mercoledì 26 gennaio 2011

CACCIA CHIUSA AI PANTANI DELLA SICILIA SUD ORIENTALE. LIPU: “E’ STATA UNA STRAGE”

I numeri del disastro ambientale causati da 4 giorni di caccia: ridotti del 90% gli uccelli presenti nell’area.

Novanta per cento di uccelli in meno, morette tabaccate ridotte da 100 a quattro esemplari, fenicotteri in fuga: ce n’erano 600, ora solo 35. E’ la grave situazione che si è creata per sole quattro giornate consentite di caccia nei Pantani della Sicilia sud-orientale, l’ultima delle quali si è svolta il 19 gennaio: a denunciarlo è oggi la LIPU-BirdLife Italia, che chiede, per l’ennesima volta, l’avvio urgente di un iter per l’istituzione della Riserva Naturale.  

 Nonostante il parere contrario dell’Ispra (Istituto Superiore Protezione Ambientale), che sottolineava l’incompatibilità della caccia in quest’area con la conservazione delle specie, la caccia era stata riaperta dopo il 6 gennaio dall’assessore alle Risorse agricole D’Antrassi. Un decreto – sottolinea la LIPU – che permetteva l’accesso a “soli” 600 cacciatori residenti a Pachino, Noto, Ispica, Portopalo. Un numero di doppiette che si riteneva non potesse avere un impatto negativo sull’ambiente, e che invece, come prevedibile, ha causato una vera e propria emergenza ambientale: oltre a mettere in fuga morette tabaccate e fenicotteri, i cacciatori hanno sparato a specie protette come volpoche (come il fenicottero, “particolarmente” protetta dalle leggi), cormorani, svassi maggiori. Oltre a spargere migliaia di bossoli in natura e utilizzare i vietatissimi (anche dal calendario regionale) pallini di piombo, che inquineranno le acque causando il saturnismo (intossicazione da piombo) negli uccelli che li ingeriranno e rischi di contagio per la fauna ittica.   

Proprio quando a livello internazionale – dichiara Fulvio Mamone Capria, vicepresidente LIPU - si chiede di salvare la biodiversità e agire per la tutela delle specie particolarmente minacciate, ai Pantani siciliani si permette di sparare a specie protette e distruggere la natura.

Crediamoprosegue il vicepresidente - che il tempo delle logiche clientelari a danno dell’ambiente e degli interessi della comunità sia finito. Si passi dunque dalle solite promesse di circostanza ai fatti e si avvii al più presto l’iter per la Riserva che da 20 anni attende di essere istituita”.

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