martedì 18 maggio 2010

ENEA: Thoron, un nemico ancora sconosciuto per la salute dell'uomo

Nel nostro Paese il thoronè un problema presente, reale, specialmente in certe regioni del Centro Italia ma la guardia non è ancora alta.

L’ENEA, con i suoi laboratori dell’Istituto di Radioprotezione di Bologna, è all’avanguardia in questo settore di ricerca.

E’ sconosciuto alla maggior parte delle persone ma può diventare una fonte di rischio per la salute dell’uomo al pari del radon. Stiamo parlando del Thoron, un gas radioattivo naturale, inodore e incolore che fa parte della famiglia del Torio-232.



Massimo Calamosca (ENEA) “Si può trovare sostanzialmente dappertutto come il gas radon, infatti addirittura lui sulla crosta terrestre risulta essere anche più abbondante”.
A differenza del radon, che si concentra nei locali interrati o a contatto diretto con il suolo, il THoron può essere presente ovunque, nei luoghi chiusi, dato che è contenuto nei materiali da costruzione.

Massimo Calamosca (ENEA) “L’unica cosa che è più difficile trovarlo perché a causa del suo basso valore di tempo di decadimento la sua presenza in ambiente chiuso, quindi sostanzialmente in un ambiente di lavoro, in un ambiente di vita può essere molto ridotto ed ha portato fino ad oggi ad essere molto trascurato perché è evidente che la priorità si dà al radon che è più presente”.

Il tempo di decadimento del thoron è di 55 secondi per cui la sua presenza negli edifici di solito è più bassa rispetto a quella del gas radon. Nel nostro Paese è un problema presente, reale, specialmente in certe regioni del Centro Italia ma la guardia non è ancora alta. L’ENEA, con i suoi laboratori dell’Istituto di Radioprotezione di Bologna, è all’avanguardia in questo settore di ricerca.

Silvia Penzo (ENEA) “Questo è il sistema di misurazione passivo messo a punto dall’ENEA per misurare la concentrazione di toron. E’ costituito dai due dispositivi passivi. Questo misura la concentrazione del solo radon mentre questo misura la concentrazione del radon più la concentrazione del toron. Per cui dalla differenza si risale alla concentrazione del tHoron”.

A differenza del radon, non è possibile ipotizzare per il toron una distribuzione ed una concentrazione omogenea nel locale chiuso. Questo perché il toron decade molto velocemente e se l’emissione del gas radioattivo avviene da una parete, a mano a mano che ci si allontana, il suo valore tende a zero.

Silvia Penzo (ENEA) “Dalla concentrazione di toron così ricavata è possibile tramite l’applicazione di un modello calcolare la concentrazione dei prodotti di decadimento in un locale che poi sono i veri responsabile del rischio”.

Infatti, quando il thoron decade, ossia si trasforma in altri elementi radioattivi, emette radiazioni nocive che possono provocare gravi danni nell’uomo.

Fonte: ENEA

Nessun commento:

Posta un commento