venerdì 26 novembre 2010

GIORNALISTI CONDANNATI DALLA CASSAZIONE : RICORSO A STRASBURGO

La decisione della quinta sezione penale della Corte di Cassazione, che ha rigettato il ricorso dei giornalisti Renzo Magosso e Umberto Brindani confermando la condanna della Corte d'Appello di Milano per aver riportato - nel corso dell'inchiesta svolta sull'assassinio di Walter Tobagi - le dichiarazioni dell'ex brigadiere dei Carabinieri Dario Covolo, il quale confermava in Tribunale che il terrorista-informatore Ricciardi gli disse con sei mesi di anticipo il nome del killer che poi avrebbe ucciso il giornalista, ha generato le reazioni allarmate del mondo giornalistico.

Per il vicepresidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Enrico Paissan, "non può non destare forte preoccupazione in quanti ritengono che il diritto di cronaca rappresenti uno dei presidi fondamentali della libertà di espressione del nostro Paese. Tanto più che, nel caso in oggetto – che si riferiva ad una inchiesta sull’assassinio di Walter Tobagi – Renzo Magosso, autore dell’articolo incriminato, aveva avuto l’accortezza di verificare le fonti e la loro credibilità". Per Paissan, con il tempo "la professione giornalistica ha incontrato crescenti ostacoli e ulteriori difficoltà che corrono il rischio di arrecare un danno grave e irreparabile all’essenziale funzione di mediazione svolta dai giornalisti verso i cittadini e la pubblica opinione".

Per la FNSI, di tratta di "un’altra sentenza che, inspiegabilmente, censura il diritto di cronaca e dovrà essere rettificata dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo".

"La conferma della condanna per diffamazione di un defunto Generale dei Carabinieri, decisa dalla Corte di Cassazione, sconvolge un principio che pareva ormai consolidato della nostra giurisprudenza ovvero che, quando le dichiarazioni di terzi sono correttamente riportate (come confermato in questo caso), eventuali responsabilità non possono essere a carico dei giornalisti" commenta Franco Siddi, segretario nazionale della Federazione della stampa, spiegando che "Nella fattispecie, inoltre, nuovi documenti e dichiarazioni dell’ex Sottoufficiale dell’Arma, Dario Covolo, confermavano le notizie, raccolte da Magosso nella sua inchiesta giornalistica circa le responsabilità conosciute già prima dell’arresto di Marco Barbone e altri nell’assassinio di Walter Tobagi".

"La Corte di Cassazione, evidentemente, non ha tenuto conto di queste novità processuali e ha confermato le precedenti sentenze di condanna verso i giornalisti. Le sentenze si rispettano ma è legittimo esprimere fondati dubbi e, in questo caso, sostenere il ricorso alla Corte di Giustizia Europea per i Diritti dell’Uomo. Il diritto di cronaca, quando esercitato nel rispetto della verità dei fatti, e nel dimostrato lavoro di verifica delle fonti del giornalista, merita protezione e non censura. - conclude Siddi - Ecco perché la sentenza della Cassazione contro Magosso e Brindani richiede una profonda riflessione e l’esame della Corte di Giustizia Europea. Non sarebbe tuttavia fuori luogo la riapertura del caso”.
di Mauro W. Giannini


Fonte: http://www.osservatoriosullalegalita.org/

Nessun commento:

Posta un commento