lunedì 28 febbraio 2011

(PRE)CARI AMICI: 110 E LODE: ITALIA, IL PAESE DELLA MERITOCRAZIA

Questa storia delle prodigiose “signorine 110 e lode” non mi va proprio giù.  

Resta sul gozzo come un boccone amaro e indigesto. Italo Bocchino, in vari talk show, ripete le cifre da capogiro che questa “sorprendente” igienista dentale andrà ad accumulare nei suoi conti in banca per meriti tutti da verificare, a fronte di giovani militanti che, pur prodigandosi per la causa sin dalla culla, vengono surclassati da persone come la Minetti. Gli si contrappongono Berlusconi (e, in secundis, Formigoni) che sostiene l’avvenente consigliera regionale, la cui strabiliante carriera accademica prova che questa ragazza prodigio merita di stare dov’è. 

Ecco, mi voglio soffermare su quel “merita”.

Se c’è un verbo che nel nostro paese decadente non dovrebbe più essere utilizzato è proprio “meritare”. Per rispetto verso chi, sull’inconsistenza del merito, si è logorato anima e corpo. Prendo ad esempio la classe medica, perché, volente o nolente, ne faccio parte. In particolare coloro che hanno avuto la triste idea (in modo del tutto presuntuoso!) di tuffarsi nella piscina (vuota) della ricerca scientifica italiana. Immaginiamo un giovane neo-maturato che passi l’estate a studiare (invece che partire per un’isola della Grecia) per superare il devastante barrage del numero chiuso. Immaginiamo che, solo tre giorni prima della prova, venga a sapere che il 70% delle domande verteranno su “cultura generale”. Immaginiamo dunque le bestemmie che naturalmente avrà proferito mentre gettava benzina sui libri di chimica, fisica, biologia…

Il giovane passa l’esame alla grande: gioia, tripudio… Sino al discorso d’ingresso (attenzione: NON di benvenuto) alle matricole. In un’aula spettrale vengono radunati giovani tremanti di felicità e di paura; dietro un ligneo altare su scranni fastosi… La casta! Figure in penombra dalle fattezze di cariatidi provvedono immediatamente a puntare estintori contro l’entusiasmo. Parlano in percentuale: il 30% dei presenti verrà ELIMINATO al primo semestre, un altro 30% entro il primo anno, del restante 40% qualcuno si laureerà, ma sicuramente non passerà l’esame per entrare in specializzazione… Ma cos’è, un lager? L’isola dei famosi? X-factor?

Ragazzi, stanno investendo sei, ben sei anni delle loro vite! Non sono mica qui a pettinare bambole! Una piccola pacca sulla spalla no?!  

I sei anni scorrono lentamente, penosamente, faticosamente, tra professoroni bastardi, medici che non hanno voglia di insegnare in corsia, leccapiedi che cominciano a spiccare sin dal terzo anno nella penombra generale di giovani stanchi e delusi. Arriva la laurea, dopo insulti, offese, tentativi di manomissione psicologica… Evviva! Centodieci e lode! Poi l’abilitazione e quindi… L’esame per la specializzazione. La tomba di tutti i neo-laureati non paraculati. Ma immaginiamo che quel giovane, rimboccandosi le maniche (anche se molti non hanno dovuto rimboccare esattamente quelle), ce la faccia. Evviva!

Cinque anni di specializzazione: i più brutti della sua vita. Baroni, portaborse, malcostume, progetti rubati, telefonini che squillano nel cuore della notte per chiedere dov’è il lavoro X, guardie non assistite e non assicurate, promozioni di carriera del tutto ingiustificate, viaggi all’estero convertiti ad altri con il proprio progetto di ricerca, corse in aeroporto per “accompagnare” il capo a un congresso oltreoceano. All’inizio il giovane cerca di ribellarsi, di trovare una coesione di classe: ma i più tacciono – peggio – osteggiano. Il caldo della sedia che hanno sotto il sedere gli basta. Queste sono le regole, questo è il SISTEMA, è tutto normale. Se c’è qualcosa di anormale, è chi pensa che le cose possano andare diversamente. È cosa buona e giusta stare sotto il tavolo, leccare i piedi, prendere calci e mangiare briciole, puntando a un posto a tavola. Questo è il vero merito.

Finisce la specializzazione, a pieni voti! Evviva… E adesso? 

Il giovane vede coetanei consenzienti e mediocri sfrecciare sull’onda del Professor Antani, avere il dottorato di ricerca grazie all’illustre Cavalier Lup-Man, partecipare a concorsi il cui bando, nella gazzetta ufficiale, l’avevano visto solo quelli del team dell’Ingegner Tapioca. Ma il giovane (che ormai è vecchio) continua a viaggiare sull’autostrada dell’Antimeritocrazia, tra progetti di ricerca e contratti a tempo determinatissimo, su una Panda comprata con summa cum laude in contanti e assegni di olio di gomito, vedendo sfrecciare automobili di lusso, SUV grandi come mammut, ferrarini superpotenti.  


Onore al merito… Soprattutto a chi non ne ha.




Fonte: http://www.camminandoscalzi.it
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MILLEPROROGHE: NORMA “SALVABANCHE” SARA’ VALUTATA DALLA CONSULTA.

AVV.TANZA (ADUSBEF) HA SOLLEVATO OGGI INCOSTITUZIONALITA’ DEL COLPO DI SPUGNA AL TRIBUNALE DI BARI, IN UNA DELLE PRIME CAUSE SULL’ANATOCISMO. NORME SU USURA E PORTABILITA’ DEI MUTUI NON SONO OSTACOLI COMPETITIVI, COME DICE MUSSARI,MA STIMOLO COMPETEZIONE A CARTELLO ABI-BANKITALIA. 

Non si illudano il presidente dell’Abi Giuseppe Mussari ed il Governatore della Banca d’Italia Draghi, dopo aver vinto il primo round sulla prescrizione decennale, grazie alla porcata del Governo nel milleproroghe, che ha cancellato consolidate sentenze ultradecennali della Suprema Corte di Cassazione.

Prima di cantare vittoria, aspettino la pronuncia della Corte Costituzionale la cui prima eccezione di incostituzionalità, è stata sollevata stamane dal vice presidente Adusbef, avv. Antonio Tanza, nell’udienza già fissata al Tribunale di Bari, in una vertenza contro una banca sulla restituzione degli interessi anatocistici, ma soprattutto non credano che nella legislazione ad hoc che hanno richiesto al ministro Tremonti, il parlamento potrà mai smantellare la legge 108/96 antiusura, per assecondare le richieste dei bankster e dei loro compari.

