domenica 20 marzo 2011

LA NATO, LA GUERRA, LA FALSITÀ E GLI AFFARI

Come alcuni sanno, nel settembre del 1969, Muammar al-Gaddafi, un militare arabo beduino di peculiare carattere, ispirato dalle idee del leader egiziano Gamal Abdel Nasser, promosse nel seno delle Forze Armate un movimento che sconifisse il Re Idris I della Libia, un paese desertico nella sua quasi totalità e con una scarsa popolazione, situato al nord dell’Africa, tra Tunisi e l’Egitto.
Le importanti e preziose risorse energetiche della Libia si scopersero progressivamente.

di Fidel Castro Ruz
Cubadebate     

Nato nel seno di una famiglia di una tribù beduina di pastori nomadi del deserto, nella regione di Trípoli, Gheddafi era profondamente anticolonialista. Si assicura che un suo nonno paterno morì lottando contro gli invasori italiani, quando la Libia fu invasa da costoro nel 1911. Il regime coloniale e il fascismo cambiarono la vita di tutti. Si dice, ugualmente, che suo padre sofferse la reclusione prima di guadagnarsi il pane come operaio industriale.

Inoltre gli avversari di Gheddafi assicurano che si fece notare per la sua intelligenza come studente; fu espulso del liceo per le sue attività antimonarchiche. Riuscì ad iscriversi in un altro liceo e quindi a laurearsi in Legge nell’Università di Bengasi a 21 anni. Poi entrò nel Collegio Militare di Bendasi, dove creò quello che si denominò il Movimento Segreto Unionista degli Ufficiali Liberi, concludendo successivamente i suoi studi in un’accademia militare britannica.

Questi precedenti spiegano la notevole influenza che esercitò poi in Libia e su altri leaders politici, siano a favore o contro Gheddafi.

Aveva iniziato la sua vita politica con fatti indiscutibilmente rivoluzionari.

Nel marzo del 1970, dopo manifestazioni di massa nazionaliste, ottenne l’evacuazione dei soldati britannici dal paese e nel mese di giugno gli Stati Uniti si ritirarono dalla grande base aerea vicina a Tripoli, consegnata ad istruttori militari dell’Egitto, paese alleato alla Libia.

Nel 1970, varie compagnie petrolifere occidentali e società bancarie con partecipazione di capitali stranieri furono danneggiate dalla Rivoluzione. Alla fine del 1971, la famosa British Petroleum ebbe la stessa sorte. Nell’area agricola tutti i beni italiani furono confiscati, i coloni e i loro discendenti espulsi dalla Libia.

L’intervento statale si orientò al controllo delle grandi imprese.

La produzione di questo paese guadagnò uno dei livelli più alti del mondo arabo. Furono proibiti il gioco e il consumo di bevande alcoliche. Lo status giuridico della donna, tradizionalmente limitato, fu elevato.

Il leader libico si vincolò a teorie estremiste che si opponevano tanto al comunismo come al capitalismo. Fu una tappa in cui Gheddafi si dedicò a teorizzare che non aveva senso includere quelle analisi, anche se sì lo aveva, segnalare che nel primo articolo del Proclama Costituzionale del 1969 si stabiliva il carattere "Socialista" della Jamahiriya Araba Libica Popolare.

Quello che voglio sottolineare è che agli Stati Uniti e ai loro alleati della NATO non sono mai interessati i diritti umani.

Tutto il rumore provocato nel Consiglio di Sicurezza nella Riunione del Consiglio dei Diritti Umani, con sede a Ginevra, e nell’Assemblea Generale della ONU a New York, è stato puro teatro.

Comprendo perfettamente le reazioni dei leaders politici in mezzo a tante contraddizioni e a sterili dibattiti, data la quantità di interessi e di problemi di cui si devono occupare.

Tutti sappiamo molto bene che il carattere di membro permanente, il potere di veto, il possesso di armi nucleari e non poche istituzioni, sono fonti di privilegi e interessi imposti con la forza all’umanità. Si può essere o meno d’accordo con molte di loro, ma non si potrà mai accettarle come misure giuste o etiche.

L’ impero pretende adesso ci far girare i fatti attorno a quello che ha fatto o meno Gheddafi, perchè necessita intervenire militarmente in Libia e colpire l’ondata rivoluzionaria scatenata nel mondo arabo. Sino ad ora non si è detta una parola. Si stava zitti e si facevano affari.

Promossa la latente ribellione libica dagli organi d’intelligenza yankee, o dagli errori dello stesso Gheddafi, è importante che i popoli non si lascino ingannare, dato che presto l’opinione mondiale avrà sufficienti elementi per sapere a che attenersi.

