martedì 29 marzo 2011

COSTA D’AVORIO: UNHCR, LA CRISI SI AGGRAVA, ESODO IN AFRICA OCCIDENTALE

Nuovi scontri nelle regioni occidentali, centrali e orientali della Costa d’Avorio, nella giornata di ieri. Resta estremamente seria la preoccupazione dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) per questa spirale di violenza. Mentre ad Abidjan la situazione negli ultimi giorni si presentava relativamente calma.

Flussi di rifugiati ivoriani in fuga verso la Liberia. © UNHCR/G. Gordon

A Duékoué, nell’ovest, si sono registrati scontri a seguito di attacchi delle forze repubblicane (Republican Forces of Côte dIvoire, RFCI). Diversi gli episodi di violenza nella città a partire dallo scorso dicembre. Si è trattato invece della prima volta che le città di Daloa, a un centinaio di chilometri da Duékoué, e di Bondoukou, vicina alla frontiera con il Ghana, sono state investite dalle ostilità, sotto la spinta del RFCI che cerca di acquisire il controllo di una parte di territorio sempre più ampia.

Prosegue quindi l’azione dell’UNHCR presso entrambe le forze affinché la popolazione civile sia protetta dalla violenza.

Ogni nuovo combattimento nell’ovest della Costa d’Avorio si traduce in ulteriori flussi di rifugiati verso la Liberia. Come gli aspri scontri nella città ivoriana di Blolequin, che ormai da una settimana stanno provocando l’esodo più massiccio verso la contea liberiana di Grand Gedeh. Soprattutto nei distretti di Gbarzon e Tchein sono arrivate le circa diecimila persone registrate da martedì scorso dagli operatori UNHCR che collaborano con le autorità locali. Il numero totale dei rifugiati nella contea sale così a 24.507, il 22 per cento dei 112mila ivoriani complessivamente fuggiti in Liberia dalla fine di novembre.

Ogni giorno dalle 300 alle 400 persone continuano ad attraversare il confine per entrare nella contea di Grand Gedeh. Molti altri civili si starebbero dirigendo verso la Liberia - dicono quelli che arrivano - e l’UNHCR si prepara ad accoglierli.

Si sono lasciati alle spalle famigliari, anche bambini, terrorizzati - raccontano ancora i nuovi arrivati. Per raggiungere la Liberia devono attraversare il fiume Cavally. Portano con sé pochi averi e di solito non hanno denaro. Alcuni riescono solo a portare sacchi sulla testa.

A causa delle cattive condizioni delle strade, dell’isolamento di molte aree e dei lunghi tempi di percorrenza, gli operatori UNHCR che lavorano a Grand Gedeh riescono a registrare persone e distribuire aiuti solo in una località per volta. Per rafforzare le operazioni l’Agenzia ha comunque dispiegato nell’area personale che era di base a Saclepea, nella contea di Nimba County, più a nord. Sono stati poi inviati aiuti e in collaborazione col Programma Alimentare Mondiale (PAM) viene garantita la distribuzione di cibo e di biscotti ad alto contenuto energetico a tutti i nuovi arrivati.

Adesso l’impatto della violenza in Costa d’Avorio si avverte anche in Ghana, dove l’UNHCR sta forzando i tempi per prepararsi a rispondere a questa nuova sfida. Attualmente nel paese sono arrivati in 3.129, soprattutto dalla città di Abidjan e dai suoi sobborghi. Entrano in Ghana attraverso la frontiera di Elubo, dove l’Agenzia ha allestito un centro di transito.

Un primo campo per rifugiati - che può ospitare 3mila persone - è stato aperto dieci giorni fa nella città di Ampain. E si sta lavorando, insieme alle autorità locali, per identificare un sito adatto per impiantarvi un secondo campo, di maggiori dimensioni. L’UNHCR fornisce aiuti alimentari e di altro genere. Sta poi completando i lavori per la fornitura d’acqua, per l’allestimento di strutture mediche e di sistemi igienico-sanitari.

Il numero di rifugiati in Ghana può dirsi ancora relativamente limitato, ma il deteriorarsi della situazione in Costa d’Avorio impone di prepararsi a flussi più massicci. Sarà quindi composto da sei operatori esperti in emergenze il team dell’UNHCR che nei prossimi giorni sarà inviato in Ghana.

Ancora più a est, 857 ivoriani - per il 62 per cento uomini - hanno trovato rifugio a Lomé, capitale del Togo. Provengono da Abobo, PK-18, Adjame, Williamsville, Yopougon, tra i quartieri più popolosi e pericolosi di Abidjan, e sono passati attraverso il Ghana. Alcuni hanno visto saccheggiare le loro proprietà, altri sono stati aggrediti fisicamente - raccontano agli operatori UNHCR. Molte donne dicono di essere state stuprate.

Sono in tutto 116mila gli ivoriani fuggiti in otto paesi dell’Africa occidentale, tra cui Guinea, Mali, Burkina Faso, Benin e Nigeria. Dei 97 milioni di dollari che l’UNHCR considera necessari per assisterli, finora i donatori ne hanno garantiti solo 20 milioni. 


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