giovedì 31 marzo 2011

ENERGIA. FONTI RINNOVABILI E COSTI IN BOLLETTA

Legambiente: “Basta bugie. Le fonti pulite incidono solo per il 5,5% e piacciono agli italiani

2,5 euro al mese. Ecco quanto hanno pagato gli italiani per promuovere le “vere” rinnovabili nel 2010. Una cifra che ha inciso sui costi totali solo per il 5,5% e che serve ad assicurare lo sviluppo delle fonti pulite, rinnovabili, tecnologicamente vantaggiose per il sistema Paese, per l’occupazione e per la salute degli italiani. Occorre partire da questi dati per affrontare coerentemente il tema dei costi delle nostre bollette energetiche”.

Con queste parole Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, ha voluto oggi fare chiarezza nel bailamme delle dichiarazione inesatte e pretestuose che si stanno moltiplicando sui media sui costi dell’energia rinnovabile in Italia.

“I costi elevati delle nostre bolletteha sottolineato Cogliati Dezzasono dovuti, in gran parte, all’aumentata dipendenza dell’Italia dal petrolio, e ben altre voci andrebbero eliminate per far diminuire la spesa dei cittadini. Mi riferisco al costo per i Cip 6 delle fonti assimilate piuttosto che alle Tariffe speciali Fs o ancora alla quota per il decommissioning delle centrali nucleari e non solo”.

Gli incentivi alle rinnovabili inoltre, in uno scenario chiaro e definito caleranno fino a raggiungere, volendo già nel 2020, la grid parity, ossia una situazione per cui il costo di produzione dell’energia da fonti rinnovabili avrà pareggiato il costo d’acquisto dell’energia dalla rete.

Non è possibile ingannare i cittadiniha concluso Cogliati Dezzacon lo spauracchio degli alti costi dell’energia del vento e del sole, senza fare prima chiarezza sui costi reali della produzione energetica. Tanto più, che tutti i sondaggi realizzati ad oggi, hanno dimostrato che gli italiani vogliono le rinnovabili e che, per questo, sono disponibili a pagare quote accettabili in bolletta. Sarebbe più utile e corretto allora informare su quanto andrebbe a pesare (e quanto ci costa già ora) l’eventuale ritorno del nucleare”.


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