mercoledì 23 febbraio 2011

IMMIGRAZIONE: COLDIRETTI, 60MILA STAGIONALI ATTESI IN CAMPAGNA

La firma del decreto flussi per il via libera all’assunzione di 60mila immigrati stagionali è un segnale importante per i lavoratori e per le imprese agricole dove si concretano la stragrande maggioranza delle richieste.

E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente l’annuncio da parte del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Maurizio Sacconi della firma del decreto flussi per il 2011 che autorizza 60 mila I lavoratori stranieri stagionali. Si tratta - sottolinea la Coldiretti - di un numero congruo rispetto alle esigenze delle imprese agricole italiane soprattutto se si tiene conto dalla valenza pluriennale del permesso per chi ha gia' lavorato per due anni in Italia.

E’ ora importante - continua la Coldiretti - che si provveda in tempi brevi alla pubblicazione del provvedimento sulla Gazzetta Ufficiale per ridurre i tempi di attesa e consentire l’avvio delle procedure di assunzione da parte delle imprese agricole, anche in vista dei lavori primaverili di preparazione dei terreni nelle campagne.

La maggioranza dei lavoratori stagionali extracomunitari - sottolinea la Coldiretti - troverà infatti occupazione in agricoltura che, insieme al turismo, è il settore con maggiori opportunità occupazionali per questi lavoratori indispensabili nello svolgimento della generalità delle lavorazioni stagionali e sopratutto per le grandi campagne di raccolta delle principali produzioni Made in Italy: dalla frutta alla verdura, dai fiori al vino fino, ma anche negli allevamenti.

La presenza dei lavoratori stranieri impegnati nelle campagne italiane è salita a quota 106.058, in aumento del 2,03 per cento, ed oggi la forza lavoro estera rappresenta quasi il 9,15 per cento del totale impiegato in agricoltura, secondo una analisi Coldiretti. In altre parole nei campi quasi un lavoratore su dieci è straniero.

Tra gli stranieri nelle campagne prevale la presenza dei lavoratori neocomunitari di provenienza principalmente rumena, slovacca e polacca. Tra quelli extracomunitari si stabilizza invece il numero di albanesi e cittadini dell’ex Jugoslavia, mentre aumentano gli asiatici (India) e nordafricani (Marocco).

Sono molti i "distretti agricoli" dove i lavoratori immigrati sono una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale come nel caso - aggiunge la Coldiretti - della raccolta delle fragole nel Veronese, della preparazione delle barbatelle in Friuli, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell'uva in Piemonte fino agli allevamenti in Lombardia dove a svolgere l'attività di “bergamini” sono soprattutto gli indiani mentre i macedoni sono coinvolti principalmente nella pastorizia.

La presenza di lavoratori immigrati - conclude la Coldiretti - è divenuta indispensabile per le produzioni di qualità: dagli allevamenti dei bovini di razza piemontese a quelli delle vacche per il parmigiano reggiano dove quasi un lavoratore su tre è indiano ma i lavoratori extracomunitari sono diventati decisivi nella raccolta delle mele della Val di Non, produzione del prosciutto di parma, della mozzarella di Bufala o nella raccolta delle uve destinate al Brunello di Montalcino.

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