non rimborsati, andrà praticamente a scemare:  si passa dal 27,6% dello scorso anno al 18,4% del 2012 e al 13,8% del 2013. Ci sarà un biennio previsto in miglioramento che arriva dal + 3,8% al  +4%.
Numeri che, nonostante la loro difficoltà oggettiva di interpretazione, si commentano da soli. Il messaggio delle banche alla politica dovrebbe essere uno solo: Grazie Monti. E intanto gli italiani soffriranno ogni giorno di più la fame.

IL CASO USA: LE BANCHE RICICLANO DENARO SPORCO E NESSUN ARRESTO
In Italia le banche le risana il Governo Monti. Negli Usa, lo Stato più giustizialista del mondo progredito, dove esiste la pena di morte per chi uccide e il carcere per chi viene beccato sulla strada a sfrecciare a folle velocità, le Banche che riciclano denaro sporco se la cavano soltanto con una multa.
Il caso è relativo al colosso bancario HSBC che è stato accusato e condannato del riciclaggio di miliardi di dollari che provenivano dai cartelli della droga messicani o dei gruppo legati ad Al Quaeda.
Lo scandalo vero però non è questo ma il comportamento sanzionatorio adottato dal Dipartimento di Giustizia. Non solo ha concesso all'istituto di credito di evitare un processo che ne avrebbe danneggiato l’immagine. Gli ha permesso di cavarsela soltanto con una multa di 1,9 miliardi di dollari.
Una cifra che messa in questo modo potrebbe significare molto ma in un contesto dove girano miliardi e miliardi di dollari all'anno è davvero una cifra irrisoria, quasi come il pagamento di una multa da cento euro per chi ne guadagna duemila al mese.
Nessuno degli alti dirigenti dell’istituto di credito si è dovuto presentare in aula e nessuno ha pagato col carcere il grave reato finanziario commesso. Alla faccia di quegli automobilisti ubriachi che restano anche settimane e settimane dietro le sbarre soltanto per aver bevuto troppo o per aver guidato a folle velocità. Un privilegio , quello dei banchieri, che supera i confini degli stati e a cui nessuno è riuscito a mettere fine.
Un messaggio che ha lanciato anche Matt Taibi redattore di Rolling Stone e autore di Griftopia: Una storia di banchieri e di politici, e la più audace presa di potere nella storia americana.
La cosa sorprendente di questa logica –si legge su ComedonChisciotte.it - è che ribadisce esattamente un concetto contrario alla verità. Il messaggio che si manda a tutti, quando  le banche commettono crimini e nessuno viene punito, è che le banche possono farlo di nuovo. Quando si capisce che non c'è nessuna sanzione penale, se si commettono anche i più evidenti tipi di reato, quello che viene in mente a tutti, anche agli investitori di tutto il mondo, è che il sistema bancario è intrinsecamente pericoloso. E così, il messaggio è che questa non è affatto una mossa giusta per conservare il sistema bancario. In realtà, questa è una mossa incredibilmente distruttiva che mina la fiducia nell'intero mondo del sistema bancario. E' una decisione incredibile che sorprendentemente viene condivisa anche da gente della comunità finanziaria”.
C’è di più: la banca in questione ha violato la legge sul segreto bancario facendo circolare 9 miliardi di dollari che non sono stati controllati come diceva la legge. Crimini perpetrati all’aria aperta e per i quali nessuno pagherà mai per davvero. E tutto finisce con una multa che al massimo potrà essere reintegrata con due mesi di utili.
IL CASO GRAN BRETAGNA, LA STANDARD CHARTERED
Dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna il discorso non è tanto diverso. Infatti laStandard Charteted Bank (Britannica) è stata accusata dal dipartimento dei Servizi Finanziari di New York proprio perché una filiale americana aveva nascosto l’identità di clienti iraniani tra il 2001 e il 2010.
Un fatto che si sarebbe verificato su circa 60mila transazioni che avrebbero fruttato la “modica cifra” di 250miliardi di dollari, denaro ricevuto grazie a spese bancarie legate alle sue attività in Iran. Accuse che sarebbero confutate in 30mila pagine di documenti comprese mail interne alla Scb che descrivono le violazioni internazionali.  Le transazioni in dollari si concludevano nelle banche europee del Regno Unito e nel Medio Oriente. Erano liquidate attraverso la filiale di New York.  E anche per questo caso è previsto soltanto il pagamento di una multa e il licenziamento di alcuni impiegati di basso profilo.  Anche in questo caso la parola d’ordine è una sola: privilegio.

