domenica 7 febbraio 2010

Censis: più dell'80% degli italiani dice sì alle cure mediche per gli immigrati anche irregolari


Otto italiani su dieci si dicono favorevoli all'estensione del Servizio sanitario nazionale agli immigrati irregolari. E' quanto emerge da un'indagine del Censis nella quale si rileva che più dell'80 per cento degli italiani ritiene che anche gli immigrati irregolari debbano avere accesso ai servizi sanitari pubblici.

A volere la sanità pubblica anche per i clandestini è l’86,1% dei residenti al Sud, il 78,7% al Centro, il 78,4% al Nord-Est e il 75,7% al Nord-Ovest. Dello stesso parere oltre l’85% degli italiani laureati, l’83,1% dei 30-44enni e più dell’85% dei residenti nelle città con 30 mila-100 mila abitanti.

Perché garantire la sanità anche agli immigrati irregolari? Il 65,2% degli intervistati ritiene che la tutela della salute sia un diritto inviolabile, quindi curare tutti è un atto di solidarietà irrinunciabile. Una scelta valoriale, dunque, che prevale in modo trasversale nel territorio nazionale e nel corpo sociale. È l’opinione soprattutto dei residenti nelle regioni del Mezzogiorno (quasi il 74%) e dei laureati (quasi l’80%). Risalendo la penisola diminuisce la quota di intervistati che parlano della salute come diritto irrinunciabile per tutti, mentre aumentano quelli convinti che occorre assicurare la sanità anche ai clandestini e agli irregolari perché altrimenti ci sarebbe il serio rischio di epidemie incontrollate. La pensa così poco più del 12% dei residenti al Sud, il 15,4% al Nord-Ovest, il 15,8% al Nord-Est e oltre il 19% al Centro. Questa opinione è diffusa anche tra chi dichiara di avere una salute pessima (e presumibilmente utilizza di più le strutture sanitarie) e tra chi possiede un basso titolo di studio.

Chi è contrario e perché. Meno del 20% degli italiani è contrario a garantire l’accesso al Servizio sanitario nazionale a clandestini e irregolari. Si tratta di poco più del 24% dei residenti al Nord-Ovest, del 24,8% delle persone con basso titolo di studio, di oltre il 24% di chi vive nelle grandi città, con più di 250 mila abitanti. Solo per il 13% degli intervistati, clandestini e irregolari non hanno diritto alla sanità perché non pagano le tasse; per poco più del 5% perché fanno aumentare in modo insopportabile i costi della sanità.

Immigrati e salute. La popolazione immigrata è mediamente più giovane e in salute di quella italiana. Per il momento gli stranieri utilizzano meno le strutture sanitarie (si stima in circa il 65% la quota degli stranieri presenti sul territorio italiano iscritti al Servizio sanitario nazionale), che per loro significano soprattutto Pronto soccorso (il 5,7% vi si è recato negli ultimi tre mesi rispetto al 3,3% degli italiani) e ricoveri d’urgenza, piuttosto che prevenzione e visite specialistiche.

Per il futuro, una maggiore integrazione degli immigrati comporterà anche livelli più alti di tutela della loro salute, in linea con gli standard degli italiani: occorre preparare quindi il Servizio sanitario nazionale in termini di risorse e di competenze.

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