giovedì 19 maggio 2011

GRUPPO BALESTRA: SOTTRATTA TONNELLATA DI ORO FINO E MEGA EVASIONE DA CENTINAIA DI MILIONI (VIDEO)

Guardia di Finanza - Le fiamme gialle monitorano il settore orafo: Operazione “gold vision”. Indagini nei confronti del gruppo “Balestra”: sottratta oltre una tonnellata di oro fino. 12 gli indagati, tra cui 9 professionisti, fatture false emesse e ricevute per circa mezzo miliardo. Recuperata base imponibile per € 204 milioni ed iva per € 40 m. Occultata imposta di registro sulla vendita di una villa in Costa Smeralda per circa € 5 milioni. Sequestrati più di € 3 milioni già detenuti in Svizzera. Disconosciuto “scudo fiscale”: sanzioni per illecita detenzione di capitali all’estero oltre € 14 milioni.
  
Tre ex amministratori, un dipendente e cinque professionisti che si sono succeduti nel collegio sindacale della BALESTRA 1882 S.p.a. (ora in liquidazione) di Bassano del Grappa fra il 2001 e il 2007, gli ex amministratori unici delle società VICENZORO S.r.l. (anch’essa in liquidazione), già con sede a Vicenza e ora a Bassano del Grappa, SIBEOR S.r.l. di Vicenza e MAGNUM di Vicenza – queste ultime due fuse per incorporazione alla fine del 2006 nella BALESTRA S.p.a. - e tre professionisti appartenenti al collegio sindacale di VICENZORO S.r.l. sono stati segnalati all’Autorità Giudiziaria.


Sono complessivamente 12 le persone indagate, tra cui 9 professionisti, per le ipotesi, a vario titolo, di falso in bilancio, emissione ed utilizzo di fatture fittizie, mendacio bancario e favoreggiamento personale, nell’indagine denominata “GOLD VISION”, che ha permesso ai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Vicenza, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Bassano del Grappa di portare alla luce - dopo aver effettuato sette verifiche fiscali, quattro a carico di società (tutte risultate evasori paratotali) e tre nei confronti di altrettante persone fisiche (due delle quali risultate, per talune annualità, evasori totali) - fatture oggettivamente false emesse e ricevute per circa 448 milioni di euro. Segnalati ai competenti Uffici costi indeducibili per circa 200 milioni (180 per utilizzo di false fatture e 20 per ulteriori elementi di reddito non deducibili) da recuperare a tassazione, oltre ad elementi positivi di reddito non dichiarati per circa 4 milioni di euro, per un totale di base imponibile sottratta a tassazione ai fini delle imposte dirette per 204 milioni ed iva per quasi 40 milioni di euro.

Segnalato, altresì, un occultamento di corrispettivo ai fini dell’imposta di registro per 4,8 milioni di euro, relativo ad una cessione di una lussuosa villa a Porto Rotondo (ceduta al valore dichiarato di 10 milioni di euro, ma in realtà venduta a € 14,8 milioni) a favore di società con sede a Ravenna, formalmente amministrata da un cipriota, sotto la quale si celerebbero gli interessi di investitori russi; accertate, altresì, disponibilità detenute all’estero mai dichiarate, per tre annualità (dal 2007 al 2009), in violazione alla normativa sul monitoraggio fiscale, per complessivi € 14,4 milioni.

Verificata, inoltre, la sottrazione di circa 1.115 chilogrammi di oro fino: trattasi di più di una tonnellata di metallo prezioso, a suo tempo assegnato dalle banche alla BALESTRA 1882 S.p.a. in “prestito d’uso” perché lo lavorasse, sottratto alla società attraverso l’emissione di documenti di trasporto in “c/visione” fittizi.

Si è già operato, infine, un sequestro preventivo di circa 3,2 milioni di euro, corrispondente ad iva indebitamente detratta in seguito all’utilizzo di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti nel corso del 2007, rintracciati su un conto bancario di recente accensione sul territorio nazionale, cointestato a due degli indagati, che stavano per essere sottratti agli interessi erariali.

Questi sono i risultati davvero rilevanti emersi dalle verifiche fiscali svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria di Vicenza e dalla connessa indagine di polizia giudiziaria denominata “GOLD VISION”, diretta dal P.M. Monica MAZZA, Sost. Proc. della Repubblica presso la Procura della Repubblica di Bassano.