IL CASO SVIZZERA E LA LIBOR
E negli scandali delle grosse banche privilegiate dal sistema non poteva mancare la Svizzera.Coinvolta perché Ubs (Unione Banche Svizzere) ha annunciato di essere giunta a un patteggiamento di 1,5 milioni di dollari per porre fine allo scandalo Libor.
Il patteggiamento è stato effettuato grazie a un accordo con le autorità degli Stati Uniti, della Gran Bretagna e della Svizzera stessa.  Anche qui niente processi, niente arresti e pagamenti pecuniari irrisori facilmente recuperabili. In un’unica parola: privilegi.
Cosa è avvenuto in questo caso? E’ stato manipolato l’indice di riferimento interbancario, sulla base di cui si calcolano gli interessi dei mutui. La banca ha ritenuto di riconoscersi colpevole dell’accusa di frode per aver manipolato i tassi benchmark, incluso lo yen libor della sua filiale giapponese.
Una sanzione tre volte più ampia di quella inflitta alla britannica Barclay’s che aveva commesso lo stesso reato e ha pagato 450milioni di euro.
Ma oltre alla multa cosa succederà? Anche qui una sanzione irrisoria che colpisce dal basso. In quaranta infatti lasceranno l’istituto ma i capi rimarranno al loro posto nonostante è prevista una grave perdita che arriverà da questa multa.
Sembrerebbe a questo punto riduttivo ma è così: i banchieri vengono protetti in ogni dove e non rischiano da nessuna parte né le patrie galere e nemmeno (caso italiano) di finire in braghe di tela.
Chi paga per l’ennesima volta? I cittadini puniti anche per il minimo sbaglio.
di Viviana Pizzi 

QUANDO GLI STATI SALVANO LE BANCHE


Lunedì scorso sono arrivati i primi 3,9 miliardi di euro da parte del Tesoro Italiano con destinazione Monte dei Paschi di Siena, approvati dalla Commissione Europea in cambio di un piano di ristrutturazione del debito. Questo prestito, si legge nella nota della Commissione, consentirà alla banca di conformarsi alle raccomandazioni dell'autorità bancaria europea (Eba) e costituirà una riserva supplementare temporanea di patrimonio per contrastare la sua esposizione al rischio di debito sovrano.

Galeotta fu la nascente Unione bancaria europea di qualche giorno fa tra i 27 ministri economici dell'Unione, a favore di un piano di ricapitalizzazione (propagandisticamente meglio definita come “vigilanza bancaria”) da parte della BCE per quelle banche con un patrimonio superiore ai 30 miliardi di euro (per il resto delle banche, l'accordo prevede saranno gli stati nazionali a provvedere).

Spiacente, si fa per dire, per tutti coloro che credevano che in Italia non ci sarebbero stati salvataggi bancari grazie alla indubitabile stabilità di cui gli istituti finanziari si supponeva godessero.

Ecco appunto, perché di salvataggio si parla nel caso della Mps. Che tra l'altro, come anticipato da Standard & Poor's il 6 dicembre, potrebbe non essere sufficiente per impedire comunque un deterioramento in materia di capitale della banca, la quale, è bene sottolineare, era stata classificata dall'agenzia nella categoria “speculativa”.

A detta dei ministri comunque la decisione dell'unione bancaria sarà un passo fondamentale per la sicurezza dei depositi bancari, ma nulla nell'accordo si dice per esempio a proposito di ciò che Chesnais definisce come la socializzazione delle perdite, ovvero il fatto che milioni di cittadini stiano pagando i debiti che in realtà sono le banche ad aver accumulato.
Crediamo veramente che le banche europee, anche quelle italiane, non abbiano nulla a che vedere con la crisi del debito?

E' un fatto che esse si siano fatte impigliare, non certo ingenuamente, dalla crisi immobiliare e bancaria negli Stati Uniti. Meno evidente è sbrogliare la matassa del cosiddetto sistema ombra che le stesse banche (insieme ai fondi e società di investimento ecc.) hanno creato indebitandosi attraverso l'investimento in prodotti derivati, che non risultano nei loro bilanci contabili. Ora, quando queste attività subiscono, come hanno subito, delle perdite, ciò si ripercuote su tutto il sistema bancario.

