mercoledì 15 giugno 2011

DOPO LO TSUNAMI DEI REFERENDUM, NON FERMIAMOCI: CHIEDIAMO ALLA CASTA LE RIFORME CHE LI RIGUARDANO

Con i referendum del 12 e 13 giugno gli italiani hanno dimostrato di saper difendere e rivendicare i propri diritti, di individui e di cittadini, a dispetto di qualunque logica partitica.

I referendum sono stati l'ennesima occasione di conferma della grande forza propulsiva e mobilizzatrice che può venire dal basso: se si vogliono cambiare le leggi, ad personam o sbagliate che siano, ci si può mobilitare e, con un voto apartitico, si riescono a dare spallate e far riflettere la casta immortale.

Dopo lo tsunami dei referendum, gli italiani hanno preso coscienza che le cose si possono cambiare e, come un flusso continuo, continuano a battere sul ferro caldo, scaldato da una lunga stagione di mobilitazione. Adesso chiedono di mettere mano e di riformare il sistema della politica per garantire la trasparenza dei partiti e di tutti coloro che ci rappresentano. Un' istanza di cambiamento che riparte dalle 350.000 firme raccolte dal movimento 5 stelle, per avere un “Parlamento pulito”, dimenticate al Senato. Anche questa è una battaglia per riaffermare il principio che la legge è uguale per tutti. Non si può ammettere che un cittadino comune, pur lavorando onestamente e svolgendo attività molto spesso stressanti e pesanti, non possa essere assunto come conducente di mezzi pesanti se risultano a suo carico precedenti penali, magari anche molto risalenti, e che la stessa legge non impedisca ai condannati definitivi di candidarsi alle elezioni Comunali, Provinciali, Regionali, al Parlamento italiano ed europeo.

Bisogna chiedere ad alta voce che i nostri politicanti di mestiere dopo massimo 2 mandati (10 anni), non cumulabili tra Comuni, Province, Regioni, Parlamento italiano ed europeo, debbano andare a casa.

E ancora, modificare la legge elettorale e ripristinare la scelta dei candidati con preferenze uninominali.

Lottare affinché vengano aboliti tutti i privilegi che la casta si è riservata.

Tornare a chiedere ad alta voce di rispettare la volontà di quel 43,06% degli italiani che l’ 11 giugno 1978 con il referendum si è espresso a favore dell'abrogazione della legge 195/1974 “finanziamento ai partiti”.

Questa vittoria degli italiani sulla casta deve essere un monito e uno stimolo per tutti gli schieramenti politici.

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