Stamane infatti,in un processo contro la ex Banca di Roma (oggi Gruppo Unicredit), che deve restituire 3,1 milioni di euro di interessi anatocistici alla Società Sacol pendente nel Tribunale di Bari, giudice istruttore Federici, gli avv. Antonio Tanza, vicepresidente dell’Adusbef, Vincenzo Laudadio e Flavio Lo Russo, hanno sollevato la prima eccezione di incostituzionalità (la cui illegittimità Costituzionale del decreto milleproroghe era già stata avanzata dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano), con un atto giuridico pubblicato e reso disponibile a tutti i legali italiani, che hanno in corso vertenze giudiziarie contro le banche sui siti: www.adusbef.it ; http://www.studiotanza.it./

Arriveranno così alla magistratura, una valanga di ricorsi con richiesta di rimessione alla Corte Costituzionale del decreto milleproroghe, nella parte in cui "interpreta" l'art. 2935 c.c. sulla prescrizioni dei diritti nascenti dall'annotazione in conto,che come hanno affermato sentenze univoche della Suprema Corte di Cassazione, assegnano all’azione promossa dal cliente verso la banca per far valere la nullità della clausola che prevede, ad esempio, l'anatocismo, imprescrittibilità ai sensi dell'art. 1422 del codice civile. Imprescrittibilità dell'azione di nullità significa che la prescrizione dei diritti derivanti dall'annotazione non potrà mai intaccare il diritto dell'utente ad un'azione giudiziaria volta a far dichiarare la nullità delle clausole contrattuali originariamente nulle, quali quella dell'anatocismo (art. 1283 cod.civile),degli interessi ultralegali "uso piazza" o dei giorni di valuta "fittizi" (art. 1284 codice civile), ecc. poichè la domanda di ripetizione dell'indebito (indebito in quanto derivante da un negozio nullo) ha un presupposto imprescindibile: il pagamento,senza il quale non si potrà certo ripetere ciò che non si è mai pagato. E’ certamente singolare l’interpretazione che viene data dall’Abi e da Bankitalia alla concorrenza bancaria, ossia a quella condizione nella quale più imprese competono sul medesimo mercato, inteso come il luogo d'incontro ipotetico tra domande ed offerta, producendo i medesimi beni o servizi (offerta) che soddisfano una pluralità di acquirenti (domanda),quando il presidente Mussari ritiene che siano ostacoli competitivi la portabilità dei mutui e le norme sull’usura. Plaudendo all’ultima bravata del governo, che dietro richiesta di Bankitalia ed Abi, ha inserito e fatto approvare nel mille proroghe norme sull’anatocismo e sui crediti di imposta differiti, Mussari ha definito ostacoli competitivi le norme sull’usura e la portabilità dei mutui (lenzuolate Bersani), che producono un minimo di concorrenza nel cartello bancario e qualche piccolo vantaggio ai consumatori ed utenti bancari vessati e strangolati. Rimane l' usura. Oggi - ha spiegato Mussari - un mutuo a tasso variabile segna come tasso di usura massimo il 4,02%: con il costo della raccolta di oggi non è possibile. Il tasso d' interesse non è il prezzo per un servizio ma un prezzo per il rischio che la banca si assume. Se il prezzo per il rischio non è adeguato, la banca non si assume il rischio e se la banca non si assume il rischio noi rischiamo di spingere questi soggetti nelle mani della delinquenza organizzata".

Adusbef nell’osservare che il tasso di riferimento BCE è fissato all’1% e che praticare tassi al 4% già implica un ricarico ingiustificato del 400% per i mutui a tasso variabile, mentre per altre tipologie di prestiti i tassi soglia arrivano a superare al 27%, con un ricarico legalizzato del 2.700%, chiede al presidente dell’Abi Mussari di lasciar stare la delinquenza organizzata per giustificare le sue richieste,dato che milioni di utenti bancari, hanno già subito sulla propria pelle, quella dei colletti bianchi che operano nel sistema bancario e dei consigli truffaldini di Patti Chiari e dell’Abi,con la distruzione fraudolenta del loro sudato risparmio.

Non c’è solo un cartello bancario di cui i consumatori devono preoccuparsi,ma un accordo ancora più sottile e sotterraneo che Adusbef ha denunciato oggi all’Antitrust, sulla cui aperturta di una istruttoria non dubitiamo, riguardante la concertazione tra l’Abi e la Banca d’Italia a danno della concorrenza,del mercato,dei diritti lesi delle famiglie e degli utenti dei servizi bancari e finanziari. 


NO ALLO STOP A SOLARE E EOLICO IN ITALIA PREVISTO DAL DECRETO ROMANI

Legambiente ha analizzato nel dettaglio i contenuti della proposta di Decreto in attuazione della direttiva 2009/28/CE, che il ministro Romani presenterà al Pre-Consiglio dei Ministri di domani, 1 marzo, e che bloccherebbe inesorabilmente lo sviluppo delle Rinnovabili in Italia.

Il Governo Berlusconi getta la maschera con un attacco senza precedenti alle fonti rinnovabili. Con la proposta di Decreto legislativo che verrà presentata domani dal Ministro Romani si vogliono fermare l’eolico, il solare, e le biomasse in Italia per dare spazio al nucleare”. 

Questa la dichiarazione di Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente, che ha partecipato questa mattina alla conferenza stampa davanti al Ministero dello Sviluppo economico convocata da Legambiente Greenpeace, Wwf, Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Kyoto Club, Ises, Anev, Aper, Assoenergie futuro, Assosolare.  

Legambiente ha analizzato nel dettaglio i contenuti della proposta di Decreto in attuazione della direttiva 2009/28/CE, che il ministro Romani presenterà al Pre-Consiglio dei Ministri di domani, 1 marzo, e che bloccherebbe inesorabilmente lo sviluppo delle Rinnovabili in Italia

per il solare fotovoltaico il Decreto prevede un tetto a 8.000 MW, dopo il quale è previsto lo stop a qualsiasi incentivo. Limite incomprensibile, pari al fotovoltaico installato nel solo 2010 dalla Germania che ha così superato i 18.000 MW installati complessivamente puntando, in poco tempo, a raddoppiare questi obiettivi per raggiungere i target previsti dall’Unione Europea al 2020; 

per l’eolico, taglio retroattivo del 30% per gli incentivi in vigore: quando l’Unione Europea ha stabilito il divieto a qualsiasi intervento retroattivo proprio perché toglierebbero certezze agli investimenti delle imprese nel settore; 

un fallimentare sistema di incentivi con aste per i nuovi impianti: invece di ripensare gli attuali sistemi di incentivo, o copiare i migliori sistemi in vigore nei Paesi dove le rinnovabili stanno crescendo, si vuole introdurre in Italia il sistema delle aste che ha fallito in tutti i Paesi in cui è stato introdotto; 

stop ai regolamenti edilizi comunali e alle leggi regionali che spingono le rinnovabili in edilizia: altro che federalismo, il Decreto prevede il divieto di indicazioni “diverse o superiori” a quelle previste nel testo per le fonti rinnovabili in edilizia, con la conseguenza che i Comuni e le Regioni che già sono intervenute, in alcuni casi con indicazioni molto più ambiziose, dovranno fare un passo indietro senza poter, in alcun modo, intervenire in materia. 

Questo Decreto, se non verrà cambiato, sarà un autentico schiaffo da parte di Romani nei confronti del Parlamento e della stessa Unione Europeaha continuato Rossella Muroni -. Dopo due mesi di audizioni e confronti in Parlamento, con l’approvazione di risoluzioni da parte di Camera e Senato che proponevano correttivi al primo testo presentato dal Governo, perché approvare un testo che non tiene in alcun conto queste proposte? Forse, allora, era questo l’obiettivo della campagna mediatica negativa condotta dal Governo in questi mesi contro le fonti rinnovabili? Per far partire il nucleare facendolo pagare ai cittadini in bolletta?”. 

Legambiente si batterà per cambiare il provvedimento e invierà al più presto le sue osservazioni a Bruxelles, per denunciare come un Decreto che doveva attuare gli obiettivi di sviluppo delle rinnovabili (decisi dall’Unione Europea con una precisa Direttiva) ne blocchi invece lo sviluppo. 

Oltretutto, questa decisione costituirebbe la chiara smentita di quanto il Governo italiano si era impegnato a fare nel Piano Nazionale - inviato solo pochi mesi fa a Bruxelles - dove ben altri erano gli obiettivi e gli interventi previsti per attuare il target obbligatorio al 2020 del 17% di contributo delle fonti rinnovabili rispetto ai consumi finali. 

Ci auguriamoconclude il direttore di Legambiente - che almeno il Ministro Prestigiacomo intervenga e faccia valere le ragioni dell’ambiente”.

