giovedì 29 dicembre 2011

WWF:“RISCHIO CONDONO SULLE BONIFICHE DEI SITI INQUINATI DECRETO ‘SALVA-ITALIA’ METTE IN PERICOLO IL 3% DEL PAESE”

Timori per la salute e l’ambiente a Porto Marghera, La Spezia, Brescia, Mantova, Taranto, Brindisi, Gela, Priolo, Crotone e il Frusinate. Il WWF chiede che le norme siano cancellate al più presto.

“Le norme sulle bonifiche dei siti inquinati contenute nel decreto Monti approvato al Senato mettono a rischio l’ambiente e la salute dei cittadini”. Lo segnala il WWF che nel contempo rileva nel provvedimento notizie positive dal punto di vista ambientale, quali l’inizio del percorso istituzionale per costituire un’Autorità indipendente sui trasporti o la maggiore attenzione dedicata agli studi di fattibilità economico-finanziaria per giustificare opere ad elevato impatto economico-finanziario, sociale e ambientale.

Per quanto riguarda invece le bonifiche, il WWF segnala che le disposizioni contenute nell’art. 40 comma 5, sembrano configurare di fatto un condono silenzioso degli obblighi di bonifica dei siti contaminati per le aziende inquinatrici, quando consentono di: 1. procedere per singoli ‘progetti stralcio’, senza che si obblighi a produrre in tempi certi un piano che valuti complessivamente gli effetti ambientali e sanitari dell’intervento controllabile e verificabile da parte delle amministrazioni pubbliche; 2. ricorrere allo strumento, un tempo provvisorio, della Messa in Sicurezza Operativa (MISO) invece che alla bonifica vera e propria, non solo quando ci sia un’attività industriale in corso (com’era sino a ieri), ma anche nel caso in cui il sito sia stato addirittura abbandonato.

In questo modo – commenta Stefano Leoni, presidente del WWF Italia - si rischia che non si facciano più le bonifiche e che il 3% del territorio italiano (Porto Marghera, Brescia, Mantova, La Spezia, Taranto, Brindisi, Gela, Priolo, Crotone, il Frusinate) e le popolazioni che vi risiedono siano sottoposti ad un’intollerabile servitù ambientale e sanitaria, con costi che non potranno altro che ricadere sui cittadini. Chiediamo pertanto che tale norma sia cancellata al più presto affinché sia garantita la tutela dell’ambiente e della salute pubblica”.

Fonte: www.wwf.it

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