A mio giudizio, e l’ho espresso dal primo momento, si dovevano denunciare i piani della bellicosa NATO.

La Libia, come molti altri paesi del Terzo Mondo, è membro del Movimento dei Paesi Non Allineati, del Gruppo dei 77 e di altre organizzazioni internazionali, attraverso le quali de si stabiliscono relazioni indipendentemente dal loro sistema economico e sociale.

A grandi linee: la Rivoluzione in Cuba, ispirata nei principi Marxisti-Leninisti e Martiani, aveva trionfato nel 1959 a 90 miglia dagli stati Uniti, che ci imposero l’Emendamento Platt e che erano padroni dell’economia del nostro paese.

Quasi immediatamente l’impero promosse contro il nostro popolo la guerra sporca, con le bande controrivoluzionarie, il criminale blocco economico, e l’invasione mercenaria di Girón, custodita da una portaerei e dalla loro fanteria di marina, pronta a sbarcare se le forze mercenarie avessero realizzato i loro obiettivi.

Solo un anno e mezzo dopo ci minacciarono con il potere del loro arsenale di guerra. Una guerra di questo carattere fu al punto di scoppiare.

Tutti i paesi latinoamericani, con eccezione del Messico, parteciparono al criminale blocco che dura ancora, ma il nostro paese non si è mai arreso. È importante ricordarlo per coloro che mancano di memoria storica.

Nel gennaio del 1986, esprimendo l’idea che la Libia stava dietro il detto terrorismo rivoluzionario, Reagan ordinò di rompere le relazioni economiche e commerciali con questo paese.

Nel marzo, una forza composta da portaerei, nel Golfo della Sirte, nelle acque considerate nazionali dalla Libia, scatenò attacchi che provocarono la distruzione di varie unità navali. di lanciamissili e sistemi radar di costa che il paese aveva comprato nella URSS.

Il 5 aprile, una discoteca di Berlino Occidentale, frequentata dai soldati degli Stati Uniti, fu vittima di un’esplosione con plastico: tre persone morirono, due erano militari nordamericani e molti furono i feriti.

Reagan accusò Gheddafi e ordinò alla Forza Aerea di dare una risposta.

Tre squadroni partirono dalle portaerei della VI Flotta e dalle basi nel Regno Unito, attaccarono con missili e bombe sette obiettivi militari a Trípoli e Bengasi. Circa 40 persone morirono tra le quali15 civili . Avvertito dell’avanzata dei bombardieri, Gheddafi riunì la famiglia e stava abbandonando la sua residenza ubicata nel complesso militare di Bab Al Aziziya, a sud della capitale. Non aveva concluso l’evacuazione, quando un missile colpì direttamente la residenza, e sua figlia Hanna morì; altri due figli furono feriti. Il fatto ricevette una forte condanna. L’Assemblea Generale della ONU approvò una risoluzione di condanna per la violazione della Carta della ONU e del Diritto Internazionale. Fecero lo stesso con termini energici, il Movimento dei Paesi Non Allineati dos, la Lega Araba e la OSA.

Il 21 dicembre del 1988, un Boeing 747 della compagnia Pan Am che volava da Londra a New York si disintegrò in volo per lo scoppio di una bomba, e i resti caddero sulla località di Lockerbie, e la tragedia costò 270 vite, di 21 nazionalità.

In principio il Governo degli Stati Uniti sospettò dell’Iran, come rappresaglia per la morte di 290 persone per l’abbattimento di un Airbus della sua linea statale. Le investigazioni, secondo gli yankee, implicavano due agenti dell’intelligenza libica. Imputazioni simili contro la Libia si federo per un aereo della linea francese sulla rotta Brazzaville-N’Djamena-Parigi, implicando due funzionari libici, che Gheddafi rifiutì d’estradare per un fatto che negò risolutamente.

Una leggenda tenebrosa fu fabbricata contro di lui, con la partecipazione di Reagan e Bush padre.

Dal 1975, e sino alla tappa finale del governo di Reagan, Cuba si era dedicata ai suoi doveri internazionalisti in Angola e in altri paesi dell’Africa.

Conosciamo i conflitti che si svilupparono in Libia o attorno a questo paese, per le letture e le testimonianze di persone molto vicine alla nazione e al mondo arabo, così come per le impressioni che abbiamo ricevuto da numerose personalità di distinti paesi con i quali abbiamo avuto contatti in quegli anni.

Molti noti leaders africani con i quali Gheddafi manteneva relazioni strette, si sforzarono di cercare soluzioni alle tese relazioni tra la Libia e il Regno Unito.

