sabato 24 aprile 2010

UNHCR. PROCEDONO LENTAMENTE E CON CAUTELA I RIMPATRI NELLO YEMEN SETTENTRIONALE

Oltre due mesi dopo il cessate il fuoco e un mese dopo la fine ufficiale del conflitto nello Yemen settentrionale si stima che siano 7.000 i civili yemeniti che dai campi di Al Mazraq si sono spinti fino alle loro case per valutare i danni alle fattorie e alle altre proprietà.

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) stima che solo un quarto di questi hanno poi deciso di fermarsi nelle loro città o villaggi. La maggior parte sono ancora sfollati e vivono in una situazione di insicurezza, continue schermaglie, mine, mancanza di servizi di base e anche di ripari visto che molte delle abitazioni sono state distrutte o parzialmente danneggiate. Molti degli sfollati interni hanno riferito all’UNHCR di non avere la certezza che questa pace sia duratura. Inoltre sono molto preoccupati per le mine e gli ordigni inesplosi nei loro villaggi.

Questi timori vengono rafforzati dalle continue notizie di incidenti mortali causati dalle mine. Solo in questo mese almeno due bambini hanno perso la vita e altri nove tra bambini e adulti sono rimasti gravemente feriti. Oltre alle perdite in vite umane, questi incidenti stanno ostacolando i rimpatri e la frequenza scolastica nelle aree in cui si è svolto il conflitto. Sono in corso campagne di informazione in tutte le aree che ospitano gli sfollati interni, inclusi i campi, per ridurre al minimo le vittime civili.

Nel frattempo i tre campi per sfollati interni di Al Mazraq continuano a dare rifugio a oltre 27mila sfollati. La maggior parte dei 280mila sfollati in Yemen sono ospiti di amici, parenti o vicini. La situazione di coloro che si trovano nei governatorati di Hajjah e Amran sta diventando insostenibile poiché le famiglie ospitanti e gli sfollati stanno esaurendo velocemente tutte le loro risorse.

Nel governatorato di Hajjah alcuni sfollati interni senza documenti di identità non possono registrarsi presso le autorità e questo li esclude automaticamente da ogni tipo di assistenza umanitaria. Alcune di queste persone sono state intervistate e hanno confermato la difficoltà della situazione. Sono spesso costretti a vendere tutto ciò che hanno, incluso il bestiame.

Il timore dell’UNHCR è che questo gruppo di persone che sta diventando sempre più vulnerabile possa essere vittima di abusi e sfruttamento. L’UNHCR ha chiesto alle autorità yemenite di effettuare la registrazione di queste persone come sfollati interni dando loro la possibilità di accedere all’assistenza umanitaria e di migliorare di conseguenza la loro situazione.

Diventa sempre più difficile soddisfare le necessità degli sfollati interni yemeniti a causa della mancanza di fondi. Tra agosto e dicembre 2009 l’UNHCR ha dato assistenza a 100mila sfollati interni. Finora quest’anno è stato in grado di soddisfare le necessità di circa 50mila sfollati yemeniti. Attualmente rimangono fondi a sufficienza per dare assistenza ad altri 30mila sfollati interni entro la fine di giugno. Se non arriveranno al più presto nuovi fondi, l’UNHCR non sarà in grado di dare protezione, alloggio e assistenza umanitaria a circa 170mila rifugiati e 280mila sfollati interni in Yemen.

La parte spettante all’UNHCR dell’appello consolidato delle Nazioni Unite per lo Yemen del 2010 ammonta a 39 milioni di dollari. Finora è stato ricevuto solo il 35% dei fondi necessari.
Fonte: UNHCR

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