martedì 15 febbraio 2011

CITTADINANZATTIVA SU DECRETO MILLEPROROGHE: NESSUNA PROROGA PER I DIRITTI DEI CITTADINI. CONFERMATO AZZERAMENTO FONDO NON AUTOSUFFICIENZA

Il testo del Decreto attualmente in discussione rappresenta un’altra opportunità mancata per il Governo di rimediare alla scelta, attuata già con la legge di stabilità, di non rifinanziare nel 2011 il fondo nazionale per la non autosufficienza, mentre si sceglie di rinviare per l'ennesima volta l'entrata a regime dell'intramoenia per le prestazioni.

Per Cittadinanzattiva, questa scelta rappresenta l'ennesimo atto di indifferenza nei confronti delle persone più fragili e dei loro familiari, e la dimostrazione della scarsa attenzione alle politiche sociali.

L’indifferenza del Governo assume una connotazione ancora più grave considerato che la richiesta di rifinanziare il fondo per la non autosufficienza è pervenuta a gran voce oltre che dalle Organizzazioni civiche di tutela del diritto alla salute, anche dalle stesse Regioni, con propri emendamenti al testo in discussione. Il mancato finanziamento del fondo a livello nazionale, farà si che i cittadini che risiedono in Regioni in grado di finanziare autonomamente gli interventi potranno accedere alle relative prestazioni, quelli invece residenti in Regioni che non saranno in grado di destinare propri fondi, avranno negate le relative prestazioni. Inoltre la scelta del Governo rappresenta un’ inversione di tendenza rispetto agli altri paesi europei, i quali si sono dotati ormai da tempo di un tale fondo. Una riduzione degli interventi sociali a favore delle persone provocherà inevitabilmente un innalzamento della spesa sanitaria, e un’assunzione di costi privati per le famiglie italiane.

Mentre, da una parte, si sceglie quindi di non prorogare il Diritto alla Salute dei cittadini, non rifinanziando il fondo per la non autosufficienza, dall’altra si sceglie di continuare a prorogare quella che ormai potremmo definire come una barzelletta, e cioè il termine ultimo (31 marzo 2011) per il passaggio definitivo al regime ordinario dell’attività libero professionale intramuraria. Ricordiamo che tale passaggio risponde all’esigenza più volte evidenziata di garantire ai cittadini una maggiore trasparenza nel percorso di accesso alle cure, nonché una loro maggiore qualità e sicurezza. Inoltre da tempo sono stati già messi a disposizione delle regioni i fondi necessari per garantire tale passaggio. Una proroga, in conclusione, di cui non comprendiamo finalità e ragioni.

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