lunedì 12 aprile 2010

Greenpeace: prima vittoria per le Bocche di Bonifacio ma ora servono i fatti.


Greenpeace accoglie con soddisfazione la dichiarazione d’intenti firmata dal Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e dal Ministro per l’Ecologia francese, Jean-Louis BORLOO, sul parco marino delle Bocche di Bonifacio. «Ci sono voluti più di sei mesi perché i ministri rispondessero alla chiara volontà delle comunità locali di proteggere quest’area – sostiene Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace - Ci auguriamo che non si tratti solo di una promessa, ma che questo progetto si traduca presto in una reale tutela dell’area, a partire dal divieto del transito di imbarcazioni con carichi pericolosi».

Durante il 28° vertice italo-francese, i Ministri dell’Ambiente italiano e francese si sono finalmente impegnati ufficialmente a rilanciare il processo di creazione di un parco marino nello stretto che divide Corsica e Sardegna, come richiesto lo scorso agosto nell’appello lanciato a bordo della nave ammiraglia di Greenpeace, la Rainbow Warrior, da amministratori di Sardegna e Corsica.

Creare un parco marino non basta. Quest’area di incredibile valore ecologico e paesaggistico è costantemente sottoposta al rischio di un disastro ambientale. Nelle Bocche di Bonifacio transitano ogni anno più di tremila imbarcazioni cargo, di cui il dieci per cento trasporta sostanze pericolose.

«Il transito di navi con carichi a rischio battenti bandiera italiana e francese è già stato vietato. Se veramente i ministri hanno a cuore la tutela di quest’area è importante che presentino alla prossima riunione dell’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) che si terrà in autunno, una proposta congiunta per inserire lo stretto nell’elenco delle Aree Marine Particolarmente Sensibili (PSSA)» aggiunge Monti.

Le Bocche, inoltre, dovrebbero godere di speciali misure di gestione essendo all'interno del Santuario dei Cetacei "Pelagos”. Purtroppo da anni Greenpeace denuncia lo stato di degrado del Santuario. Nulla è stato fatto per proteggere le popolazioni di balene e delfini che lo abitano, e addirittura il Ministero dell’Ambiente Italiano vi ha autorizzato la costruzione un sito industriale.

«A marzo avevamo protestato contro la costruzione del rigassificatore fuori Livorno, chiedendo al Ministro un incontro per discutere concreti piani di tutela per il Santuario. Anche se l’On. Prestigiacomo non ha risposto a Greenpeace, l’incontro con la Direzione Generale del Ministero sembra aver finalmente sbloccato la situazione. Impegnandosi a proteggere uno dei punti critici del Santuario, l’Italia dimostra di voler fare un primo passo nella giusta direzione. Speriamo che non sia il solo» conclude Monti.

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