mercoledì 27 ottobre 2010

Il Comitato anti tortura del Consiglio d’Europa richiede una regolamentazione severa sulle armi a scarica elettrica

Il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) ha lanciato un appello concernente la severa regolamentazione dell’utilizzo delle armi a scarica elettrica (EDW).

Nel rapporto annuale, il CPT dichiara di comprendere il volere delle autorità nazionali di mettere a disposizione degli ufficiali incaricati dell’applicazione della legge strumenti che consentano loro di fornire una risposta più graduale nell’ambito di situazioni pericolose. Il Comitato riconosce che il possesso di armi a letalità ridotta, come le EDW, possa, in alcuni casi, permettere di evitare il ricorso ad armi da fuoco. Il Comitato sottolinea, tuttavia, che tali armi possono causare dolori acuti e dare adito ad abusi.

Accade sempre più spesso che vengano fornite armi a scarica elettrica ad ufficiali di polizia o ad altri responsabili dell’applicazione della legge e che queste armi siano utilizzate sempre più frequentemente nel corso degli arresti. Le autorità devono vigilare affinché il loro uso sia severamente regolamentato e affinché siano impiegate solo in caso di reale necessità”, ha dichiarato Mauro Palma, presidente del CPT.

Secondo il Comitato, l’utilizzo delle EDW dovrebbe limitarsi alle sole situazioni in cui vi sia un pericolo reale e immediato per la vita o un rischio evidente di ferite gravi. Servirsi delle armi in questione al solo scopo di assicurare l’ottemperanza ad un ordine impartito è inammissibile. L’uso di queste armi, inoltre, dovrebbe essere consentito solo quando il ricorso a metodi meno coercitivi – quali la trattativa o la persuasione o le tecniche di controllo manuale – non sia andato a buon fine o sia stato impraticabile e quando risulta essere la sola alternativa a procedure che possono comportare un maggior rischio di provocare ferite o morte. Il Comitato sottolinea altresì l’importanza di impartire una formazione adeguata ai pubblici ufficiali autorizzati ad utilizzare le EDW.

Il Comitato esprime forti riserve riguardo l’impiego delle armi a scarica elettrica nelle carceri e negli istituti psichiatrici chiusi. Solo circostanze eccezionali, quali situazioni in cui delle persone siano state prese in ostaggio, potrebbero giustificare il loro utilizzo in tali contesti. Il CPT ha altresì reso nota la propria opposizione all’utilizzo di cinture elettriche inibenti per controllare i movimenti dei detenuti, sia all’interno che al di fuori dei luoghi di detenzione. Tali strumenti sono, per loro natura, degradanti per la persona cui vengono applicati e il rischio di abuso nel loro utilizzo è particolarmente elevato.

Il CPT afferma che prima di essere messe a disposizione, le EDW devono essere oggetto di una procedura di autorizzazione tecnica e dotate di schede elettroniche fornite di memoria che possano registrare le informazioni relative al loro utilizzo, permettendo in tal modo un controllo da parte delle autorità competenti.

Nel corso del periodo considerato nel suo 20° Rapporto annuale (agosto 2009 - luglio 2010), il CPT ha effettuato 20 visite allo scopo di esaminare le condizioni di detenzione in un’ampia gamma di istituti in tutta Europa.

Nell’ambito delle sue visite periodiche, il CPT presta un’attenzione crescente alle strutture a carattere sociale che accolgono persone con disabilità mentale e/o fisica, nonché al trattamento delle persone trattenute in virtù della legislazione sugli stranieri. Le visite ad hoc del CPT hanno riguardato diverse questioni che spaziano dall’isolamento e l’evirazione chirurgica alla presunta esistenza di luoghi di detenzione segreti.

Fonte: Cosiglio d'Europa

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