Secondo il Rapporto del Consiglio di Stabilità Finanziaria (organo creato dal G20) dello scorso novembre infatti, il peso del cosiddetto shadow banking system per i 25 paesi che possiedono il 90% degli attivi finanziari mondiali è di 67.000 miliardi di dollari, ovvero la metà degli attivi totali delle banche e circa l'equivalente della somma del Pil di tutti i paesi del mondo. E' un altro fatto che questa cifra sfugge e probabilmente sfuggirà a qualsiasi regolamentazione e unione bancaria europea.

Infine, contrariamente a ciò che si crede, ciò che minaccia le banche non è e non sarà un default di pagamento da parte degli stati per una ragione molto semplice: ciò che minaccia le banche dal 2007 ad oggi è la montagna di debiti privati (molto più alti di quelli pubblici) accumulati grazie alla deregolamentazione bancaria creata a partire dagli anni '70 e implementata dagli anni '90. A riprova di ciò il fatto che nessun fallimento bancario a partire dal 2007 è stato causato da un default di pagamento sovrano.

La domanda è ora, vogliamo davvero seguire l'esempio della franco-belga Dexia, della spagnola Bankia e degli Stati Uniti in primis, trasformando il debito privato in pubblico, o vogliamo finalmente denunciare questi fatti, rimettendo in campo la questione non più procrastinabile della necessità di una nuova finanza pubblica.

di Chiara Filoni 

CGIA: BOOM DELLE ADDIZIONALI IRPEF


Cresce il peso delle tasse locali a seguito dell’aumento delle addizionali regionali e comunali Irpef. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA che, in primo luogo, ha analizzato l’andamento medio delle addizionali Irpef applicate in questi ultimi anni sulle persone fisiche dai Comuni capoluogo di Provincia e dalle Regioni e, in secondo luogo, ha  pesato l’aggravio fiscale di queste due imposte sui redditi  di quattro diverse tipologie di lavoratori dipendenti.

I risultati ottenuti, purtroppo, sono sconsolanti: le nostre buste paga sono sempre più leggere.

Un operaio con un reddito annuo pari a 20.000 euro, che corrisponde ad una busta paga netta di 1.240 euro al mese, l’anno prossimo si troverà una trattenuta annua di 420 euro. 14 euro aggiuntivi rispetto al 2012 e ben 95 euro in più se il confronto è realizzato con l’anno di imposta 2010.

Non va meglio nemmeno ad un ipotetico impiegato con un reddito annuo di 32.000 euro, pari ad uno stipendio mensile di 1.840 euro circa.  L’anno prossimo il peso delle addizionali comunali e regionali Irpef decurterà il suo reddito annuo di ben 700 euro. Rispetto al 2012 l’incremento è di 24 euro. Se, invece, la comparazione viene eseguita sul 2010, l’aggravio aggiuntivo è di 133 euro.

Per un quadro, con un reddito annuo di 60.000 euro che si “traduce” in uno stipendio mensile di poco superiore ai 3.000 euro, l’anno venturo “lascerà” al Comune e alla Regione di residenza ben 1.346 euro. 52 euro in più rispetto al 2012 e ben 265 euro se la comparazione è tra il 2013 e il 2010.

Un dirigente, con un reddito annuo di 150.000 euro che gli consente di portare a casa quasi 7.000 euro netti al mese, nel 2013 dovrà versare 3.447 euro di addizionali Irpef. Rispetto al 2012 l’aumento è di 169 euro. Se il confronto è fatto con il 2010, l’aggravio fiscale aggiuntivo è di 714 euro.

L’aumento della tassazione locale è diventato ormai una costante che caratterizza la politica fiscale degli Enti localicommenta Giuseppe Bortolussi segretario della CGIALo Stato risparmia tagliando i trasferimenti, le Regioni e i Comuni si difendono alzando il livello delle imposte per mantenere in equilibrio i propri bilanci. Speriamo che con la nuova Legislatura si riprenda in mano il tema del federalismo fiscale, altrimenti tra Imu, Irap, Tares, e addizionali Irpef i cittadini e le imprese si troveranno a pagare sempre di più senza avere un corrispondente aumento della qualità e della quantità dei servizi offerti.”