Il Consiglio di Sicurezza aveva imposto sanzioni alla Libia, che si cominciarono a superare quando Gheddafi accettò di sottoporre ad un processo, con determinate condizioni, i due accusati per l’aereo scoppiato sopra la Scozia.

Delegazioni libiche cominciarono ad essere invitate alle riunione inter-europee. Nel luglio del 1999 Londra iniziò il ristabilimento delle relazioni diplomatiche piene con la Libia, dopo alcune concessioni addizionali.
Nel settembre di quell’anno i ministri dell’Unione Europea accettarono di revocare le misure restrittive al commercio stabilite nel 1992.

Il 2 dicembre, Massimo D’Alema, primo ministro italiano, realizzò la prima visita di un capo di governo europeo in Libia.

Scomparse la URSS e il campo socialista dall’Europa, Gheddafi decise d’accettare le domande degli Stati Uniti e della NATO.

Quando ho visitato la Libia nel maggio del 2001, mi fece vedere le rovine dell’attacco traditore di Reagan, che assassinò sua figlia e fu al punto di sterminare tutta la sua famiglia.

All’inizio del 2002, il Dipartimento di Stato informò che erano in corso conversazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti e la Libia.

In maggio la Libia era stata inclusa di nuovo nella lista degli Stati “patrocinatori del terrorismo”, anche se in gennaio il presidente George W. Bush non aveva citato il paese africano nel suo celebre discorso sugli integranti dell’asse del male.

All’inizio del 2003, in virtù dell’accordo economico sugli indennizzi stabiliti tra la Libia e i paesi richiedenti, il Regno Unito e la Francia, il Consiglio di Sicurezza della ONU tolse le sanzioni del 1992 contro la Libia.

Prima della fine del 2003, Bush e Tony Blair informarono di un accordo con la Libia, paese che aveva consegnato a esperti dell’intelligenza del Regno Unito e di Washington la documentazione dei programmi non convenzionali delle armi, così come dei missili balistici con una portata superiore a 300 chilometri, i funzionari dei due paesi avevano gia visitato diverse installazioni. Era il frutto di molti mesi di conversazioni tra Tripoli e Washington, come rivelò lo stesso Bush.

Gheddafi rispettò le sue promesse. In pochi mesi la Libia consegnò le cinque unità di missili Scud-C con una portata di 800 chilometri e i cento Scud-B, la cui gettata superava i 300 Km, con missili difensivi a corta portata.

A partire dall’ottobre del 2002 iniziò la maratona di visite a Trípoli: Berlusconi, nell’ ottobre del 2002; José María Aznar, nel settembre del 2003; Berlusconi di nuovo nel febbraio, agosto e ottobre del 2004; Blair, nel marzo del 2004; il tedesco Schröeder, nell’ ottobre dello stesso anno; Jacques Chirac, nel novembre del 2004. Tutto il mondo felice.

È un poderoso cavaliere don denaro.

Gheddafi percorse trionfalmente l’Europa. Fu ricevuto a Bruxelles nell’aprile del 2004 da Romano Prodi, presidente della Commissione Europea; nell’agosto dello stesso anno il leader libico invitò Bush a visitare il suo paese; Exxon Mobil, Chevron, Texaco e Conoco Philips ultimavano la ripresa dell’estrazione del greggio attraverso joint ventures.

Nel maggio del 2006, gli Stati Uniti annunciarono la ritirata della Libia dalla lista dei paesi terroristi e lo stabilimento di relazioni diplomatiche piene.

Nel 2006 e 2007, Francia e Stati Uniti firmarono accordi di cooperazione nucleare con fini pacifici; nel maggio del 2007, Blair tornò a visitare Gheddafi nella Sirte. La British Petroleum firmò un contratto "enormemente importante", come fu dichiarato, per l’esplorazione dei giacimenti di gas.

Nel dicembre del 2007, Gheddafi realizzò due visite in Francia e firmò contratti per equipaggiamenti militari e civili del valore di 10.000 milioni di Euro; in Spagna incontrò il presidente del Governo José Luis Rodríguez Zapatero. Contratti milionari si firmarono con importanti paesi della NATO.

Che cos’è, adesso, che ha originato la ritirata precipitosa delle ambasciate degli Stati Uniti e degli altri membri della NATO?

Tutto sembra molto strano.

