giovedì 10 febbraio 2011

TERREMOTO: GLI AQUILANI PORTANO IN TRIBUNALE LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

di Emilio Fabio Torsello

Una manciata di giorni prima del terremoto la Commissione “Grandi rischi” aveva rassicurato gli aquilani: nonostante lo sciame sismico i cittadini potevano stare tranquilli. Tutto era sotto controllo e adeguatamente monitorato. Era il 31 marzo 2009.

Cinque giorni dopo, alle 3,32 di notte, una violenta scossa avrebbe raso al suolo gran parte del centro storico del capoluogo abruzzese e cancellato borghi come Onna, Fossa e San Gregorio, portando con sé morte e distruzione. 

Un giorno prima della riunione della Grandi Rischi e a poche ore da una scossa del 4° grado Richter, inoltre, l’Ingv aveva fatto sapere che “le scosse avvertite oggi dalla popolazione fanno parte di una tipica sequenza di terremoti, del tutto normale in aree sismiche come quella dell’aquilano che, negli ultimi mesi, ha registrato quasi 200 eventi, la maggior parte dei quali non avvertiti dalla popolazione”. E la Protezione Civile chiosava: “E’ utile precisare che non è possibile prevedere in alcun modo il verificarsi di un terremoto e che non c’è nessun allarme in corso da parte del Dipartimento della Protezione Civile, ma una continua attività di monitoraggio e di attenzione“. Tutto normale, dunque, o quasi. 

A quasi due anni dal sisma, per quelle “rassicurazioni” una trentina di famiglie aquilane stanno per chiedere i danni a quella Commissione e in primis alla Presidenza del Consiglio – di cui la Grandi Rischi è organo consultivo – per un totale di 22 milioni di euro.

Come spiega il collega Giampiero Giancarli sul quotidiano abruzzese, Il Centro, il Tribunale dovrà definire il “danno alla salute, il danno patrimoniale, il danno morale (per il turbamento),il danno non patrimoniale (ovvero esistenziale) e il danno tanatologico (per la sofferenza)” causati dall’aver dato ascolto alle rassicurazioni della Grandi Rischi. Molte persone – è la tesi dei cittadini – fidando sull’opinione degli esperti, non hanno abbandonato le proprie case, subendo danni patrimoniali e “morali”. La somma, una volta finito il non breve iter processuale, se riconosciuta sarà probabilmente devoluta in opere di bene. La prima udienza è fissata per il 17 febbraio prossimo.

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