mercoledì 20 aprile 2011

CGIA MESTRE: PRIMI IN EUROPA PER BUROCRAZIA E FISCO

Bortolussi: “Ha ragione Tremonti: basta con un fisco opprimente ed una burocrazia ottusa. Lavorare in queste condizioni costringono gli imprenditori italiani, soprattutto i piccoli, ad operare con livelli di eroicità non riscontrabili in nessuna altra parte dell’Europa occidentale.”

Per assolvere i 15 diversi pagamenti richiesti dal fisco italiano, le nostre piccole e medie imprese perdono complessivamente 285 ore l’anno, con un prelievo fiscale che, mediamente, è pari al 68,6% degli utili realizzati dall’azienda. Un risultato che non ha eguali tra i principali Paesi Ue. Se, poi, analizziamo il costo medio totale della burocrazia che grava su una Pmi, l’importo fa accapponare la pelle: oltre 1.200 euro l’anno per addetto, che sale ad oltre 1.500 euro per una micro azienda con meno di 10 dipendenti. Un vero salasso”.

Questa dichiarazione è del segretario della CGIA di Mestre, Giuseppe Bortolussi, che prosegue:

Ha ragione Tremonti: basta con un fisco opprimente ed una burocrazia ottusa. Lavorare in queste condizioni costringe gli imprenditori italiani, soprattutto i piccoli, ad operare con livelli di eroicità non riscontrabili in nessuna altra parte dell’Europa occidentale”

Le dichiarazioni del segretario degli artigiani mestrini trovano conferma nell’ultima analisi realizzata dal suo ufficio studi che, su dati della di World Bank/IFC, ha analizzato i tempi e i costi medi necessari per espletare gli adempimenti fiscali a carico delle piccole e medie imprese presenti nei principali Paesi dell’Ue. Ed i risultati, per i nostri colori, sono impietosi. Il tempo necessario per espletare i pagamenti fiscali nel nostro Paese si aggira sulle 285 ore l’anno. In Germania, invece, sono necessarie 215 ore, in Spagna 197 e in Danimarca 135. Chiude questa particolare graduatoria l’Irlanda con 76 ore. Anche il carico fiscale che grava sulle spalle dei nostri piccoli imprenditori non ha eguali in Europa. Se da noi il peso delle tasse sugli utili dell’azienda è pari al 68,6%, in Francia è al 65,8%, in Spagna al 56,5% e in Svezia al 54,6%. Chiude la classifica sempre l’Irlanda con un carico fiscale pari al 26,5%.

Solo tra il numero di pagamenti fiscali lasciamo la prima posizione ad altri. Infatti, la Germania guida questa classifica con 16 scadenze, ma subito dopo ci piazziamo noi con 15. Al terzo posto, tutti con 9 pagamenti, troviamo i Paesi Bassi, la Danimarca e l’Irlanda.

Infine, dalla CGIA di Mestre ricordano che l’Unione europea ha definito le Pmi le imprese che occupano meno di 250 persone, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di euro, oppure il cui bilancio annuo non supera i 43 milioni di euro. Queste aziende sono il vero motore dell’economia continentale: nell’Ue dei 25 sono circa 23 milioni, danno lavoro a 75 milioni di persone e rappresentano il 99% di tutte le imprese.


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