venerdì 18 febbraio 2011

SETTE ANNI DI RISPARMI DI UN VENEZIANO SVANITI NEL NULLA.

PARTE LA CAUSA DELL’ADICO CONTRO I COLOSSI DELLA FINANZA.

IL PRESIDENTE CARLO GAROFOLINI: «BASTA CON LA PREPOTENZA DELLE BANCHE»

Migliaia di euro scomparsi dalla polizza e un'odissea legale lunga un anno e mezzo che alla fine approderà a una dolorosa citazione in giudizio.

Tutto a causa dell'indicazione sbagliata di una addetta allo sportello della banca di fiducia, di cui si è clienti da più di vent'anni e della quale non si metterebbe mai in dubbio l'affidabilità.

Ma alla base c’è la prepotenza dei grandi gruppi creditizi, che «tentano di rubare a una persona i risparmi di una vita facendo finta di non conoscere la legge», come accusa il presidente dell’Adico Carlo Garofolini.

La storia di Bruno Ongaro, pensionato di Marcon che dal 2009 lotta contro due istituti di credito per recuperare ciò che gli spetta – circa 8.600 euro di versamenti più tutti gli interessi maturati in sette anni – è un esempio significativo delle disavventure che colpiscono i cittadini veneziani nel difficile rapporto con le banche, e di cui l'Associazione difesa consumatori di Mestre sempre più spesso si occupa.

Questi i fatti: nel luglio del 2000 il signor Ongaro sottoscrive un piano assicurativo della durata di sette anni alla filiale di Banca Intesa di via Forte Marghera, a Mestre, a cui si rivolge con la moglie dal 1976, quando ancora si chiamava Banca Commerciale. Fino a giugno 2007 versa ogni mese 100 euro, finché non arriva la data di scadenza della polizza e si reca quindi allo sportello mestrino per sapere come comportarsi. «In quel momento non avevamo bisogno di liquidi, quindi abbiamo chiesto alla dipendente se si potesse far migrare la somma nel nostro conto corrente – racconta Ongaro, provato da questa lunga vicenda che ha minato alla base la sua fiducia non solo nelle banche, ma anche nella giustizia – l'impiegata ha verificato la nostra pratica tramite pc e ci ha detto che non solo potevamo lasciare i soldi nella polizza, ma che sarebbe stata la soluzione per noi più vantaggiosa visto che avrebbero continuato a maturare interessi».

Per quasi due anni quindi la famiglia Ongaro non si preoccupa più di quel gruzzoletto che crede al sicuro. Il colpo arriva nell'aprile del 2009: Bruno Ongaro torna in banca per ritirare i soldi ma scopre che non ci sono più. La polizza è andata in prescrizione, gli dicono, e i risparmi di anni quindi non sono più nelle sue disponibilità. In altre parole, se li è presi la banca. A nulla valgono i tentativi di recuperare i soldi, perché Carige – che nel 2008 ha acquisito il ramo di azienda assicurativo di Banca Intesa – afferma che il limite massimo per il ritiro del denaro è di 12 mesi, dopo la scadenza dei sette anni. Ma per i legali dell’Adico è qui l’inghippo: non si sarebbe trattato infatti di una semplice polizza assicurativa ma di un vero e proprio prodotto di tipo finanziario speculativo, i cui termini di prescrizione sono non di uno, ma di dieci anni. «Purtroppo si è dovuti arrivare alla citazione in giudizio perché i tentativi di conciliazione non sono andati a buon fine – spiega il presidente Garofolini. Ora con la causa confidiamo che possano recuperare integralmente la somma. Ma quello che colpisce in questa storia – conclude – è il dramma umano vissuto da queste persone, che sono sempre state fedeli alla loro banca e si fidavano di chi ci lavorava, preferendo lo sportello di zona alle offerte allettanti dei servizi online di nuova generazione. E invece si sono visti letteralmente derubati dei loro risparmi». Senza considerare che la legge prevede una certa flessibilità in analoghi casi di somme non ritirate nei tempi prestabiliti, come ha ricordato anche l’Isvap (l’istituto di vigilanza del mondo assicurativo ) interpellato in merito alla vicenda.

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