Le investigazioni hanno preso il via verso la metà del 2009 quando, anche attraverso il costante monitoraggio svolto dal Nucleo di Vicenza nel corso di varie operazioni di servizio che avevano coinvolto il settore orafo, erano emersi diversi elementi di criticità osservando il bilanci della BALESTRA 1882 S.p.a., storica azienda del bassanese, fra le più antiche e rinomate imprese orafe del distretto vicentino.

Il minuzioso lavoro dei finanzieri ha consentito di ricostruire i movimenti dell’oro dal 2001 al 2007, quantificando, di anno in anno, quello sottratto a tassazione.

In pratica, sono state individuate numerosissime operazioni commerciali, afferenti la compravendita di oreficeria lavorata, effettuate a seguito di preventiva emissione - a cura della BALESTRA 1882 S.p.a. - di documenti di trasporto dell’oro con la causale “c/visione”, posti in essere, quasi esclusivamente, con ulteriori tre imprese del medesimo Gruppo societario: VICENZORO S.r.l., SIBEOR S.r.l. e MAGNUM S.r.l..

Le indagini - svolte sia sulla base di inequivoci riscontri documentali che alle luce di dichiarazioni ammissive dei fatti rese da indagati e da terzi a conoscenza della frode - hanno consentito di rilevare che tutte le cessioni di oro tra le società del Gruppo, precedute dal movimento d’oro in “conto visione”, erano in realtà fittizie e rispondevano, da un lato, ad una logica di illecito risparmio fiscale e, dall’altro, avevano lo scopo, di mascherare l’ammanco fisico di oro in magazzino, dovuto alle cessioni in nero intervenute nel corso degli anni: kg. 37,4 nel 2001; kg. 36,9 nel 2002; kg. 15,5 nel 2003; kg. 10 nel 2004; kg. 288,4 nel 2006; kg. 18,4 nel 2007; più di 700 kg. in annualità antecedenti al 2001.

Nonostante le difficoltà finanziarie delle società del Gruppo, i soci si erano comunque assicurati un “bonus” dalla vendita di alcuni assets personali, effettuata per sanare la difficile situazione finanziaria di BALESTRA 1882 S.p.a. e VICENZORO S.r.l.: i militari hanno, infatti, scoperto che una lussuosa villa ubicata a Porto Rotondo, in Sardegna, già di proprietà dei soci della Balestra 1182 S.p.A., è stata venduta per un corrispettivo di € 14,8 milioni, di cui € 4,8 milioni “in nero”, mediante il pagamento, “estero su estero”, su un conto in Svizzera, loro intestato; i diretti interessati, in tale circostanza, hanno omesso di dichiarare, ai fini fiscali, la disponibilità della somma all’estero, approfittando del recente “scudo fiscale” per sanare l’irregolarità. Tuttavia, è stato possibile disconoscere, nei confronti di uno degli indagati, gli effetti dello scudo fiscale.

Il sequestro delle somme è frutto dell’attività d’intelligence degli investigatori e del coordinamento con le strutture nazionali che si occupano del monitoraggio delle movimentazioni di capitali (l’Unità di Informazione Finanziaria che opera presso la Banca d’Italia), le quali, prima di Natale, avevano allertato il Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza su movimenti di somme dalla Svizzera, riconducibili agli indagati, che stavano per rientrare nel territorio nazionale per essere depositate presso un conto bancario in essere presso un istituto di credito vicentino.

Appreso, che, successivamente al bonifico sul conto italiano, gran parte delle somme sarebbero state oggetto di prelievo (a tal fine, la banca, su disposizione degli indagati, aveva già predisposto assegni circolari), le Fiamme Gialle hanno immediatamente richiesto all’A.G. il sequestro preventivo delle somme a tutela degli interessi erariali; quest’ultima, con un provvedimento d’urgenza a firma congiunta del Procuratore Capo della Repubblica, Cons. Carmelo RUBERTO e della dr.ssa Monica MAZZA, ha richiesto il sequestro delle somme, poi convalidato, il 05.01.2011, dal G.I.P. presso il Tribunale di Bassano del Grappa, Dott.ssa Barbara Maria TRENTI. Successivamente, sono state avviate attività rogatoriali all’estero, ancora in corso di svolgimento.

Avverso il provvedimento dell’Autorità Giudiziaria, è stato proposto ricorso presso il Tribunale di Vicenza, il quale, ha rigettato tutti i motivi di censura proposti, confermando i vincoli del sequestro, tuttora in atto.

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