mercoledì 7 aprile 2010

Greenpeace: bus anti-Ogm fa tappa al Colosseo


Il tour europeo di Greenpeace contro gli Ogm fa oggi tappa in Italia. Il bus dell’associazione, che raccoglie e diffonde in Europa le testimonianze di agricoltori, autorità e cittadini contro gli Ogm, si ferma all'ombra del Colosseo. Con uno striscione gli attivisti chiedono: “Italia libera da Ogm”.

Molti, nelle precedenti tappe del tour, sono intervenuti firmando direttamente sulla carrozzeria del bus (come hanno già fatto i Ministri del Lussemburgo), registrando video-messaggi all’interno del mezzo allestito come una cucina “tradizionale”, firmando una petizione europea per chiedere una moratoria sull'approvazione degli Ogm. Il bus “No Ogm” arriva a Roma dall’Ungheria e nei prossimi giorni toccherà la Francia. Le testimonianze raccolte saranno poi trasferite prima a Zapatero in Spagna - attuale referente della presidenza europea - e in seguito a Bruxelles da Barroso, quale presidente della Commissione Ue.

Alla manifestazione parteciperanno tutte le organizzazioni aderenti alla task force “Per un'Italia libera dagli Ogm” (Coldiretti, Cna Alimentare, Cia, Aiab, Amab, Legacoop, Lega Pesca, Unci, Federconsumatori, Adusbef, Adoc, Codacons, Movimento difesa del cittadino Legambiente, Wwf, Greenpeace, Vas, Fondazione Univerde, Slow Food, Acli, Crocevia, Focsiv, Greenaccord, Federparchi, Campagna Amica, Città del Vino).

«La Commissione di Barroso sta sguazzando in un pericoloso esperimento genetico, cercando di imporre con la forza gli Ogm ai cittadini europei - afferma Federica Ferrario, responsabile della Campagna OGM di Greenpeace. - L'Italia non vuole e non ha bisogno di Ogm, chiediamo al Governo italiano di adottare con urgenza le clausole di salvaguardia nazionale per impedire la coltivazione in Italia di mais e patate transgenici, e a livello europeo l'adozione di una moratoria sull'approvazione degli Ogm. Un atto dovuto per preservare la nostra agricoltura e il nostro cibo dai pericoli e dalle contaminazioni legate agli organismi geneticamente modificati» conclude Ferrario.

Secondo Greenpeace è il momento di ribadire nuovamente che gli europei non vogliono Ogm nei loro piatti, ma cibo sano e la promozione di un'agricoltura sostenibile, in grado di fornire alimenti sicuri e nutrienti per tutti, evitando rischi inutili e senza logorare le risorse naturali dalle quali tutti dipendiamo.

La coltivazione di Ogm fa parte di un modello antiquato di agricoltura intensiva, che continua a utilizzare sostanze chimiche dannose per l'ambiente, non incrementa le rese e non fornisce soluzioni per la crisi alimentare e i cambiamenti climatici, continua invece a esporre a rischi imprevedibili la salute umana e animale.


Fonte: Greenpeace

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