giovedì 4 febbraio 2010

Sudan: il presidente al Bashir potrebbe essere accusato di genocidio


Amnesty International ha reiterato la sua richiesta alle autorità sudanesi di arrestare immediatamente il presidente Omar al Bashir, dopo che la Corte penale internazionale (Icc) ha deciso, il 3 febbraio, di invertire la decisione secondo cui le prove per accusare il presidente sudanese di genocidio in Darfur erano insufficienti.

Nel marzo del 2009, l'Icc aveva emesso un mandato di arresto per crimini contro l'umanità e crimini di guerra contro il presidente al Bashir, ma non per il crimine di genocidio poiché la Camera pre-processuale dell'Icc aveva applicato standard di valutazione delle prove troppo alti. L'appello presentato dal procuratore Luis Moreno-Ocampo contro questa decisione ha avuto successo.

"La Camera pre-processuale deve ora riesaminare le prove contro il presidente al Bashir per decidere se può essere accusato di genocidio" - ha affermato Christopher Keith Hall, consulente legale di Amnesty International.

Nel frattempo, Amnesty International continua a sollecita il presidente al Bashir a consegnarsi alla giustizia per essere sottoposto a processo per i crimini di guerra e contro l'umanità di cui è accusato.

"Il presidente al Bashir, accusato di essere responsabile di crimini contro uomini, donne e bambini, compresi omicidio, stupro, tortura e trasferimenti forzati, sta sfuggendo alla giustizia internazionale" - ha continuato Hall.

In questi ultimi mesi, il presidente al Bashir ha viaggio in diversi paesi dopo essere stato incriminato, ma non è stato mai arrestato. Tutti gli stati firmatari dello Statuto di Roma, che ha istituito l'Icc, hanno l'obbligo di arrestare il presidente al Bashir, quando si trova sul loro territorio, e di consegnarlo immediatamente alla Corte. Gli stati che non hanno ancora ratificato lo Statuto non devono offrire al presidente al Bashir un rifugio sicuro.

Il mandato di arresto nei confronti del presidente Omar al Bashir è stato emesso dall'Icc il 4 marzo 2009 per il ruolo avuto nel conflitto in Darfur, che ha provocato oltre 300.000 morti, migliaia di stupri e milioni di sfollati.

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