martedì 28 dicembre 2010

IL CILE E LO STERMINIO DEL POPOLO MAPUCHE


Il popolo Mapuche rivolge un appello al blog e più in generale agli italiani. Lo Stato cileno sta espropriando le terre dei Mapuche e applicando leggi contro il terrorismo a chiunque si opponga in maniera non violenta, anche agli adolescenti, con condanne fino a 50 anni. Chi difende la propria terra in questo mondo globalizzato, schiavo degli interessi economici e dominato dalle multinazionali è un TERRORISTA. Parlando con Jorge, il portavoce dei Mapuche, ho pensato a Terzigno, a Vicenza con la base militare del Dal Molin, alla Tav in Val di Susa, a Terzigno, alla secretazione dei siti dove costruiranno a nostra insaputa le centrali nucleari. Il Cile del dopo Pinochet assomiglia al Cile di Pinochet. Il mapuche di oggi è l'italiano di domani. La mia totale solidarietà al popolo Mapuche.     

Testo dell'intervista Jorge Huenchullan portavoce dei Mapuche      

"Il mio nome è Jorge Huenchullan , sono “werken” (portavoce) della Comunità Autonoma di Temucuicui, sono anche portavoce dei prigionieri politici mapuche che sono nel carcere di Angol. Personalmente ho un fratello che è stato processato con la “legge anti-terrorista”, il suo nome è Felipe Huenchullan, è un prigioniero politico e ha trascorso più di un anno in carcere a seguito di processo indebito. Attualmente è sotto processo per quattro “delitti” definiti “terroristi”, è per questo che noi riteniamo sia sproporzionato applicare questa legge ai Mapuche.    

Storia dei Mapuche  

La lotta Mapuche è una lotta storica, che dura da secoli. Dall’arrivo degli spagnoli nel 1540 in poi, ci furono personaggi molto importanti, leader mapuche di spicco: Lautaro, Caupolicàn, Galvarino che condussero una lotta dura, non si sottomisero a nessun dominio e dimostrarono alla corona spagnola che i Mapuche, presenti nel territorio del Cile, in nessun modo sarebbero stati conquistati.
Durante questo processo di conquista, molto lungo, il nostro popolo fece trattati di territorio, trattati di pace, trattati stipulati tra due nazioni sovrane che erano: la corona spagnola e la nazione Mapuche. 

Tra i trattati più importanti stipulati, risulta il trattato di territorio in cui la corona spagnola riconobbe al popolo Mapuche i territori dal fiume Bio-Bìo fino al sud del Cile: da quel fiume in giù era stata riconosciuta la sovranità Mapuche.  Dal 1850 in poi, dopo che il popolo Mapuche si era liberato della corona spagnola, e anche l’esercito del (neo costituito) Cile si era ribellato al dominio spagnolo, l’esercito cileno diede inizio ad una invasione militare per conquistare il territorio Mapuche, che con la propria sovranità si estendeva dal fiume Bio-Bìo fino al Sud.  

Quel periodo è stato chiamato dall’esercito cileno la cosiddetta “Pacificazione della Araucania”, un periodo tra i più sanguinari, in cui lo Stato cileno ha condotto un vero e proprio genocidio della popolazione Mapuche. In questo periodo cominciarono a sottrarci il nostro territorio.     

Le comunità Mapuche sono state costrette a vivere in spazi sempre più ristretti, di cui non hanno nemmeno la sovranità: è stato perso tutto il territorio ancestrale, che a seguito dell’occupazione è passato ad essere dello Stato cileno. Allora il governo cileno per legittimare l’usurpazione, l’espropriazione della terra ha promosso e ha avallato la presenza dei coloni europei nelle nostre terre. 
La maggior parte delle terre che i Mapuche rivendicano, sono oggi nelle mani dei coloni di origine europea, delle imprese forestali, spesso multinazionali di cui la maggioranza sono europee.   

