lunedì 24 gennaio 2011

SILVIO AFFONDA E ANCHE LA MARCEGAGLIA LO MOLLA

di Luigi Nervo

Il premier Silvio Berlusconi sta affrontando uno il momento forse più difficile della sua carriera tra gli effetti della crisi economica che si trascina ormai da mesi e gli scandali legati ai presunti festini con ragazze minorenni. Il presidente appare sempre più debole di fronte all'opinione pubblica e, invece di destinare le sue energie ad azioni politiche che servono al Paese, è troppo impegnato a difendersi dalle accuse per comportamenti estranei al suo ruolo che piovono ormai da ogni parte. Tra i suoi alleati qualcuno lo sostiene ancora, resta con il capitano fino all'ultimo, altri decidono di abbandonare a nave prima che vada a fondo trascinando tutti negli abissi. Tra le persone che negli ultimi anni sono state vicine a Berlusconi, ora ricorre alle scialuppe di salvataggio anche il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia.

Intervistata da Fabio Fazio a "Che tempo che fa", ha accusato apertamente l'operato del Governo: «Nei primi mesi della crisi il governo ha tenuto i conti pubblici a posto e abbiamo visto invece cosa succede in Portogallo e Spagna, ma ora serve di più: da sei mesi a questa parte l'azione del governo non è sufficiente». Se nelle ultime settimane chiedeva a gran voce stabilità, alla luce delle ultime vicende prettamente politiche ha corretto il tiro: «Serve stabilità, ma non fine a se stessa. Serve stabilità per fare le riforme. Nelle prossime settimane dovremo verificare se il governo è in grado di fare le riforme, altrimenti bisogna fare altre scelte, non si può più aspettare». La Marcegaglia si mostra imbarazzata a parlare di come gli stranieri vedono l'Italia investita da questi scandali: «Dai giornali italiani ed esteri esce un'immagine non positiva del nostro Paese. Ma quando sono all'estero sottolineo sempre che c'è un'altra Italia, un'Italia che va a letto presto e si sveglia presto, che lavora, che produce, che fa impresa e che si impegna».

Nel corso della trasmissione si è parlato anche del futuro. «Bisogna fare altre scelte» dichiara e Fazio le chiede cosa pensa dell'ipotesi Tremonti: «Un nuovo primo ministro deve avere la maggioranza in Parlamento – è la risposta – Deve essere indicato dagli elettori, cosa sulla quale sono d'accordo. Se ci saranno le condizioni perché Tremonti abbia queste caratteristiche, perché no». E rivela che in passato le era stato proposto l'incarico di ministro dello sviluppo economico ma lei ha rifiutato perché appena rieletta come presidente di Confindustria.

Spazio anche per argomenti economici, così la presidente di Confindustria spiega cosa bisogna fare e cosa non è stato fatto per rilanciare il Paese: «Abbiamo migliaia di euro di investimenti in infrastrutture che sono bloccati in tutto il paese. È necessario sbloccare tutto questo e denunciare chi li blocca». Mentre nega che l'accordo di Mirafiori sia la fine del contratto nazionale di lavoro: «Fino ad oggi si è lavorato con un sistema che valeva per tutti ma ora non funziona più: bisogna trovare il modo che ogni impresa attraverso le relazioni sindacali aumenti la produttività. Il contratto nazionale magari sarà più leggero, e quello aziendale invece orientato ad aumentare i salari».

Le parole della Marcegaglia sono state bene accolte dagli ex alleati di Berlusconi che hanno preferito mettersi in salvo in tempo e fuggire dalla nave che affonda. «Le dichiarazioni di Emma Marcegaglia, secondo cui da sei mesi l'azione del governo è insufficiente – dichiara l'europarlamentare di Fli Nino Lo Presti – suonano come una chiamata alle armi per imprenditori, lavoratori, giovani e tutti coloro che, messi a dura prova dalla crisi, vengono ignorati da un esecutivo incapace di realizzare serie riforme, perché concentrato soltanto sulla conservazione del potere personale di pochi». Dai fedelissimi di Berlusconi che invece fanno scudo intorno al premier bersagliato dagli scandali giungono invece risposte stizzite: «Marcegaglia dovrebbe dire cosa vuole e come vuole farlo – sono le parole del sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto – Dire che in poche settimane si devono fare le riforme è un ritornello banale con cui lancia dei messaggi ai suoi associati per non perdere peso. Sa benissimo lei per prima che non esistono possibilità in questo momento di un governo che possa fare riforme radicali. C'è un progetto più ampio di un gruppo di cui Marcegaglia fa parte per cui l'importante è togliere di mezzo Berlusconi». E intanto le falle nella nave Pdl aumentano.

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