SALTO DI QUIRRA: URGENTE METTERE IN SICUREZZA IL TERRITORIO

Legambiente: “La casistica dei tumori è sufficiente per chiedere subito una moratoria delle attività e mettere in sicurezza il territorio. Il Parlamento conduca un’inchiesta rigorosa”

“A Quirra le persone si ammalano e muoiono da troppo tempo. La casistica dei tumori è sufficiente per sospendere immediatamente le esercitazioni. La Magistratura e il Parlamento proseguiranno il lavoro d’indagine ma non si può rimandare ancora la moratoria delle attività militari in attesa di lunghi e complessi studi. Approfondiremo la questione e porteremo avanti, in tutte le sedi possibili, la difesa della salute degli abitanti di Quirra e dei paesi vicini, ai quali ribadiamo la nostra piena solidarietà”. 

Così il presidente di Legambiente Sardegna, Vincenzo Tiana, interviene sulla grave situazione dei territori interessati dalle attività dei poligoni militari in Sardegna, sollecitando le autorità a un’immediata sospensione delle esercitazioni nel Poligono di Quirra. 

Legambiente ha organizzato sulla questione un incontro di approfondimento, convocato nel pomeriggio (ore 16:00 Sala Conferenze del Parco Naturale Regionale Molentargius – Saline -Via La Palma Cagliari), per delineare insieme a esperti e rappresentanti del Parlamento una prospettiva di sviluppo per le popolazioni del Sarrabus, dell’Ogliastra e dell’intera Sardegna. 

Secondo l’associazione ambientalista, infatti, il sequestro dei fondali marini disposto nei giorni scorsi dalla magistratura denota la gravità della situazione e, anche se non è stata ancora accertata definitivamente la correlazione tra la presenza di metalli pesanti nei terreni e nei fondali marini e l’insorgenza di tumori e malformazioni nella popolazione e negli animali, la casistica esistente configura un esteso allarme sufficiente ad attuare una moratoria delle esercitazioni militari fino a quando il Ministero della Difesa dimostri, in maniera inoppugnabile, che l’attività del poligono è assolutamente compatibile con l’ambiente.  

"Quanto sta accadendo – ha aggiunto Tiana - non è un fatto locale ma riguarda tutta la politica dei poligoni militari di Quirra, Capo Teulada e Capo Frasca per cui è necessario un intervento immediato dei Ministeri dell’Ambiente e della Salute per mettere in sicurezza i territori ed in particolare l’ambiente marino. Al Parlamento chiediamo un’inchiesta rigorosa”.  

Nel corso della mattina il presidente di Legambiente Sardegna insieme ai parlamentari Amalia Schirru e Francesco Ferrante, componente della Commissione parlamentare sull’uranio impoverito, hanno svolto un sopralluogo presso il distaccamento di Capo San Lorenzo del PISQ. 

“Il sequestro disposto dalla Magistratura – ha dichiarato Francesco Ferrante – di fatto impone una sospensione delle attività che va colta per mettere immediatamente in campo le iniziative che a regime possono assicurare la difesa della salute e dell’ambiente". 

“E’ necessario – ha aggiunto l’on. Amalia Schirru - sfruttare la sospensione per impedire anche l’attività di pascolo sull’area interna come misura precauzionale, attivare la bonifica immediata del territorio e dei fondali e migliorare anche la sicurezza e le condizioni di lavoro per i militari". 

Legambiente sostiene che l’indagine della Magistratura sia doverosa ma è necessario che le Istituzioni locali, regionali e nazionali assumano un’iniziativa congiunta per affrontare il problema nella sua complessità e gravità

L’associazione sottolinea poi che altri studi hanno rilevato concentrazioni superiori ai limiti accettabili di alcuni elementi tossici, come arsenico e cadmio, anche in alcune zone al di fuori del poligono come la vecchia miniera di Baccu Loci, per la quale bisogna prevedere una radicale ed estesa azione di disinquinamento a prescindere dalle questioni che riguardano il Poligono militare. 

Per questo Legambiente propone per il poligono di Quirra: l’immediata moratoria delle esercitazioni, la bonifica sia a terra che a mare dei residuati delle esercitazioni compiute finora, la valutazione rigorosa, con le procedure della VIA, della VAS e della compatibilità paesaggistica, del danno ambientale e sanitario, che preveda anche misure di compensazione ambientale, la messa in sicurezza del territorio, la richiesta alla Regione della formazione di un comitato con gli enti locali per intraprendere un’indagine multidisciplinare che studi un  programma di sviluppo territoriale. 

ROMA. VIOLENZA SESSUALE E SGOMBERO DELL’EX AMBASCIATA SOMALA: LA PUNIZIONE COLLETTIVA NON È UNA SOLUZIONE

Medici per i Diritti Umani (MEDU) manifesta vicinanza e solidarietà alla ragazza vittima del grave atto di violenza sessuale occorso la sera di venerdì scorso presso l’ex-ambasciata somala di Via dei Villini e auspica che i responsabili vengano individuati al più presto.

Allo stesso tempo MEDU esprime viva preoccupazione per le dichiarazioni del Sindaco Alemanno che chiede l’espulsione collettiva per tutti i rifugiati che si trovavano all’interno dell’ex ambasciata somala.

Fatta salva l’impraticabilità giuridica di una tale soluzione, è indispensabile distinguere le responsabilità individuali di chi si è reso autore di un odioso crimine, dalla condizione di profonda emarginazione che vivono oltre cento profughi somali, tutti in possesso di un regolare permesso di soggiorno per protezione internazionale. Già oltre due mesi fa, MEDU, insieme a molte altre associazioni, aveva rivolto un appello alle istituzioni (vedi comunicato del 21 dicembre 2010) - rimasto del tutto inascoltato - affinché si individuassero con urgenza soluzioni di accoglienza dignitose e percorsi di integrazione per i rifugiati somali (vedi testimonianze) costretti a vivere da anni in condizioni disumane presso il fatiscente edificio dell’ex-ambasciata di Via dei Villini. Nell’appello si denunciava “l’invivibilità” e le drammatiche condizioni alloggiative ed igienico-sanitarie (vedi foto parte1 e parte2) all’interno della struttura con evidenti rischi sia per la salute individuale e collettiva sia per la sicurezza. Oltre l’inaccettabile episodio di cronaca, è dunque indispensabile un’analisi più articolata sulla vicenda del degrado dell’ex-ambasciata di Via dei Villini e un’assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni sulle gravi carenze del sistema di accoglienza e integrazione per i rifugiati. E’ del resto evidente che in questa situazione, come in molte altre presenti a Roma, l’attuazione di reali politiche di accoglienza e di integrazione sarebbe anche il migliore strumento per prevenire la violenza e garantire sicurezza ai cittadini.

Sono inoltre sconcertanti le modalità con cui è avvenuto lo sgombero dell’edificio di Via dei Villini, la notte di sabato 26 febbraio, prodotto da un’imponente spiegamento di forze di polizia. Agli oltre cento cittadini somali che trovavano rifugio presso l’ex ambasciata è stato concesso di ritirare i pochi effetti personali, prima di essere allontanati non solo dall’edificio ma anche dall’area limitrofa a Via dei Villini. I rifugiati sono stati abbandonati a se stessi in mezzo alla strada, braccati dalle forze di polizia che non permettevano loro di stazionare in nessuna area, senza che venisse predisposto dal Comune e dalla altre istituzioni, un minimo piano di accoglienza in qualche struttura. Considerate tra l’altro, le rigide temperature di quella notte, tutto ciò non può non sembrare una sorta di punizione collettiva per delle colpe, se pur gravi, commesse solo da alcune persone, probabilmente già identificate e detenute presso la Questura di Roma. In mezzo alla strada - e privati, nel corso dello sgombero, dei farmaci essenziali per la terapia - si sono trovati anche pazienti affetti da serie patologie croniche (ipertensione, diabete) utenti dell’unita mobile di assistenza di MEDU presente settimanalmente in Via dei Villini da dicembre scorso. Solo a notte inoltrata, e dopo ripetute segnalazioni alla Sala Operativa Sociale, quattro di questi pazienti sono stati accompagnati dagli operatori di MEDU presso una struttura di accoglienza. 

