lunedì 23 gennaio 2012

MUTUI: MEDIA TASSI 4,60%,(CRESCIUTI +0,16%) DIFFERENZIALE (+ 0,67%) TRA ITALIA E UE (3,93%)

RIDOTTI (- 0,17% QUELLI SUL CREDITO AL CONSUMO, CHE E’ + 0,84%, (7,32% ITALIA, 6,48% UE).DECRETO LIBERALIZZAZIONI,NON HA INTACCATO POTERE BANCHE, RAFFORZANDONE L’ARBITRIO.

Il decreto sulle liberalizzazioni varato dal Governo Monti, non ha minimamente intaccato il potere delle banche,che continuano ad applicare tassi di interessi più elevati dello 0,67% sui mutui, che in Italia sono pari al tasso del 4,60% contro il 3,93% della media Ue;  (+ 0,84% il differenziale sul credito al consumo),ma ne ha al contrario rafforzato l’arbitrio, legalizzando, all’art 29, nel capitolo “Assicurazioni connesse all’erogazione di mutui immobiliari”, l’obbligo di subordinare una costosa polizza assicurativa di 15.000-20.000 euro da pagare in anticipo (con il 20% del valore quale copertura e l’80% come provvigioni), che i signori banchieri impongono pena la mancata erogazione del prestito.

Adusbef e Federconsumatori, stupite da una norma che rende legittimi i comportamenti illegali delle banche, sanandone le pratiche commerciali scorrette e fraudolente adottate in passato su un giro di affari di 2,5 miliardi di euro l’anno, in aperta violazione del Codice del Consumo e di norme Antitrust, giudicate illecite perfino dall’Isvap che le aveva vietate, nel ricordare che nella stipula del mutuo è obbligatoria solo l’assicurazione su incendio e scoppio dell’immobile del valore di 300/400 euro, continuano a ritenere illecito l’obbligo di una polizza vita su un mutuo,anche se suffragata da due preventivi di due differenti gruppi assicurativi.

E mentre i banchieri possono brindare ai provvedimenti del governo,che colpisce tutti, eccetto banche, assicurazioni e compagnie petrolifere veri monopolisti dei rispettivi settori, si continua ad allargare la forbice e l’elevato differenziale tra i tassi medi applicati a mutui e prestiti in Italia ed in Eurolandia.

Per i mutui (+0,67%) la forbice va allargandosi per tornare ai livelli di aprile 2011. Per i prestiti (+0,84%) tende ancora a ridursi. I dati forniti da BCE e Bankitalia sono aggiornati a novembre 2011. Non scontano ancora, per i mutui, l’impennata degli spread aggiunti al tasso (euribor o eurirs) dalle banche italiane allo scopo  di scoraggiare la richiesta di finanziamenti da parte delle famiglie. Per i mutui a tasso variabile, oltre all’Euribor, in forte calo,  gli spread applicati vanno dal 2,70 a 4,90 (fonte MutuiOnline).
     Le banche stanno approfittando del notevole abbassamento dell’Euribor per imporre spread in aumento. Vediamo l’andamento del tasso interbancario europeo:
In sei mesi (da luglio 2011 a ieri, 20 gennaio 2012):
l’euribor a 1 mese è passato da 1,46 a 0,775% .
L’euribor a 3 mesi è sceso da 1,62 a 1,182%.
L’euribor a 6 mesi è passato da 1,83 a 1,471%.

C’è da chiedersi come mai le banche sostengono di avere problemi di liquidità, quando il tasso praticato sul mercato interbancario europeo, cioè l’euribor, è così basso? E perché hanno parcheggiato in depositi presso BCE i quasi 500 miliardi erogati dalla stessa Banca Centrale,dopo aver ricevuto 216 miliardi di euro di finanziamenti al grazioso tasso dell’1 per cento ?

Le famiglie riescono ancora a reggere i colpi della crisi, ma con sempre maggiore difficoltà.
Secondo Bankitalia [La ricchezza delle famiglie italiane. 12-2011]:
“Nel confronto internazionale le famiglie italiane risultano relativamente poco indebitate: l’ammontare dei debiti è pari all’82 per cento del reddito disponibile (in Francia e in Germania è di circa il 100 per cento, negli Stati Uniti e in Giappone è del 130 per cento, nel Regno Unito del 170 per cento).

Mostrano inoltre un’elevata ricchezza, pari, nel 2009, a 8,3 volte il reddito disponibile, contro l’8 del Regno Unito, il 7,5 della Francia, il 7 del Giappone, il 5,5 del Canada e il 4,9 degli Stati Uniti).

C’è però da considerare che la “capacità di spesa” (PIL pro capite su un paniere di prodotti standard) dei cittadini italiani rispetto a quella dei cittadini di altri paesi è notevolmente inferiore.  Il dato (2010) è fornito da Eurostat(11-2011).
Fatta pari a 100 la “capacità di spesa” dei cittadini della UE(27), gli Spagnoli si collocano a 100, gli Italiani si collocano a 101, i Francesi a 108, gli inglesi a 112, i Tedeschi a 118, gli Olandesi a 133. Per arrivare al dato di  271 dei Lussemburghesi che hanno una capacità di spesa superiore di oltre due volte e mezza la nostra.
                                                  
Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori) 

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