Il legame con la Terra  

La terra, il territorio, per i Mapuche è la base della vita e dell’esistenza.. è la base dello sviluppo della nostra cultura, è la continuità storica della nostra gente e della nostra conoscenza. Nella biodiversità troviamo il compimento della forza mapuche e il compimento della vita stessa, per questo noi rispettiamo molto il nostro territorio, la nostra natura e la biodiversità. Questo ovviamente non solo dal punto di vista economico o del profitto, ma piuttosto come la base stessa della vita.
   
Senza la nostra “mapu” (terra), il mapuche non potrebbe esistere e sarebbe condannato a scomparire: è per questo che la nostra gente, le nostre comunità hanno intrapreso un processo di lotta e di mobilitazione perché ci venga restituito il nostro territorio.

Per questo è fondamentale la lotta mapuche in questo momento, altrimenti non potremmo proseguire la nostra esistenza, visto che siamo continuamente invasi da imprese forestali che in modo lampante ci stanno letteralmente saccheggiando: ci spogliano delle nostre terre e delle nostre medicine, le nostre erbe medicinali, i nostri alimenti. Stiamo praticamente perdendo tutto con questa invasione forestale, che per di più introduce delle specie esotiche che non rispettano l’equilibrio della natura stessa del nostro territorio. 

La “Ley antiterrorista” e la criminalizzazione

La lotta apuche è sempre stata non violenta, ciò significa che noi facciamo occupazioni pacifiche delle terre che sono nelle mani delle imprese forestali, e nelle terre che sono oggi nelle mani dei coloni, non abbiamo mai usato violenza contro la popolazione, contro i privati o contro la Forestale o contro gruppi di persone che consideriamo non-mapuche.   

Certo, la nostra lotta è di carattere politico-sociale con la quale chiediamo che lo Stato cileno prenda in considerazione le nostre richieste perché la nostra è una lotta legittima e giusta. È questo il tono, fermo, che accompagna le nostre rivendicazioni. La lotta mapuche non è mai stata armata, non esistono gruppi guerriglieri e non è mai esistita neanche la remota possibilità che un giorno la nostra lotta divenisse un conflitto armato per sollecitare un dialogo tra il popolo Mapuche e lo Stato cileno. 

Lo Stato cileno ha criminalizzato la nostra gente e i nostri di rappresentanti e ha agito in modo estremamente razzista e con modalità molto discriminatorie con i nostri fratelli. Qui si violano i nostri diritti: qui non si rispettano il nostro essere indigeni mapuche. Noi non siamo considerati dentro lo Stato cileno, la nostra opinione non ha valore dentro lo Stato, qui non abbiamo partecipazione politica per poter decidere noi stessi sulla gestione del nostro territorio.  

Lo Stato cileno ha 34 prigionieri mapuche sparsi in diverse carceri del sud del Cile in questo momento. Nel carcere di Concepcion, di Angol, di Temuco, nel carcere di Lebu e di Chol-Chol, ci sono fratelli mapuche prigionieri politici e sono stati tutti processati con la “legge anti-terrorista”, questo vuol dire che i nostri fratelli sono accusati di terrorismo solo per volere portare avanti questa lotta.  Per nessun’altra richiesta o lotta sociale nello Stato del Cile è stata applicata questa legge, ad altri manifestanti non è mai stata applicata mentre ai Mapuche sì.

E’ per questo che i nostri fratelli sono stati in sciopero della fame per più di 80 giorni.

Io ho un fratello a cui è stata applicata la legge anti-terrorista. E’ in carcere preventivo per quattro capi d’accusa denominati “delitti terroristi”. Lui si chiama Felipe Huenchullàn ed è prigioniero nel carcere di Angol nel sud del Cile. 

Mio fratello, così come altri mapuche, rischia una condanna che va dai 50 anni in su se venisse condannato per i delitti che gli sono stati imputati.
Noi riteniamo questa prassi dello Stato Cileno un vero e proprio genocidio, una prassi che non contempla una politica idonea ad affrontare questo conflitto. 

