martedì 5 giugno 2012

GIORNATA MONDIALE DELL'AMBIENTE. ECCO COME SALVARE IL CLIMA E DIRE ADDIO AL PETROLIO

Come ridurre dell’80 per cento la domanda di petrolio? Con più rinnovabili e con motori più efficienti: è il nuovo scenario Energy [R]evolution 2012. La nostra possibilità di salvare, assieme al clima globale, ecosistemi fragili come l’Artico e il Mediterraneo, minacciati dalle trivellazioni offshore.

Abbiamo presentato il rapporto oggi a Berlino insieme all’European Renewable Energy Council (EREC) e al Global Wind Energy Council (GWEC). Questa quarta edizione include per la prima volta un’analisi delle riserve di combustibili fossili, un’indagine sullo stato delle rinnovabili termiche e sugli effetti socio-economici dell’espansione delle rinnovabili. In questo scenario, dopo un picco al 2015, le emissioni si ridurrebbero come richiesto dalla comunità scientifica per evitare gli effetti peggiori del cambiamento climatico. Al 2050, le emissioni sarebbero inferiori dell’80 per cento rispetto ai livelli del 1990.

Secondo Energy [R]evolution 2012, le rinnovabili potrebbero fornire fino al 90% dei consumi elettrici e per riscaldamento e oltre il 70% dell’energia per i trasporti. Questa trasformazione garantirebbe la crescita economica e la riduzione dei costi dell’energia. Le emissioni di CO2 verrebbero drasticamente ridotte prevenendo una catastrofe climatica e creando milioni di nuovi posti di lavoro.

Il settore delle rinnovabili si sta rapidamente espandendo in tutto il mondo, ma l’industria delle auto si oppone all’adozione di tecnologie maggiormente efficienti per la motorizzazione, anche se sono già disponibili. Il nostro rapporto suggerisce tutto quello che occorre fare:

un aumento nell’efficienza dei motori che, nella sola Europa potrebbe ridurre i consumi del 40%; la riduzione a un terzo dei consumi attuali grazie a auto più piccole, prodotte con materiali più leggeri e con maggior uso di propulsione elettrica da fonti rinnovabili; una consistente espansione dei servizi di trasporto pubblico.

Per ridurre la domanda di petrolio, proteggere il clima e evitare disastri come quello della Deepwater Horizon, non c’è altra soluzione che aumentare l’efficienza dei motori e rendere quanto prima superflue le attività estrattifere, cominciando da quelle offshore.

In Italia, l’operazione che sta tentando il Ministro Passera - lasciare mano libera alle trivellazioni offshore fino a sole 5 miglia dalle nostre coste - è un chiaro segnale di miopia industriale e di dipendenza verso le multinazionali del petrolio, che intendono spremere fino all'ultima goccia di greggio presente nel pianeta pur di ritardare il più possibile la fine dell’era dell’oro nero”.

Gli investimenti necessari per attuare lo scenario Energy [R]evolution al 2050 sono stimati in 1.200 miliardi di dollari/anno, solo l’1 per cento del PIL mondiale. E l’impatto occupazionale globale della nostra rivoluzione energetica? 4,8 milioni di posti di lavoro in più nel mondo al 2020. 

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