Nell’immediato Medici per i Diritti Umani chiede che siano assicurate minime condizioni di accoglienza per i rifugiati sgomberati dall’ex-ambasciata somala. MEDU torna inoltre a chiedere che ai titolari di protezione internazionale somali venga assicurata una reale opportunità di integrazione.

BANCHE: MUSSARI (ABI) GIU' LE MANI NORME SU USURA E PORTABILITA’ MUTUI NON SONO OSTACOLI COMPETITIVI, MA STIMOLO COMPETIZIONE CARTELLO ABI-BANKITALIA.

BANCHE: NORME SU USURA E PORTABILITA’ MUTUI NON SONO OSTACOLI COMPETITIVI, MA STIMOLO COMPETIZIONE CARTELLO ABI-BANKITALIA.

E’ certamente singolare l’interpretazione che viene data dall’Abi e da Bankitalia alla concorrenza bancaria, ossia a quella condizione nella quale più imprese competono sul medesimo mercato, inteso come il luogo d'incontro ipotetico tra domande ed offerta, producendo i medesimi beni o servizi (offerta) che soddisfano una pluralità di acquirenti (domanda),quando il presidente Mussari ritiene che siano ostacoli competitivi la portabilità dei mutui e le norme sull’usura.

Plaudendo all’ultima bravata del governo, che dietro richiesta di Bankitalia ed Abi, ha ieri inserito e fatto approvare nel mille proroghe norme sull’anatocismo e sui crediti di imposta differiti, Mussari ha definito ostacoli competitivi le norme sull’usura e la portabilità dei mutui (lenzuolate Bersani), che producono un minimo di concorrenza nel cartello bancario e qualche piccolo vantaggio ai consumatori ed utenti bancari vessati e strangolati.

“Bene per le norme su anatocismo e differimento crediti d' imposta contenuti nel decreto Milleproroghe, ma per le banche rimangono ancora ostacoli competitivi- ha sottolineato il presidente dell' Abi, Giuseppe Mussari, citando in primis le norme sull' usura e poi il tema della portabilità dei mutui per le imprese e le pubbliche amministrazioni. "Rimane l' usura. Oggi - ha spiegato Mussari - un mutuo a tasso variabile segna come tasso di usura massimo il 4,02%: con il costo della raccolta di oggi non è possibile. Il tasso d' interesse non è il prezzo per un servizio ma un prezzo per il rischio che la banca si assume. Se il prezzo per il rischio non è adeguato, la banca non si assume il rischio e se la banca non si assume il rischio noi rischiamo di spingere questi soggetti nelle mani della delinquenza organizzata".

Adusbef nell’osservare che il tasso di riferimento BCE è fissato all’1% e che praticare tassi al 4% già implica un ricarico ingiustificato del 400% per i mutui a tasso variabile, mentre per altre tipologie di prestiti i tassi soglia arrivano a superare il 20%, con un ricarico legalizzato del 2.000%, chiede al presidente dell’Abi Mussari di lasciar stare la delinquenza organizzata per giustificare le sue richieste,dato che milioni di utenti bancari, hanno già subito sulla propria pelle, quella dei colletti bianchi che operano nel sistema bancario e dei consigli truffaldini di Patti Chiari e dell’Abi,con la distruzione fraudolenta del loro sudato risparmio.

Non si illuda Mussari dopo che ha vinto il primo round sulla prescrizione decennale che ha cancellato consolidate sentenze della Suprema Corte di Cassazione,prima di cantare vittoria, aspetti la pronuncia della Corte Costituzionale la cui prima eccezione di incostituzionalità, verrà sollevata dal vice presidente Adusbef avv. Antonio Tanza, domattina 28 febbraio nell’udienza già fissata al Tribunale di Bari in una vertenza contro una banca sulla restituzione degli interessi anatocistici, ma soprattutto non creda che nella legislazione ad hoc che ha richiesto,il parlamento potrà mai smantellare la legge 108/96 antiusura,per assecondare le richieste dei bankster e dei loro compari.

PREZZI: COLDIRETTI, STESSI SPAGHETTI TRIPLICANO DA NEGOZIO AD ALTRO

Il prezzo della stessa marca e confezione di spaghetti arriva a triplicare da un negozio all’altro, quello della Nutella, di yogurt e birra del tutto identici quasi raddoppiano, mentre la stessa confezione di latte cresce del 50 per cento.

E’ quanto emerge da uno studio relativo al 2010 sulla dispersione dei prezzi al consumo realizzato da Giovanni Anania e Rosanna Nisticò e pubblicato in un working paper del Gruppo 2013 promosso dalla Coldiretti. I risultati dello studio - sottolinea la Coldiretti - sottolineano l’importanza della scelta dei punti vendita nel momento di fare la spesa alimentare che è la principale voce del bilancio familiare per gli italiani, dopo l’abitazione.

La rilevazione dei prezzi di 14 prodotti alimentari di marca in commercio nel 2010 in differenti punti vendita evidenzia infatti - riferisce la Coldiretti - una forte variabilità, con il prezzo massimo che è pari a circa il doppio di quello minimo per ben sette delle referenze analizzate e arriva a triplicare nel caso degli spaghetti. In altre parole - precisa la Coldiretti - si può arrivare a dimezzare la spesa senza rinunciare alla qualità o alle proprie preferenze specifiche facendo una scelta oculata dei punti vendita, anche se questo comporta in realtà disponibilità di tempo e una buona dose di tenacia.

A differenza di quello che ci si potrebbe aspettare, solo per 8 dei 14 prodotti considerati dall’analisi il prezzo piu’ basso è stato osservato nei supermercati dove peraltro per due referenze è stato rilevato il prezzo piu’ alto. Ad essere importante nella fissazione del prezzo è anche la collocazione del negozio in piccoli o in grandi centri urbani. I prezzi medi nell’area urbana non sono sistematicamente piu’ bassi di quelli dei centri piu’ piccoli e delle aree rurali, ma al contrario per 11 dei 14 prodotti il prezzo medio è piu’ alto nell’area urbana. Questo suggerisce che la pi ù grande densità di fornitori nell’area urbana non si traduce in un’accresciuta concorrenza di prezzo tra i venditori e in piu’ bassi prezzi per i consumatori.

In particolare, la forte variabilità dei prezzi conferma - sostiene la Coldiretti - l’esistenza di ampi margini da recuperare nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola dove inefficienze e distorsioni lungo la filiera danneggiano imprese agricole e consumatori. Lo dimostra il successo dei mercati degli agricoltori di Campagna Amica che nel 2010 hanno fatto registrare un vero boom con una crescita del 28 per cento delle strutture attive (sono 705), dove durante l’anno hanno fatto acquisti ben 8,3 milioni di italiani.

La possibilità di risparmiare è importante per le famiglie italiane per le quali la spesa alimentare con il 19 per cento è la principale voce dei consumi. La spesa media mensile delle famiglie per l’acquisto di prodotti alimentari - conclude la Coldiretti - ammonta a 461 euro, ma evidenzia significative differenze territoriali con valori piu’ elevati nel centro Italia dove è pari a 480 euro mentre è piu’ bassa al sud dove si spendono 463 euro e ancora di piu’ al nord con 455 euro mensili a famiglia.

