giovedì 26 maggio 2011

"OPERAZIONE DOMINO" - SGOMINATO UN SODALIZIO CRIMINALE DEDITO ALLA FRODE FISCALE.

"Operazione Domino" - Sgominato un sodalizio criminale dedito alla frode fiscale. Eseguiti sei provvedimenti cautelari, denunciati nr. 21 responsabili e scoperti complessivi 91 milioni di Euro di materia imponibile sottratta a tassazione.

L'avvio di un'attività ispettiva di natura fiscale ha portato alla luce un vero e proprio sodalizio criminale finalizzato a frodare l'Erario, radicato nell'area sud della Basilicata.

Le complesse ed accurate indagini di p.g. all'uopo svolte, condotte dalla Procura di Lagonegro e dai militari della Tenenza di Lauria, hanno consentito di smantellare un pericoloso sodalizio criminale dedito all'emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, operante nel Lagonegrese, nella provincia di Matera e nella provincia di Salerno.

Dagli accertamenti svolti sono risultati coinvolti nr. 21 soggetti, tutti amministratori e/o titolari di più partite IVA riconducibili a complessive 30 aziende (24 società e 6 ditte individuali) e i predetti, a vario titolo, sono stati deferiti all'Autorità Giudiziaria per aver violato gli artt. 416 (associazione per delinquere) e 648 bis) (riciclaggio) del codice penale, e gli artt. 2 (dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti), art. 3 (dichiarazione fraudolenta mediante artifici), art. 4 (dichiarazione infedele) e art. 8 (emissione di fatture per operazioni inesistenti) del D.Lgs. 74/2000, delitti configuranti la frode fiscale.

In relazione alla elevata pericolosità, alla possibile reiterazione del reato e/o pericolo di fuga, il G.I.P. presso il Tribunale di Lagonegro, su richiesta del P.M. inquirente, ha emesso nei confronti di alcuni dei responsabili, nell'ordine, M.F., di anni 42, nato a Latronico (PZ) ed ivi residente, C.C., di anni 32, nato a Lauria (PZ) ed ivi residente, S.F., di anni 54, nato a Tursi (MT) e residente a Policoro (MT), G.A., di anni 33, nato a Lagonegro (PZ) e residente a Latronico (PZ) , B.D., di anni 50, nato a Tursi (MT) ed ivi residente, Z.N.. di anni 40, nato a Lauria (PZ) ed ivi residente, sei provvedimenti cautelari (quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere, una custodia cautelare presso il domicilio e un provvedimento relativo all'obbligo di firma), che sono stati eseguiti, unitamente a diverse perquisizioni domiciliari, nelle prime ore della giornata di ieri 25 maggio.

Negli anni tra il 2006 ed il 2009, i denunciati hanno, con varie responsabilità, emesso ed utilizzato nr.150 fatture false di rilevantissimo importo, sottraendo alla tassazione diretta circa 17,2 milioni di euro, con una evasione all' IVA pari a circa 3,4 milioni di euro, oltre ad aver movimentato, come emerso dall'esame della documentazione bancaria riconducibile agli indagati, capitali imponibili pari a circa 70 milioni di euro, tutti riconducibili alle illecite attività descritte, per i quali sono in corso le procedure di recupero a tassazione.  

Nello specifico, l'organizzazione ha operato fraudolentemente nel settore dell'energia alternativa, con particolare riferimento alla fittizia creazione di centrali elettriche a bio-masse nei Comuni di Teana (PZ) e Tricarico (MT), ottenendo le necessarie autorizzazioni per la costruzione delle stesse e sfruttando tale circostanza per giustificare l'emissione e l'utilizzo di fatture false, senza che nessuna centrale a bio-masse abbia mai preso vita nel territorio di riferimento né iniziative infrastrutturali in tal senso siano mai state avviate.

Il sistema di frode si è, pertanto, estrinsecato nell'emissione di documenti contabili attestanti prestazioni e forniture mai effettuate, ad opera di società e ditte c.d. di "comodo", per la realizzazione delle citate centrali elettriche.

Puntualmente, le fatture venivano registrate nelle contabilità di insospettabili aziende, spesso operanti nel settore, che, in tal modo, si procuravano costi idonei ad abbattere i ricavi realmente conseguiti, con la frequente esposizione anche di ingenti crediti iva da vantare nei confronti dell'Erario.

Ovviamente le società cosiddette "cartiere" - ovverosia emittenti fatture per operazioni inesistenti (F.O.I.) - non presentavano le prescritte dichiarazioni ai fini delle imposte dirette e dell'iva, risultando essere evasori totali.

Nel porre in essere l'attività illecita, inoltre, il sodalizio criminale non ha mancato di costruire, attorno agli illeciti fiscali, un circuito finanziario idoneo ad occultare le operazioni fittizie ed a riciclare il denaro derivante dalle predette.

Queste le risultanze dell'accurato esame di circa 15.000 operazioni di conto corrente, grazie al quale sono stati scoperti, come già detto, movimenti di capitali pari a circa 70 milioni di euro, riconducibili alle illecite attività del sodalizio.

Al "riciclaggio" di parte del denaro ha provveduto una società operante nel settore delle assicurazioni.

I destinatari dei provvedimenti cautelari in carcere sono stati associati presso la Casa Circondariale di Sala Consilina (SA) a disposizione dell'Autorità giudiziaria inquirente.


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