giovedì 19 gennaio 2012

BRACCONAGGIO, CAGLIARI: 8MILA LACCI E ALTRI STRUMENTI DI MORTE DISTRUTTI DAI VOLONTARI LIPU. SEI UCCELLATORI RIPRESI DA TELECAMERE E DENUNCIATI

Conclusa la prima fase dei campi LIPU contro l’uccellagione in Sardegna

Sette uccellatori denunciati, quasi 8mila lacci per la cattura di uccelli e 50 cavetti metallici per la cattura di mammiferi distrutti. E’ il bilancio della prima fase dei campi della LIPU-BirdLife Italia contro l’uccellagione in Sardegna. Grazie a microtelecamere nascoste nei boschi del cagliaritano, i volontari della LIPU, con il supporto dei volontari del Cabs (Committee Against Bird Slaughter), sono riusciti a riprendere sei uccellatori, che sono poi stati denunciati al Comando Carabinieri di Capoterra (CA) per uccellagione e maltrattamento di animali e, in alcuni casi, per caccia in area protetta e a specie particolarmente protette, come pettirosso e frosone.

Nel corso del campo i volontari, la cui attività si è svolta in collaborazione con iCarabinieri di Cagliari, hanno distrutto 7.934 lacci per la cattura di uccelli e 50 cavetti metallici per la cattura di mammiferi di medie e grandi dimensioni. Decine i chilometri di sentieri percorsi nei boschi di Capoterra, Pula, Uta e Assemini alla ricerca di lacci di crine di cavallo utili per catturare uccelli destinati poi al “Pillonis de taccula”, il tradizionale spiedino consumato prevalentemente durante le festività natalizie.

I volontari sono inoltre riusciti a dare un’identità ai tre uccellatori ripresi nel 2010 con le telecamere nascoste: nelle loro abitazioni i Carabinieri hanno trovato e sequestrato uccelli congelati e strumenti per l’uccellagione.
Sempre i Carabinieri, coadiuvati da volontari specializzati della LIPU, hanno bloccato in località Dispensa Gambarussa D.M., 52 anni, di Capoterra, che trasportava nell’auto merli e tordi presi al laccio. La successiva perquisizione a domicilio ha portato al ritrovamento di altri uccelli congelati e di lacci per la cattura. Il bracconiere è stato denunciato per i reati di uccellagione, maltrattamento e detenzione di specie particolarmente protette.

La LIPU ha chiesto al Comando Stazione Carabinieri di Capoterra di avanzare al Questore di Cagliari la proposta di misure di prevenzione – il cosiddetto “foglio di via” - per alcune persone che hanno la residenza nel Comune di Capoterra ma che svolgono attività di uccellagione abituale nel territorio dei Comuni di Assemini e Pula e che si sono più volte rese responsabili di atti di violenza nei confronti dei volontari della LIPU. 

L’importante azione condotta dalla LIPU ha portato alla luce l’incredibile atteggiamento degli uccellatori che si considerano i padroni del territorio - commenta Giovanni Malara, responsabile del settore Antibracconaggio della LIPU  -  Piazzano trappole illegali, vendono uccelli protetti e non, aggrediscono violentemente coloro che osano disturbarli, danneggiano il bosco dove lasciano rifiuti di ogni genere. Ci auguriamo che lo Stato, che ora conosce nomi e cognomi di questi soggetti, trovi finalmente la forza di interdire ai violenti, che vivono dei proventi della loro attività illegale, la frequentazione dei boschi dove giornalmente delinquono, come già avviene per i tifosi violenti degli stadi”.

La LIPU ha anche intensificato i propri sforzi per diffondere la cultura della legalità ambientale negli istituti scolastici: nel corso del campo l’associazione ha incontrato centinaia di studenti dell’Istituto statale comprensivo “Benedetto Croce” di Pula e della sezione staccata di Domus de Maria e con quelli dell’Istituto Statale “Sergio Atzeni” di Capoterra, nel corso dei quali sono stati illustrati i danni che il fenomeno dell’uccellagione produce all’ambiente naturale ed al patrimonio faunistico della Sardegna meridionale.

Vorremmo ringraziare – conclude il presidente LIPU Fulvio Mamone Capria - il personale dell’Arma dei Carabinieri ed i Dirigenti Scolastici degli Istituti di Capo. 

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