ALCUNI DEI PRODOTTI SOTTO OSSERVAZIONE DELL’INDAGINE

                                                    Prezzo min.        Prezzo max.     Differenza %

Spaghetti Barilla n.5 da 500 grammi     0,49                    1,45                + 196 %

Yogurt Danone (2) da 125 grammi          0,95                   1,99              + 109 %

Nutella in vetro da 400 grammi                  2,2                    4,09               + 86 %

Birra Peroni 3 bottiglie da 330 cc            1,39                    2,56               + 84 %

Latte Granarolo alta qualità litro in bottiglia 1,1                   1,6                + 50 %

Fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati tratti da G. Anania, R. Nisticò “La dispersione dei prezzi al consumo” WP n. 16 Gruppo 2013, Febbraio 2011

domenica 27 febbraio 2011

LAVORO, CONTRIBUENTI.IT: RIFINANZIARE INCENTIVI PER ASSUNZIONI AL SUD.

Un’indagine condotta da KRLS Network of Business Ethics, in collaborazione con “Lo Sportello del Contribuente”, per conto del magazine “Contribuenti.it” rileva che nel 2010 sono aumentate del 67%, nel Mezzogiorno, le difficoltà di accesso al lavoro nel Sud Italia, e il 24% dei cittadini ha smesso di cercare un lavoro.

Gli incentivi all’occupazione per le famiglie e le imprese è stato uno degli argomenti affrontati durante la Convention di due giorni dell’Associazione Contribuenti Italiani che si concluderà stamane a Napoli.

Le difficoltà di accesso al mondo del lavoro hanno provocato una contrazione dello sviluppo del Sud, con gravi conseguenze per l’intera economia del Paese.

Per far fronte a tali problematiche, Contribuenti.it, promuoverà attraverso il magazine “Contribuenti.it” una campagna di sensibilizzazione tesa a rifinanziare e prorogare il “Credito d’imposta per le nuove assunzioni”, già previsto dalla Finanziaria 2008, che riconosceva per gli anni 2008, 2009 e 2010, una agevolazione in misura pari a euro 333 per ciascun lavoratore assunto e per ciascun mese, e nella misura di euro 416 per ciascuna lavoratrice e per ciascun mese, in caso di lavoratrici rientranti nella definizione di lavoratore svantaggiato di cui all'articolo 2, lettera f), punto XI, del regolamento (CE) n. 2204/2002 della Commissione, del 5 dicembre 2002.

Tra le iniziative deliberate dall’Associazione Contribuenti Italiani spicca, inoltre, il “Progetto impresa”, presa in collaborazione con i professionisti di KRLS Network of Business Ethics - leader in Italia nel volontariato etico – per sostenere l’economia e incoraggiare gli investimenti produttivi nel mezzogiorno. Gli imprenditori che aderiranno al Progetto, otterranno una consulenza “premium” per un anno ed riduzione del 30% dell`onorario professionale, fino al raggiungimento di 5 milioni di euro.

L’obiettivo finaleafferma Vittorio Carlomagno, presidente dell’Associazione Contribuenti Italiani - è quello di riportare regole etiche nell’economia, nell’impresa e nelle professioni, sostenendo i migliori progetti imprenditoriali, rilanciando l’economia del Sud. Senza scossoni, senza misure straordinarie per il Mezzogiorno e senza il coinvolgimento dei migliori professionisti presenti nel paese, difficilmente l’Italia può imboccare una valida exit strategy anticrisi”.

Ad oggi poche sono state le azioni di sostegno nei confronti del Sud, dei giovani e delle PMI che operano nel Mezzogiorno - continua Carlomagno - Abbiamo solo assistito ad azioni di sostegno nei confronti delle banche, principali artefici del regresso dell’economia del Sud Italia”.

L`accordo quadro con KRLS è il primo di questo genere e presto verrà esteso anche alle altre principali associazioni imprenditoriali presenti in Italia.

sabato 26 febbraio 2011

ROMA, CODICI IN CONFERENZA STAMPA PRESENTA "INDIGNAMOCI, CI SCIPPANO LA SALUTE E LA DIGNITÀ!"

Si è tenuta oggi la conferenza stampa realizzata dall’associazione Codici “Indignamoci, ci scippano la dignità e la salute” dal nome della campagna sulla sanità lanciata dall’Associazione.

Sono intervenuti il Segretario Nazionale del Codici, Ivano Giacomelli, Valentina Coppola, Responsabile Nazionale Sportelli al Cittadino e Monia Napolitano, Responsabile Dipartimento Comunicazione CODICI.

Nata all’origine da un sentimento di indignazione verso politici ed amministratori dell’attuale Governo che pensano di risolvere il problema della malpractice sanitaria con diversi atti e proposte di legge parlamentari, che cancellano la responsabilità dei medici. Oggi “indignamoci” è un osservatorio sui casi di malasanità causati dalla negligenza degli operatori del sistema sanitario nazionale che ha portato alla luce diffusi errori medici in Italia e in particolare nel Lazio. Il territorio laziale, con gli ultimi casi verificatisi negli ospedali romani, si presenta una Regione dalle pesanti e gravi inefficienze nel servizio sanitario pubblico.

Il dossier è stato realizzato attraverso la documentazione di fonti istituzionali e sono diversi i temi scottanti emersi:

• le criticità relative al ricorso del taglio cesareo e lo stato in cui versano i reparti maternità

Secondo i dati documentai da Codici dall’Asp Lazio, l’Agenzia di Sanità Pubblica Regionale, nel 2009 il ricorso al taglio cesareo è stato pari al 45 per cento per 100 nati vivi; nel 2008 tale percentuale era pari al 44 per cento. Tale valore risulta significativamente più alto rispetto a raccomandazioni di agenzie internazionali come l’Organizzazione Mondiale della Sanità che consiglia un ricorso al taglio cesareo non superiore al 20 per cento. Significativi in questo contesto è il caso accaduto nel mese di Ottobre 2010 al San Camillo in Sala Parto, dove un bambino nasce in arresto cardiaco e muore.

La Procura della Repubblica ha aperto una inchiesta, tra le circostanze del decesso pare vi siano il sovraccarico delle emergenze ostetriche, 10 mila sarebbero stati gli accessi da gennaio a settembre abbattutisi sul San Camillo dove, in quel momento, mancavano 10 ginecologi, 8 neonatologi, 16 ostetriche. La causa sembra sia stata la chiusura, per ristrutturazione, dell'ostetricia del San Giovanni e di quella del Sant'Eugenio

• infezioni ospedaliere ed errori sanitari causati da cattiva organizzazione e da negligenza degli operatori sanitari

Nel Lazio, secondo i dati delRapporto della commissione d’inchiesta sulla sanità” tra la fine di aprile del 2009 e il 25 gennaio del 2011 si parla di diciannove presunti errori sanitari e altri tredici casi di malasanità. Dei 19 presunti errori – su cui sono in corso accertamenti da parte della magistratura – 11 hanno portato alla morte del paziente e le criticità vanno dalle errate diagnosi, errori in corsia e infezioni ospedaliere causate dalla non adozione delle indicazioni previste dalle circolari ministeriali.

• Le piaghe da decubito

L’incidenza delle lesioni da decubito è un indicatore della cattiva assistenza e la loro presenza ha un significato prognostico sfavorevole. Codici si è occupato di numerosi casi di piaghe da decubitocommenta Ivano Giacomelli - la prima battaglia in Italia del Codici è stata vinta nel 2004 contro il San Giovanni”.

