giovedì 19 luglio 2012

SANGALLI: "GIÙ LE TASSE PER LIBERARE L’ECONOMIA E SOSTENERE LA CRESCITA"


Il presidente di Confcommercio chiede alla politica un "impegno fortissimo": "bisogna diminuire le aliquote legali di prelievo fiscale attraverso meno e migliore spesa pubblica da una parte, e meno evasione ed elusione dall’altra".

Per battere la recessione e riprendere a crescere, Confcommercio propone al Paese una terapia d'urto. L'ha illustrata il presidente Carlo Sangalli nel suo intervento di apertura del convegno "Liberare l'economia: meno tasse più crescita", svoltosi a Roma presso la sede nazionale della Confederazione. La proposta parte dal riconoscimento di un dato di fatto: per chi le tasse le paga, il livello di pressione fiscale ha raggiunto un livello prossimo al 55%, che "zavorra drasticamente investimenti e consumi" e che rischia di portare allo "schianto dell'Italia produttiva". E dunque, visto che - come ha detto Sangalli - "non possiamo permetterci né l'avventurismo di riduzioni di pressione fiscale in deficit o comunque senza solide coperture strutturali, né la disobbedienza fiscale" non ci sono scorciatoie: bisogna diminuire le aliquote legali di prelievo fiscale attraverso meno e migliore spesa pubblica da una parte, e meno evasione ed elusione dall'altra, per "liberare" l'economia e sostenere la crescita. "L'itinerario - ha scandito il presidente di Confcommercio - deve essere chiaro e la decisione politica deve essere fortissima. Ed è una decisione che deve essere assunta ora, per rafforzare la fiducia delle imprese e dei lavoratori, dei cittadini e delle famiglie in un futuro diverso e migliore". Per questo, Confcommercio auspica che, nel corso della discussione parlamentare del disegno di legge delega "per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita", venga recuperata l'ipotesi dell'istituzione del cosiddetto "fondo" per il taglio delle tasse, alimentato da almeno una quota parte dei risultati della lotta all'evasione ed all'elusione. Sangalli ha poi sottolineato la necessità di semplificare il "barocco sistema fiscale", che richiede alle imprese di sopportare costi amministrativi diretti per circa 2,7 miliardi di euro l'anno per far fronte agli adempimenti, di puntare ad un processo di costituzionalizzazione dello Statuto del contribuente e di riordinare la fiscalità territoriale. Per Confcommercio, "alleggerire l'imposizione significa anche procedere con determinazione sul terreno della spending review: serve con urgenza una vera e propria 'chirurgia ricostruttiva' della spesa pubblica capace di incidere in profondità e con precisione". A questo proposito Sangalli ha definito "giusta" la direzione di marcia del recente decreto in materia, anche perché le economie di spesa che ne derivano consentono di rinviare al luglio 2013 eventuali, ulteriori aumenti delle aliquote Iva. Ma l'ipotesi va accantonata del tutto "agendo sia sul riordino della spesa sociale, sia sui regimi di esenzione, esclusione e favore fiscale", perché gli aumenti Iva, tra il 2011 ed il 2014, rischiano di tradursi in minori consumi reali per circa 38 miliardi di euro. Il presidente di Confcommercio ha quindi evidenziato la necessità di "un impegno determinato per battere in breccia le patologie dell'evasione e dell'elusione fiscale", perché "chi evade e chi elude mina le fondamenta del patto di cittadinanza ed opera a danno della crescita e dello sviluppo del nostro Paese". D'altra parte, le stime delle imposte evase fa rabbrividire: 120/150 miliardi di euro l'anno, cifre che "confermano che si tratta di una patologia che taglia trasversalmente tutta l'economia e la società italiane". Per combatterla, sono stati varati o rafforzati vari strumenti e rafforzati i controlli sul campo, a proposito dei quali Sangalli ha invitato a evitare eccessi e generalizzazioni: "giudichiamo che chi opera scorrettamente lo fa anzitutto a danno dei tantissimi che il proprio dovere lo fanno ogni giorno. Ma, con altrettanta nettezza respingiamo la suggestione strisciante dei commercianti, dei lavoratori autonomi, dei piccoli imprenditori tutti evasori e soltanto loro evasori. L'evasione è il risultato, in via esclusiva o prevalente, degli scontrini non battuti? Non rivendichiamo prerogative esclusive di virtù e non accettiamo l'esclusività dello stigma del vizio: respingiamo, dunque, tanto la logica del 'bollino blu', quanto la logica delle 'liste nere'". Basta con i luoghi comuni, insomma, è l'appello del presidente di Confcommercio, perché "più che mai oggi abbiamo bisogno di coesione e di unità per dare all'Italia un futuro diverso e migliore". E sul terreno fiscale, c'è bisogno di "un patto tra tutti i contribuenti in regola, quale che sia il loro ambito di attività, e tra questi contribuenti, le istituzioni e l'amministrazione finanziaria". "Per combattere giustamente ed efficacemente la patologia dell'evasione - ha specificato Sangalli - occorre anche che si sappia distinguere tra chi programmaticamente evade e chi, soprattutto in una fase di crisi bruciante come l'attuale, le tasse, pur dichiarandole, non ce la fa proprio a pagarle". Ciò non toglie che Confcommercio "condanna con fermezza minacce e violenze nei confronti di chi è incaricato di riscuotere le imposte secondo le norme vigenti", ma "è poi responsabilità del Governo e del Parlamento intervenire per temperare il sovraccarico di aggio, sanzioni ed interessi, che, sommandosi alle imposte, innesca spesso una spirale distruttiva e senza soluzioni". "La costruzione di un fisco più equo, trasparente e orientato alla crescita" - ha concluso Sangalli - resta una questione urgentissima cui occorre dare tempestiva soluzione. Per contrastare la recessione e per tornare ad imboccare il cammino della crescita". 

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