martedì 31 maggio 2011

OPERAZIONE ADORNO: TRATTO IN ARRESTO DALLA FORESTALE UN BRACCONIERE NEL REGGINO

Sequestrate armi da caccia, munizioni e un esemplare di falco pecchiaiolo abbattuto. L'uomo è stato condannato per porto abusivo di arma clandestina utilizzata in attività venatoria nei confronti di specie particolarmente protette e in periodo non consentito

Un pensionato dedito ad attività di bracconaggio sul versante calabrese dello Stretto di Messina è stato colto in flagrante, denunciato e tratto in arresto da una pattuglia del Corpo forestale dello Stato. Aveva ucciso con un fucile a matricola abrasa un esemplare femmina ed adulto di Falco Pecchiaiolo (Pernis apivorus), comunemente chiamato adorno, che in primavera migra attraversando lo Stretto, dove si concentra ed è vittima di una diffusa attività di bracconaggio.

Per questo è una specie protetta da norme nazionali e comunitarie e il Corpo forestale dello Stato, sulla base di specifiche direttive del Nucleo Operativo Antibracconaggio (NOA) dell'Ispettorato Generale di Roma, nel periodo di transito del rapace organizza servizi mirati.

Ad intervenire è stata una pattuglia composta da circa 30 unità dipendenti dal Comando Regionale Calabria del CFS e qualche unità del NOA di Roma che coordina l'operazione. In sinergia con i volontari di associazioni ambientaliste che hanno allertato gli agenti dopo aver udito alcuni spari.

L'operazione si è svolta nell'area del Pilone di Santa Trada, nel comune di Scilla, su un territorio rurale impervio dove il 60enne residente nel reggino, si era inerpicato per mirare al rapace.

Successivamente i Forestali hanno effettuato perquisizioni presso l'abitazione ed un ricovero agricolo del pensionato, dove hanno sequestrato 5 fucili poiché detenuti senza autorizzazione in luogo diverso da quello comunicato, 5.000 cartucce e 16 chili di polvere da sparo detenuti anch'essi illecitamente.

Sotto sequestro sono finiti anche il fucile a matricola abrasa, l'esemplare di falco, e altri due fucili occultati trovati nei giorni scorsi nascosti nella vegetazione e appartenenti all'uomo con ogni probabilità.

Il responsabile è stato dunque arrestato dai Forestali per porto abusivo di arma clandestina con la quale cacciava in periodo non consentito specie particolarmente protette. Si ipotizza inoltre che l'arma possa provenire da attività di ricettazione. L'arresto è stato convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria. Poiché oltre ad essere incensurato ha ammesso le proprie colpe, il 60enne è stato rimesso in libertà in attesa della celebrazione del processo prevista per i primi di giugno.

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