(A tal proposito è possibile consultare i casi all’interno del dossier pag 7/ 8 )

L’Osservatorio “Indignamoci” - dichiara Valentina Coppola - dell’associazione Codici porta all’attenzione dello sportello legale della Regione Lazio una media di 480 segnalazioni all’anno. Di queste, 100 vengono approfondite attraverso perizie mediche e legali. All’interno del dossier sono riportati alcuni casi più significativi di cui il CODICI si è occupato o tuttora si sta occupando. Tutti evidenziano le deficienze del sistema sanitario romano; in particolare emergono due fattori sentinella della malpractice sanitaria:

1. le infezioni ospedaliere, determinate da una cattiva organizzazione, molte di queste killer perché se non adeguatamente e tempestivamente trattate conducono alla morte del paziente,

2. le piaghe da decubito, più facili da prevenire che da curare, causate da una cattiva pratica assistenziale”.

Codiciprosegue Giacomellipresenta oggi anche una proposta di legge regionale sui diritti del malato con l’obiettivo di riportare al centro dell’attenzione delle strutture e degli operatori sanitari il soggetto principale del sistema sanitario: il cittadino. Il testo – continua il Segretario Nazionale - non si propone di introdurre modifiche sostanziali nella sfera dei diritti ma punta alla razionalizzazione e soprattutto ad “orientare” il sistema. La premessa, di carattere Costituzionale, richiama la centralità della persona e la salute come diritto fondamentale dell’individuo. La Regione, nel rendere concreto questo fondamento che altro non significa che orientare gli sforzi della Pubblica Amministrazione verso l’obiettivo di garantire il bene salute a tutti i cittadini, stabilisce che tali norme siano definite “principi generali”. Di conseguenza tutto il quadro normativo di settore dovrà essere interpretato, sorretto ed indirizzato alla luce dei principi indicati dalla presente legge”.

Concludendo dal quadro tracciato emergono numerose criticità, da cui scaturiscono delle proposte, nel sistema sanitario Regionale che incidono fortemente sullo stato di salute delle persone. Le criticità possono essere così sintetizzate:

• grave disorganizzazione dei servizi, si evince in particolare dai casi che vedono pazienti in ostaggio del pronto soccorso trattenuti ore ed ore in barella prima di essere assistiti. In questo contesto il servizio delle autoambulanze viene sospeso al fine di contenere il disservizio. La carenza di lettighe porta ad occupare quelle delle ambulanze, bloccando il servizio di soccorso pubblico. Codici annuncia esposti alla Procura della Repubblica per interruzione di pubblico servizio;

• spreco di prestazioni senza alcuna indicazione e applicazione in maniera spregiudicata della medicina difensiva, che consiste nel praticare misure terapeutiche che non rispondono al principio di appropriatezza ma come garanzia delle responsabilità medico legali seguenti alle cure mediche prestate. Il mancato controllo sulla appropriatezza delle prestazioni porta alla saturazione delle stesse e alla cattiva gestione del sistema sanitario;

• errori nella diagnosi, in questo contesto vi è una palese mancata applicazione dei protocolli assistenziali che vengono applicati in maniera scorretta, non applicati o applicati in maniera pedissequa e non adeguati al paziente;

• totale assenza delle necessarie verifiche del risultato, scarsa trasparenza nell'azione sanitaria e pessima organizzazione. Tale cattiva gestione si evidenzia a causa dei noti e frequenti casi di ulcere da decubito e di infezioni ospedaliere;

118: ritardi ed inefficienze " croniche" a causa della cattiva organizzazione;

In merito alla piaga delle liste d’attesa il cui abbattimento era definito "priorità assistenziale" già nel Piano Sanitario 1998-2000 e dell’accesso alle prestazioni sanitarie propone:

l’integrazione nel circuito CUP di tutte le strutture che erogano servizi sanitari: oltre agli Ospedali ed agli Ambulatori, gestiti direttamente dal Servizio sanitario regionale, anche di tutte le strutture private che ne entrano a far parte integrante attraverso l'accreditamento;

Intramoenia: l'attuale gestione dell'attività professionale intramuraria contribuisce decisamente all'allungamento dei tempi d'attesa. La correlazione tra esercizio professionale privato intramoenia e liste di attesa è posta in evidenza già dall'atto di indirizzo e coordinamento per l'esercizio dell'attività professionale intramuraria dei medici (Decreto del 27-3-2000) dove è stabilito che "l'attività professionale intramuraria deve essere finalizzata alla riduzione delle liste d'attesa". Purtroppo si è verificato il contrario!

• controllo da parte dei cittadini: è necessario attivare tutti gli strumenti di partecipazione previsti dalla legge, tra questi le carte dei servizi, le quali devono essere rimodulate sulla base delle esigenze poste in essere;

• contro la deresponsabilizzazione dei medici: ancora ferme al Senato ci sono proposte di legge secondo le quali Medici ed infermieri non risponderanno più dei danni che causano ai pazienti in conseguenza di imprudenza, imperizia e negligenza, neanche dal punto di vista disciplinare. Queste proposte di legge vogliono escludere la responsabilità anche per colpa grave. INDIGNAMOCI!

Siamo di fronte ad un sistema sanitario disorganizzato e che rasenta il degrado. Una forma di disorganizzazione che si ipotizza sia dovuta, con l’obiettivo di alimentare la sanità alternativa a quella pubblica.


DRAGHI: GIOVENTU’ SPRECATA ? NON E’ ANCHE PER COLPA SUA E DI BANKITALIA IN PRIMA LINEA AD AFFOSSARE LE RIFORME, PER DIFENDERE LE RENDITE ED I CARTELLI BANCARI E FINANZIARI ?

L’allarme del governatore Draghi per la crescita che stenta da 15 anni con i tassi di sviluppo del nostro paese attorno all'1%, una domanda interna "debole", la necessità di un assetto normativo ispirato allo sviluppo ed all'efficienza del sistema, potrebbero anche essere condivisibili, a patto di una severa autocritica in merito al ruolo svolto dalla Banca d’Italia per affossare le riforme,specie di un sistema bancario e finanziario costoso ed inefficiente,un cartello protetto con lo strabismo della stabilità rispetto alla competizione ed alla salvaguardia dei diritti di consumatori,risparmiatori,utenti vessati e tartassati da banche rapaci e vessatorie.

Non sono affatto convincenti le lezioni che vorrebbero impartire i tanti soloni che dall’alto del loro pulpito, dopo aver assecondato la crisi sistemica prodotta dall’avidità dei banchieri e dal mancato rispetto delle regole,che seppur esistevano sono state violate,cercano oggi di vedere la pagliuzza negli occhi dei consumatori e dei giovani vittime dello strabismo,senza vedere la trave costituita da un liberalismo senza regole e dalla teorizzazione degli animal spirits che da soli avrebbero regolato i mercati.

Con un minimo di sana autocritica, avremmo potuto convenire con Draghi,ad esempio in merito a più incisive azioni riformatrici che potrebbero migliorare le aspettative delle imprese e delle famiglie, con maggiori impulsi alla crescita, visto che l'Italia, dispone di grandi risorse, ha molte aziende, una grande capacità imprenditoriale, la sua gente è laboriosa e parsimoniosa, ma che questa parsimonia costati sacrifici e sudati risparmi si sono spesso volatilizzati per precise responsabilità delle banche e degli omessi controlli preventivi di Bankitalia.

