venerdì 16 aprile 2010

BANCHE: IL COSTO MEDIO DEI CONTI CORRENTI CONTRABBANDATO DALL’ABI E PARI A 103 EURO L’ANNO E’ BUFALA COLOSSALE!


L’Abi deve smetterla di raccontare favole agli italiani sul costo dei conti correnti bancari, che sarebbero addirittura diminuiti negli ultimi 4 anni addirittura del 29,3%,in costanza di nuove commissioni ed ordinari balzelli anche di 3 euro per singola operazione di prelevamento contante agli sportelli e che si attesterebbero a 103,1 euro l’anno.

Adusbef non cita i suoi dati sui costi medi di un conto corrente pari ad oltre 5 volte le frottole raccontate dall’Abi con 11 operazioni mensili,138 l’anno,ma la ricerca accurata della commissione europea che non più tardi di 6 mesi fa aveva registrato che i conti correnti italiani, con costi medi pari a 253 euro per lievi movimentazioni e di ben 831 euro per i grandi utilizzatori, oltre alla mancanza di una minima trasparezna erano in assoluto i più cari d’Europa.

Basta cliccare sul sito della commissione europea :
http://ec.europa.eu/consumers/rights/fin_serv per leggere la relazione ed accorgersi con una semplice calcolatrice che per 193 operazioni l’anno,contabilizzate ad un costo medio di 2,10 euro per singola operazione, si arriva ad oltre 405 euro solo per le voci di singola scrittura,senza contare i costi dei bonifici,dei pagamenti delle rate di mutuo, dell’invio estratto conto e di 3 euro per effettuare ogni singolo prelievo in contante negli sportelli di primarie banche.

Questi i dati di una commissione europea che nel monitorare i costi dei servizi bancari nei paesi membri,non aveva nessuno spirito punitivo né di parzialità o di favore verso l’Italia.

In alcuni paesi UE i consumatori pagano notevolmente di più per il loro conto corrente che in altri paesi. I prezzi dei conti correnti di uso generale vanno da ben 253 EUR in Italia a soli 27 EUR in Bulgaria. Per i "grandi" utilizzatori la differenza è ancora più rimarchevole: si va da un massimo di 831 EUR in Italia a un minimo di 28 EUR in Bulgaria. L'Austria, la Francia, l'Italia e la Spagna presentano risultati insoddisfacenti sul piano della trasparenza e sono tra i paesi più costosi per quanto concerne i servizi bancari. La Bulgaria, i Paesi Bassi, il Belgio e il Portogallo si collocano alla base della scala in termini dei costi dei conti correnti.
I consumatori di paesi in cui le strutture dei prezzi sono opache tendono a pagare di più per i conti bancari.

2. Informazioni e consulenze I consumatori trovano in molti casi le informazioni precontrattuali difficili da comprendere. Informazioni "incomprensibili" e "insufficienti" sono i principali ostacoli all'acquisto transfrontaliero di servizi finanziari.

Il 79% dei cittadini europei esige informazioni standardizzate chiare e comparabili come ad esempio quelle previste nella nuova direttiva sul credito al consumo. Vi sono sempre più prove del fatto che i consumatori spesso non ricevono la consulenza adeguata sui servizi finanziari. Ad esempio, dai dati della Germania emerge che i consumatori revocano prematuramente il 50-80% di tutti gli investimenti a lungo termine a causa di una consulenza inadeguata, il che determina una perdita stimata di 20-30 miliardi di euro all'anno.

Coloro c he vendono prodotti finanziari possono non avere una conoscenza sufficiente dei prodotti per consigliare efficacemente i consumatori. I funzionari di banca si trovano spesso ad operare in un conflitto d'interessi implicito.
3. Cambi di banca Per quanto concerne gli attuali conti correnti bancari i tassi di passaggio dei clienti da una banca all'altra rimangono bassi situandosi al 9% per il biennio 2007-2008 , rispetto ad esempio al 25% di cambio di assicuratore che si registra per le assicurazioni automobilistiche.

Riportare acriticamente le veline dell’Abi, sulla diminuzione dei costi dei conti correnti che invece continuano ogni giorno ad aumentare, e le fonti dello stesso sito Patti Chiari che consigliava i titoli Lehman Brothers in grave conflitto di interesse poiché inaffidabili da almeno 12 mesi prima per la lievitazione al rialzo dei CDS (Credit Default Swap) sulle Lehman ed altri titoli tossici contrabbandati come sicuri, per sconsigliare i titoli di Stato italiani perché inaffidabili,è una operazione che asseconda la propaganda dei banchieri, ma non offre un buon servizio alla completezza ed alla indipendenza dell’informazione, con grave lesione dei diritti di consumatori ed utenti.

Fonte Adusbef

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