Bambini “terroristi”

Qui, nelle nostre terre lo Stato cileno ha ucciso dei mapuche, come Jaime Mendoza Collio, Alex Lemun, Matias Catrileo, che sono alcuni “peñi” fratelli mapuche morti negli ultimi cinque anni nelle “azioni di recupero” della terra.  

In questo modo lo Stato cileno ha risposto alle richieste mapuche. Invece di cercare una soluzione. Ha risposto con morte e repressione per una richiesta legittima del nostro popolo. E in questa cornice, con questo tipo di lotta, lo Stato cileno non ha solo perseguitato la nostra gente di maggior età, i nostri leader, ma ha anche perseguitato i nostri bambini e adolescenti, accusando anche loro di essere terroristi.

Bambini di 12, 13 anni, di 15 anni di età: un esempio è Luis Marileo Cariqueo che appartiene alla comunità di José Guiñon, nipote del Lonko (dirigente) José Cariqueo, il quale si trova in carcere ed è stato per più di 80 giorni in sciopero della fame perché considera che le sue accuse sono tutte infondate, che lo Stato cileno ha infranto tutti i suoi diritti di bambino e di adolescente e perché non è stato rispettato come Mapuche e come minorenne. Per questo ha portato avanti per così tanto tempo lo sciopero della fame.

Egli ha soltanto 17 anni, ed ha già quttro capi d’accusa per “delitti terroristi”. Questa è una barbarie.. non è possibile che lo Stato cileno continui a vessare e a reprimere in modo così selvaggio la nostra gente, non è possibile che i bambini siano vittime di accuse di questa portata: ci hanno paragonato a gruppi armati esteri come Al-kaeda, come l’ ETA, come le FARC… ma la nostra lotta, i nostri bambini, non possono essere considerati in questa maniera.

Essere considerati terroristi ad una così tenera età, è questo ciò che fa lo Stato cileno ed è evidente. Ci sono dei precedenti, delle denuncie di organismi internazionali in cui si evince che lo Stato cileno ha effettivamente applicato queste pratiche, perseguitando i nostri bambini. 

E’ una situazione terribilmente estenuante, vivere in uno stato simile di incertezza, senza sapere quello che succederà domani, se finiremo in carcere o vivremo in libertà.

E’ difficile per una famiglia vivere in questo modo, è dura per una autorità mapuche o un gruppo di famiglie unite pensare che il proprio unico destino è il carcere, e questo solo perché stiamo lottando per rivendicare il territorio ancestrale e i nostri diritti politici.   

Appello al popolo italiano 

E per finire faccio un appello al popolo italiano, un richiamo alla lotta sociale che esiste nel vostro Paese. Così come in Italia, nemmeno il nostro popolo, e noi come Mapuche, vogliamo essere divorati, né sopraffatti dal sistema imperialista - capitalista,  un sistema con il quale siamo condannati a morire.   

Vogliamo che le nostre idee, la nostra lotta sia libera, vogliamo essere delle persone che pensino in libertà e crediamo che in questo mondo si deve vivere in una maniera più umana, diciamo più “comunitaria”, in modo che tutti abbiano il diritto di manifestare la propria opinione, di vivere liberi, di vivere senza pressione, di vivere in modo da non dipendere da un’impresa, senza dipendere da un capitale o da un potere economico.

E se lasciamo che questa situazione vada avanti, sicuramente i Mapuche smetteremo d’esistere e i popoli indigeni pian piano scompariranno, smetteranno di esistere.

Io credo che noi abbiamo molte capacità, molto da dare ancora ai popoli non-mapuche, alla gente europea, a tutte le nazioni.. abbiamo molte conoscenze culturali sulla cosmo-visione, su molti argomenti che la scienza non è in grado di affrontare.

Ritengo questa un idea fondamentale che anche gli italiani dovrebbero condividere con noi." Jorge Huenchullan

Fonte: http://www.beppegrillo.it/

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