Se i salari d’ingresso dei giovani sul mercato del lavoro, in termini reali, sono fermi da oltre un decennio su livelli al di sotto di quelli degli anni Ottanta,con un tasso di disoccupazione giovanile che sfiorando il 30%,fa accentuare la dipendenza, già elevata nel confronto internazionale, dalla ricchezza e dal reddito dei genitori, i cui sudati risparmi e la cui parsimonia fungono da veri ammortizzatori sociali per un esercito di precari costretti a vivere sui “vecchi” e sulle famiglie, invece della deregulation teorizzata da Bankitalia, occorrono più regole ed una maggiore competizione a cominciare da un sistema bancario ingessato,che vive e prospera solo per se stesso e per i lauti compensi di manager e banchieri che anche quando fanno danni non sono mai chiamati a pagare il conto,come è dimostrato dalla norma salva banche,la porcata della prescrizione sull’anatocismo, approvata proprio oggi al Senato con il concorso del controllore. 

CASPER - MAXI AUMENTO CARBURANTI, GOVERNO TAGLI LE ACCISE

Come previsto pochi giorni fa dalle associazioni aderenti a Casper – Comitato contro le speculazioni e per il risparmio (Adoc, Codacons, Movimento Difesa dei Cittadino e Unione Nazionale Consumatori), la situazione di crisi in Libia sta avendo ripercussioni immediate sui listini dei carburanti in Italia, che oggi hanno subito maxi aumenti pari a 2 centesimi di euro a litro.

Ciò rappresenta una sciagura per le famiglie italiane, perché siamo certi si verificherà nei prossimi giorni una ondata costante di rincari alla pompa, con effetti drastici per le tasche degli italiani.

Allo stato attualespiegano Adoc, Codacons, Movimento Difesa dei Cittadino e Unione Nazionale Consumatori – calcoliamo che gli incrementi dei prezzi alla pompa avranno ripercussioni pari a 210 euro annui a famiglia: 90 euro per i rifornimenti di carburante, 120 euro per costi indiretti, in particolare bollette energetiche, trasporti e prezzi dei prodotti trasportati. Stangata destinata ad aggravarsi se non saranno presi provvedimenti a salvaguardia dei consumatori.

Il Governo deve intervenire subito per la parte di sua competenza, adottando misure in grado di ridurre il prezzo di benzina e gasolio alla pompa e limitare gli effetti del caro-carburanti su bollette e trasportiafferma CasperIn particolare, l’esecutivo deve operare sul piano fiscale, varando un decreto urgente che disponga un taglio alle accise, di entità non inferiore ai 5 centesimi di euro al litro, così da alleggerire la spesa degli italiani per i rifornimenti e limitare le ripercussioni del caro-benzina in tutti gli altri settori”.

P.A., CGIA MESTRE: SE EFFICIENTI COME LA GERMANIA, RISPARMIEREMMO 75 MLD DI €

Se la nostra Pubblica Amministrazione fosse efficiente come quella tedesca, potremmo risparmiare 75 mld di euro all’anno.

Il risultato, emerso da un’analisi condotta dalla CGIA di Mestre, è il frutto di una comparazione tra i livelli di efficienza degli uffici pubblici di Italia, Spagna, Austria e Germania. Un confronto, sottolineano dalla CGIA, che ha preso come parametro di riferimento le spese di funzionamento della macchina pubblica.

I dati che emergono dall’analisi sono eloquenti: la spesa media per il personale e per gli acquisti di beni e servizi per il funzionamento della Pubblica Amministrazione italiana nel periodo 2005/2009, è stata del 16,4% del Pil (pari a 248 mld di €). In Spagna, sempre nello stesso periodo, si è attestata al 15,9% del Pil (in valore assoluto pari a 162 mld di €), in Austria al 13,8% del Pil (37 mld di €) e in Germania, la realtà più virtuosa tra quelle prese in esame, la spesa ha toccato “solo” l’11,5% del Pil (273 mld di €).

I paesi federalicommenta il segretario della CGIA di Mestre Giuseppe Bortolussisono meno costosi e più efficienti di un Paese centralista come il nostro. Queste 3 realtà presentano livelli di efficienza migliori e un carico tributario inferiore a quello italiano. Insomma, il federalismo fiscale non sarà la panacea di tutti i mali, ma se ben attuato può, nel medio lungo periodo, rendere la macchina pubblica più snella, meno costosa e più efficiente. Infatti, tra il quinquennio 2005/2009 e quello tra il 1995/1999, la spesa media della nostra macchina pubblica è aumentata dello 0,6% del Pil, mentre in Austria e in Germania è diminuita rispettivamente del 3,5% e dell’1,1% Pil. Solo in Spagna la crescita è stata leggermente superiore alla nostra”.

Ma il dato statistico più interessante affiora quando si ipotizza il risparmio che il nostro Paese potrebbe conseguire se avesse la stessa spesa di funzionamento della Pubblica Amministrazione di ciascuno dei tre paesi federali presi in considerazione in questa analisi. Ebbene, se la nostra macchina dello Stato costasse come quella spagnola (15,9% del Pil), in termini assoluti risparmieremmo 8 mld di euro all’anno. Se, invece, costasse come quella austriaca (13,8% del Pil), avremmo meno spesa pubblica per 40 mld di euro ogni anno. Colossale il risparmio che il nostro bilancio pubblico registrerebbe se ci allineassimo agli standard di spesa della macchina federale tedesca. Con una spesa di funzionamento dell’11,5% del Pil, le minori uscite per le nostre casse pubbliche ammonterebbero a ben 75 mld di euro all’anno.

Nei giorni scorsiconclude Giuseppe Bortolussi la Corte dei Conti ha denunciato che col federalismo fiscale c’è il rischio che nella fase iniziale la pressione fiscale aumenti. Sia chiaro: questa ipotesi non è da escludere. Ma se traguardiamo gli effetti della riforma federale nel lungo periodo non dovrebbero esserci dubbi; la spesa pubblica diminuirà, perché gli enti locali, che avranno più risorse a diposizione, saranno costretti a diventare più efficienti e meno costosi”.

ALIMENTAZIONE: ECCO LA DIETA CHE PROTEGGE DALLO SMOG. “CIBI EFFICACI COME FARMACI CONTRO LE MALATTIE CRONICHE”

Il presidente Cesare Sirtori: “Piatti a base di mais aiutano a prevenire i danni dell’inquinamento dell’aria. E un estratto dell’olio di oliva funziona meglio di uno dei più diffusi antinfiammatori”.

Non solo il blocco delle auto, ma anche l’alimentazione corretta ci può difendere dai danni dell’inquinamento atmosferico. “Il mais, in particolare, è un cereale in grado di combattere le conseguenze negative dello smog che respiriamo ogni giorno nelle nostre città - afferma Cesare Sirtori, presidente della Società Italiana di Nutraceutica (SINut) e professore di Farmacologia Clinica all’Università di Milano -. Elevati livelli di flavonoidi contenuti nel mais sviluppano le difese del nostro organismo contro sostanze tossiche chiamate fumonisine, tossine da funghi ambientali presenti in alta concentrazione in caso di forte umidità e contaminazioni atmosferiche. Questo tipo di alimentazione esercita un’attività favorevole sulla salute e sulla durata della vita”.

È solo uno degli esempi di impiego dei cibi come farmaci che emerge dal II Congresso Nazionale della SINut, in corso a Milano (Hotel Michelangelo) fino al 26 febbraio con la partecipazione dei più importanti esperti del settore. “Nutraceutici” è un termine ampio che comprende i cosiddetti cibi funzionali (alimenti che forniscono calorie utili, ad esempio l’olio extravergine di oliva, le proteine vegetali della soia e del lupino e il cioccolato amaro), gli integratori alimentari (come gli omega-3, acidi grassi polinsaturi estratti dal pesce), i probiotici (colture di batteri che colonizzano l’intestino migliorandone la funzionalità) e i prebiotici (sostanze organiche non digeribili in grado di favorire la crescita di batteri probiotici).

