sabato 19 marzo 2011

PARMALAT: SULLA DIFESA DELL’ITALIANITA’ GOVERNO STRABICO E TARDIVO !

IL GOVERNO AGISCA IN SEDE EUROPEA, PER IMPEDIRE LE COLONIALIZZAZIONI.

Sulla difesa dell’italianità e le scalate ad imprese italiane da parte estera, come potrebbe avvenire per Parmalat con la francese Lactalis che ha rastrellato l'11,4%, il governo oltre a comportarsi come un Giano bifronte dimostra strabismo e provincialismo. Il Governo infatti, ha benedetto i cospicui investimenti in petrodollari affluiti in Italia dai fondi libici, arrivati ad esempio all’Unicredit del signor Profumo (che si appresta a riciclare all’Eni), senza curarsi delle conseguenze che una quota azionaria del 7,5%,ben superiore alla soglia consentita del 5%, potessero avere su azionariato, stabilità ed assetti strategici della banca: cosa succederebbe se i libici vendessero per ritorsione tutte le azioni,pari al 7,5% di Unicredit ?

Lo stesso governo, a differenza dei transalpini che varò il 7 dicembre 2006, una legge per bloccare l’acquisizione della Pepsi Cola sul gruppo Danone indicando undici settori strategici dei quali la Francia avrebbe mantenuto comunque la titolarità,ha consentito che BNP Paribas potesse piantare la bandiera francese sulla BNL con la giustificazione che contendibilità e concorrenza avrebbero migliorato la qualità e calmierato gli alti costi dei servizi bancari praticati in Italia, ottenendo al contrario un loro aumento con l’aggiunta di vessazioni,abusi e quotidiani soprusi agli sportelli (la tassa di 3 euro per prelevare contante agli sportelli BNL,è solo l’ultimo esempio).

Negli ultimi anni l'Italia ha lasciato acquisire dai francesi,oltre alla BNL, una buona quota di Cariparama dal Credit Agricole; nel lusso Bulgari, con Lvmh che aveva già acquisito Fendi e Emilio Pucci, Ppr aveva rilevato Gucci e Bottega Veneta, Paris Group aveva assorbito Gianfranco Ferrè; nella grande distribuzione Carrefour ha preso il controllo di Gs; nelle assicurazioni Axa e Allianz insidiano Generali e Groupama,se non ci fosse stato il presidente della Consob Vegas ad impedirlo,avrebbe già acquisito la Premafin di Ligresti; nell'energia, oltre a Edison più francese che italiana, c'è Gas de France che ha il 10% dell’ Acea; mentre Alitalia sarà certamente acquisita da Air France.

Se il Governo volesse varare un decreto,come ha annunciato ieri il ministro dell'Economia Giulio Tremonti durante la riunione del consiglio dei ministri, a dieci giorni dal clamoroso intervento dello stesso Tremonti che ha bloccato il passaggio del controllo di Edison (secondo operatore italiano nel gas e nell'elettricità) ai francesi di Edf, per tutelare "l'italianità" delle sue imprese strategiche, tale intervento protezionistico arriva tardi e rischia di trovare ostacoli nella libertà di impresa e dalla libera circolazione dei capitali stabiliti dai trattati europei.

Il Governo dovrebbe agire in sede europea per stabilire analogamente alla Francia, quali siano per i paesi membri i settori e le aziende strategiche non contendibili sui mercati,ma anche per mettere un freno all’avidità di quelle imprese che fanno le acquisizioni con l’unica finalità di depredare utenti e consumatori.

Elio Lannutti (Adusbef)
Rosario Trefletti (Federconsumatori) 


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