martedì 21 giugno 2011

RAPPORTO STATISTICO ANNUALE UNHCR: 80% DEI RIUGIATI NEL MONDO NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO

Il rapporto statistico annuale dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) pubblicato oggi illustra i profondi squilibri nel supporto internazionale che le persone sradicate dalle loro terre ricevono. Secondo il rapporto, i 4/5 dei rifugiati del mondo sono accolti dai paesi in via di sviluppo e questo avviene in un periodo caratterizzato da crescenti sentimenti di ostilità nei confronti dei rifugiati in molti paesi industrializzati.

Il Colosseo illuminato con il logo UNHCR in occasione della
Giornata Mondiale del Rifugiato 2011 e dei 60 anni della
Convenzione di Ginevra. © UNHCR/D.Vita
In base ai dati del rapporto dell’UNHCR - Global Trends 2010 - molti dei paesi più poveri del mondo accolgono una vasta popolazione dei rifugiati, sia in termini assoluti che in proporzione ai loro sistemi economici. Il Pakistan, l’Iran e la Siria ospitano il maggior numero di rifugiati, rispettivamente 1.9 milioni, 1.1 milioni, e 1 milione. Il Pakistan risente dell’impatto economico maggiore con 710 rifugiati per ogni dollaro pro capite del PIL, seguito dalla Repubblica Democratica del Congo e dal Kenya con, rispettivamente, 475 e 247 rifugiati. In termini di paragone, la Germania, il paese industrializzato con la più alta popolazione di rifugiati (594mila), accoglie 17 rifugiati per ogni dollaro pro capite del PIL.

Nel complesso, l’immagine che il rapporto del 2010 ci consegna è quella di un drastico cambiamento nell’ambito della protezione rispetto a 60 anni fa, quando l’agenzia ONU per i rifugiati venne fondata. Allora l’UNHCR si occupava di 2.1 milioni di europei sradicati a causa della Seconda Guerra Mondiale. Oggi il lavoro l’azione dell’UNHCR abbraccia più di 120 paesi e comprende sia persone costrette a fuggire oltre i confini, che gli sfollati all’interno del proprio paese. Secondo i dati forniti dal Global Trends 2010 le persone costrette alla fuga in tutto il mondo sono 43.7 milioni – quasi come l’intera popolazione della Colombia o della Corea del Sud, oppure quella della Scandinavia e dello Sri Lanka sommate. Di questi, 15.4 milioni sono rifugiati (10.55 milioni sotto mandato dell’UNHCR e 4.82 milioni di competenza dell’UNRWA, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi), 27.5 milioni sono sfollati interni a causa di conflitti, e circa 850.000 sono richiedenti asilo, un quinto dei quali solo in Sud Africa. E’ particolarmente angosciante il dato delle 15.500 domande di asilo presentate da minori non accompagnati o separati, la maggior parte dei quali somali o afghani. Il rapporto non prende in esame gli spostamenti forzati di popolazione verificatisi nel 2011, come quelli in Libia, Costa d’Avorio e Siria.

Assistiamo al giorno d’oggi a preoccupanti rappresentazioni dei rifugiati e del paradigma della protezione internazionale,” ha dichiarato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati António Guterres. “La paura di una presunta invasione di rifugiati nei paesi industrializzati è fortemente esagerata o erroneamente associata alle questioni migratorie. Nel frattempo, sono i paesi più poveri a farsi carico dell’onere.”

L'Italia, con 56mila rifugiati, presenta cifre contenute rispetto ad altri paesi dell'Unione Europea, in termini sia assoluti che relativi. In Danimarca, Paesi Bassi e Svezia i rifugiati sono tra i 3 e i 9 ogni 1.000 abitanti, in Germania oltre 7, nel Regno Unito quasi 4, mentre in Italia meno di 1 ogni 1.000 abitanti.

Guerre interminabili ed esilio protratto

Al prolungarsi di molti dei principali conflitti internazionali odierni - si legge nel rapporto - corrisponde il protrarsi della condizione di rifugiato per milioni di persone in tutto il mondo. L’UNHCR definisce come esilio protratto quelle situazioni in cui un numero ingente di persone è bloccato in esilio per più di 5 anni. Nel 2010, di tutti i rifugiati sotto mandato UNHCR, 7.2 milioni di persone si trovavano in questa situazione - il numero più alto mai registrato dal 2001. Nel frattempo hanno potuto far ritorno nel proprio paese solo 197.600 persone, il numero più basso dal 1990.

Alcuni rifugiati sono in esilio da più di 30 anni. Gli afghani, fuggiti inizialmente dall’invasione sovietica nel 1979, hanno costituito un terzo dei rifugiati nel mondo sia nel 2001 che nel 2010. Gli iracheni, i somali, i congolesi (RD del Congo) e i sudanesi sono stati tra le 10 nazionalità con il più alto numero di rifugiati all’inizio e alla fine del decennio.

Un solo rifugiato senza speranza è un rifugiato di troppo”, ha aggiunto l’Alto Commissario Guterres. “Il mondo sta abbandonando queste persone, che attendono inesorabilmente lo stabilizzarsi della situazione nel loro paese di origine, vivendo una vita in sospeso. I paesi in via di sviluppo non possono continuare a sopportare quest’onere da soli e il mondo industrializzato deve occuparsi di questa sproporzione. E’ necessario aumentare le quote di reinsediamento e accelerare le iniziative di pace dei conflitti di lunga durata, così che i rifugiati possano far ritorno nelle proprie case”.

Sfollati interni – il numero più alto del decennio

Sebbene il numero di rifugiati rimpatriati lo scorso anno sia stato esiguo, la situazione delle persone sfollate all’interno dei confini dei loro paesi d’origine ha subito dei cambiamenti. Nel 2010 più di 2.9 milioni di sfollati hanno fatto ritorno nelle proprie aree d’origine in paesi come Pakistan, Repubblica Democratica del Congo, Uganda e Kyrgyzstan. Ciò nonostante, anche con questo livello di rientri, il numero di sfollati nel mondo - 27.5 milioni di persone - è il più alto degli ultimi dieci anni.

Un ulteriore gruppo difficile da quantificare di cui si occupa l’UNHCR è quello degli apolidi, o persone che non possiedono la più elementare rete di protezione, la nazionalità. Il numero di paesi con popolazioni apolidi è in aumento costante dal 2004, ma le differenze sulle definizioni e nella metodologia impediscono ancora un rilevamento attendibile del fenomeno. Nel 2010 il numero di persone apolidi (3.5 milioni) era circa la metà del 2009, ma ciò è dovuto principalmente ai cambi di metodologia di alcuni stati che hanno fornito i dati. Stime non ufficiali hanno calcolato un numero vicino a 12 milioni. Il prossimo agosto l’UNHCR lancerà una campagna mondiale per portare una maggiore attenzione alla situazione degli apolidi nel mondo e per accelerare l’azione di aiuto nei loro confronti.

Il Rapporto statistico Global Trends 2010 è disponibile al seguente link http://www.unhcr.org/4dfa11499.html 


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