Principi attivi, di origine vegetale o animale, hanno dimostrato un’efficacia pari ai farmaci nel trattamento di diverse patologie (come l’ipertensione arteriosa, la depressione, l’Alzheimer e la sindrome metabolica in donne in menopausa). “Accanto all’aglio, al sedano e al lupinospiega il prof. Bruno Trimarco dell’Università Federico II di Napolisono emerse osservazioni positive nel trattamento dell’ipertensione arteriosa per il potassio, lo zinco, il magnesio e le vitamine (B6, C, D, E). Importanti risultati sono stati forniti recentemente dall’associazione fra un estratto di riso rosso e la simsetina, una sostanza naturale di origine vegetale. È stato possibile dimostrare una riduzione della pressione clinicamente rilevante e non diversa da quella rilevata con i farmaci antiipertensivi classici, oltre a un calo significativo della colesterolemia”.

La crescita del mercato degli alimenti funzionali e degli integratori (vicina al 20% annuo) è in controtendenza rispetto allo sviluppo economico del Paese. Coinvolge in particolare cittadini non più giovanissimi, in buone condizioni economiche, che hanno l’obiettivo di migliorare la propria salute e aspetto fisico. Nel trattamento della depressione alcune sostanze naturali sono utilizzate in caso di fallimento delle terapie classiche. “Come evidenziato da uno studio pubblicato sul prestigioso ‘American Journal of Psychiatry’ – sottolinea Maurizio Fava, professore di Psichiatria presso l’Harvard Medical School (Boston, Massachusetts) -, sono stati raggiunti risultati sorprendenti in pazienti depressi con mancata risposta alla terapia standard grazie a un aminoacido (S-adenosilmetionina, presente in tutti i tessuti animali), che aiuta a produrre serotonina e dopamina con un’ottima tollerabilità”.

La nutraceutica, che unisce la scienza della nutrizione alla clinica medica, è la colonna portante della medicina anti-invecchiamentoafferma Giovanni Scapagnini, professore di Biochimica Clinica presso l’Università degli Studi del Molise -. Vi sono alimenti che stimolano le difese naturali dell’organismo e la dieta mediterranea, a base di olio di oliva, pesce e verdure, costituisce il paradigma per la prevenzione di molte patologie. Ad esempio, l’oleocantale estratto dall’olio d’oliva è un antinfiammatorio più potente dell’ibuprofene, il resveratrolo, contenuto nell’uva, è in grado di attivare le ‘sirtuine’, proteine che difendono il Dna cellulare dallo stress ossidativo, aumentando la longevità, gli omega 3 regolarizzano i trigliceridi e proteggono il cuore”.

I nutraceutici possono svolgere un’azione preventiva nei confronti di patologie degenerative cerebrali, prima che queste evolvano in modo drammatico nell’Alzheimer. Una nuova associazione (composta da acidi grassi omega-3, melatonina e fosfatidilinositolo) ha evidenziato, nei pazienti con difetti cognitivi iniziali, un significativo miglioramento nelle funzioni cognitive globali e del tono dell’umore.

In base agli ultimi dati presentati dall’Alzheimer Associationcontinua il prof. Scapagnini - si avrà una triplicazione dei casi da oggi al 2050. Per quella data si prevede che, nel mondo occidentale, un anziano su tre sarà colpito da questa malattia. Si tratta di numeri enormi, insostenibili per qualsiasi sistema sanitario. La medicina anti-aging, che mira a prevenire le patologie croniche correlate all’età, è quindi la scienza del futuro”.

Anche la qualità del sonno può essere influenzata dall’impiego dei nutraceutici. L’associazione di melatonina, zinco e magnesio, inserita nella polpa di pera, migliora il sonno del paziente anziano, con conseguenze positive sul tono dell’umore.

È grande l’interesse anche nei confronti del lupino, un legume che al tempo degli Egizi e dei Romani rappresentava una fonte proteica importantissima, ma, dopo l’arrivo dalle Americhe di nuove piante alimentari (come patata, pomodoro e mais), è caduto quasi in disuso. Proprio a uno studio sul lupino va il premio “Alpro Foundation Master Award 2010”, assegnato oggi, nel corso del congresso SINut, alla dott.ssa Viviana De Vergori.

Il lavoro ha misurato la capacità di abbassare il colesterolo delle proteine estratte dai semi di lupino e pisello e di due fibre solubili, i beta-glucani estratti dall’avena e le pectine ricavate dalle bucce delle meleconclude Anna Arnoldi, professore di Chimica degli Alimenti all’Università degli Studi di Milano -. Tra le fibre, è risultata migliore la pectina di mela che ha provocato una diminuzione media della colesterolemia del 5,3%. Un’ulteriore dimostrazione della grande salubrità delle mele. Attenzione però, perché solo la buccia contiene le pectine. Per quanto riguarda le proteine, ha dato risultati migliori il lupino che ha prodotto una diminuzione del 4,2% del colesterolo totale. Un risultato di grande rilievo, perché si tratta del primo studio clinico condotto a livello internazionale su questo legume”.

UNA SETTIMANA PER SALVARE LA VISTA

Tra il 6 e il 12 marzo check-up oculistici gratuiti contro il glaucoma e altre malattie oculari

Controlli oculistici gratuiti con tanto di verifica della pressione dell’occhio, incontri informativi aperti al pubblico e distribuzione di opuscoli a carattere medico-oculistico. Si potrà usufruire di tutti o alcuni di questi servizi in una quarantina di città italiane tra il 6 e il 12 marzo (si veda lista in basso), in occasione della settimana mondiale contro il glaucoma. Quest’ultima è una malattia subdola che danneggia il nervo ottico e, se non diagnosticata e curata per tempo, può causare ipovisione e cecità.

Si tratta di una campagna annuale che, in Italia, vede l’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità in prima linea con le sue Unità mobili oftalmiche, camper attrezzati per i controlli oculistici gratuiti. In molte città si potrà, quindi, approfittare di un esame oculistico di base mirato a diagnosticare eventuali patologie oculari presenti.

Il glaucomaha affermato l’avv. Giuseppe Castronovo, Presidente della IAPB Italia onlusè una patologia, asintomatica in fase iniziale, che purtroppo è la seconda causa di cecità nel mondo: colpisce 55 milioni di persone su tutto il pianeta. Questi dati dell'Oms confermano, ancora una volta, che la popolazione non è a conoscenza delle varie malattie oculari e, in particolare, dei reali rischi a cui può andare incontro

L’iniziativa si svolge localmente in collaborazione con i Comitati provinciali dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità e le sezioni provinciali dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti. Prevede, tra l’altro, la distribuzione di materiale informativo (opuscoli) e l’organizzazione di incontri aperti al pubblico – con la partecipazione di uno o più oculisti –, volti a spiegare alla popolazione che cosa sia il glaucoma, come sia possibile prevenirlo e le relative terapie

Attualmente hanno aderito all'iniziativa le seguenti città (in quelle sottolineate sono previsti check-up oculistici): Ancona, Asti, Belluno, Biella, Brescia, Caltanissetta, Catania, Como, Cuneo, Cremona, Enna, Ferrara, Foggia, Frosinone, Isernia, La Spezia, Macerata, Mantova, Novara, Palermo, Pavia, Perugia, Pescara, Pordenone, Potenza, Prato, Ragusa, Reggio Calabria, Rimini, Roma, Salerno, Sondrio, Taranto, Terni, Torino, Trento, Vercelli, Venezia, Viterbo.

Per il calendario esatto dei check-up contattare il numero verde 800-068506.