George W. Bush, il padre della stupida guerra antiterrorismo, ha dichiarato, il 20 settembre del 2001, parlando ai cadetti di West Point " La nostra sicurezza necessiterà (…) la forza militare che voi dirigerete, una forza che dev’essere pronta per attaccare immediatamente in qualsiasi oscuro angolo del mondo. E la nostra sicurezza richiederà che si sia pronti per un attacco preventivo, quando sia necessario, per difendere la nostra libertà (...) e le nostre vite”.

"Dobbiamo scoprire le cellule dei terroristi in 60 paesi e anche più (...). assieme ai nostri amici e alleati ci dobbiamo opporre alla proliferazione e affrontare i regimi che patrocinano il terrorismo, come richieda ogni caso”.

Cosa penserà Obama di quel discorso?

Che sanzioni imporrà il Consiglio di Sicurezza a coloro ch hanno ammazzato più di un milione di civili in Iraq e a coloro che tutti i giorni assassinano uomini, donne e bambini in Afganistan, dove in giorni recenti la popolazione furiosa si è lanciata per le strade per protestare contro il massacro di bambini innocenti .

Un dispaccio della AFP proveniente da Kabul, datato oggi 9 marzo, rivela che: "L’ anno passato è stato il più letale per i civili, in nove anni di guerra tra i talibanai e le forze internazionali in Afganistan, con quasi 28.000 morti. Il 15% più del 2009, ha indicato mercoledì un rapporto della ONU, che sottolinea il costo umano del conflitto per la popolazione.

“… l’insurrezione dei talibani si è intensificata e ha guadagnato terreno negli ultimi anni, con azioni di guerriglia al di là dei loro bastioni tradizionali del sud e dell’est”.

"Con 2 .777 esattamente, il numero de civili morti nel 2010 è aumentato del 15% rispetto al 2009, indica il rapporto annuale congiunto della Missione d’Assistenza delle Nazioni Unite in Afganistan "

"Il presidente Barack Obama ha espresso le sue profonde condoglianze al popolo afgano per i nove bambini morti e lo hanno fatto anche il generale statunitense David Petraeus, comandante in Capo della ISAF, e il segretario della Difesa, Robert Gates”.

“ Il rapporto della UNAMA segnala che il numero dei civili morti nel 2010 è di quattro volte superiore a quello dei soldati delle forze internazionali, morti nello stesso anno”.

"L’anno 2010 è stato in verità il più mortale per i soldati stranieri in nove anni di guerra, con 711 morti, che confermano che la guerriglia dei talibani si è intensificata, nonostante l’invio di 30.000 soldati statunitensi di rinforzo, nel 2010”.

Durante 10 giorni a Ginevra e nelle Nazioni Unite sono stati pronunciati i più di 150 discorsi sulle violazioni dei diritti umanai, che sono stati ripetuti milioni di volte da televisioni, radio, internet e stampa scritta.

Il Ministro degli Esteri di Cuba, Bruno Rodríguez, nel suo intervento del 1º marzo del 2011, davanti ai Ministri degli Esteri riuniti a Ginevra, ha detto:

"La coscienza umana rifiuta la morte di persone innocenti in qualsiasi circostanza e luogo. Cuba condivide pienamente la preoccupazione mondiale per le perdite di vite di civili in Libia e desidera che il suo popolo raggiunga una soluzione pacifica e sovrana alla guerra civile che sta avvenendo, senza nessuna ingerenza straniera, e che si garantisca l’integrità di questa nazione”.

Alcuni dei paragrafi finali del suo intervento sono stati lapidari :

"Se il diritto umano essenziale è il diritto alla vita, sarà pronto il Consiglio a sospendere i membri degli Stati che scatenano una guerra?”

"Sospenderà gli Stati che finanziano e forniscono aiuti militari, usati dallo Stato ricevente per violazioni di massa, flagranti e sistematiche dei diritti umani, ed in attacchi contro la popolazione civile, come avviene in Palestina?”

“Applicherà questa misura contro paesi poderosi che realizzano esecuzioni extragiudiziarie in territori di altri Stati, con l’uso di alte tecnologie, come le munizioni intelligenti e gli aerei telecomandati?”

"Che avverrà con gli Stati che accettano nei loro territori carceri illegali e segrete e facilitano il transito di voli segreti con persone sequestrate o partecipano ad azioni di tortura?”

Condivido pienamente la coraggiosa posizione del leader bolivariano Hugo Chávez e dell’ALBA.

Siamo contro la guerra interna in Libia e a favore della pace immediata, e del rispetto pieno della vita e dei diritti di tutti i cittadini, senza interventi stranieri che solo servirebbero al prolungamento del conflitto e agli interessi della NATO.

Traduzione per Granma.cu di Gioia Minuti

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