martedì 11 maggio 2010

Greenpeace: "Rompere le scatole" al mercato del tonno in Italia è servito.


"Rompere le scatole" al mercato del tonno in Italia è servito. A tre mesi dal lancio della nostra classifica "Rompiscatole" sulla sostenibilità delle scatolette italiane, le aziende hanno cominciato a muoversi nella direzione giusta.

Più di un anno fa, quando abbiamo iniziato a confrontarci con il settore in Italia, il tema della sostenibilità ambientale veniva considerato pochissimo. Ora, le aziende iniziano a porre maggior attenzione alla provenienza del tonno utilizzato nelle loro scatolette.

Un passo avanti per AsdoMar, che, dando prova di ulteriore trasparenza, sale al primo posto in classifica. AsdoMar è uno dei pochi che utilizza in parte dei propri prodotti il tonnetto striato, pescato con metodi sostenibili (lenza e amo). Il tonnetto striato - a differenza del pinna gialla ormai sovrasfruttato – è considerata in buono stato.

Tra le scelte più importanti c'è la decisone di Esselunga di non comprare tonno trasbordato in mare, una pratica che favorisce molto spesso attività illegali. Callipo, invece, è il primo a decidere di utilizzare nella propria produzione non più del 25 per cento di tonno pescato con sistemi di aggregazione per pesci (o FAD). I FAD, infatti, causano la cattura accidentale di tartarughe, squali ed esemplari immaturi di tonno. Consorcio si apre al dialogo, lasciando il fondo della classifica.

Passi avanti anche tra i più grandi! Bolton che, con il marchio Riomare copre più del 30% del mercato, si è impegnato formalmente a predisporre prima della fine dell'anno una politica di sostenibilità. Consorcio si apre al dialogo, lasciando il fondo della classifica. Ultimi Nostromo e tonno Mare Aperto di STAR.

La strada per avere sul mercato un prodotto totalmente sostenibile è ancora lunga: dei quattordici marchi in classifica ben dieci continuano a rimanere "in rosso", e nessuno raggiunge la fascia "verde". Adottare dei principi scritti è un passo fondamentale ma non basta: le aziende devono passare dalle parole ai fatti!

Prima che anche gli stock di tonno tropicale vengano totalmente compromessi - come è successo per il tonno rosso del Mediterraneo - bisogna eliminare gli attrezzi pericolosi, ridurre lo sforzo di pesca e tutelare con riserve marine le aree più importanti per queste specie.

Fonte: Greenpeace

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