sabato 6 febbraio 2010

Bonanni: "Più forti sanzioni internazionali contro il regime di Teheran"

Si è svolto il sit -in organizzato da CGIL CISL UIL di fronte alla Ambasciata della Repubblica Islamica di Iran a Roma, per protestare "contro le continue violazioni dei diritti politici e sindacali, la discriminazione nei confronti delle donne, delle minoranze religiose ed etniche, diritti repressi con la violenza e l'arbitrio" e per chiedere al Presidente Ahmadinejad, "come gesto distensivo e pacificatore, la cancellazione delle condanne a morte e la liberazione dei dissidenti arrestati".

"L'Italia deve condannare senza mezzi termini il regime dittatoriale iraniano e deve impegnarsi perché ci siano forti sanzioni a livello internazionale". E' quanto ha chiesto il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, intervenendo alla manifestazione di protesta. "In Iran - ha sottolineato Bonanni - la situazione è drammatica, non ci sono libertà civili e sindacali, gli oppositori vengono arrestati e le proteste represse con numerose sentenze capitali. Noi - ha aggiunto - condanniamo con tutto il vigore questa situazione e speriamo che in Italia e in tutto il mondo si levi la protesta contro questo regime liberticida".

Secondo Bonanni "è ora che la comunità internazionale si renda conto che questo regime va fermato anche per quanto riguarda la minaccia dell'escalation nucleare. Chiediamo al governo italiano di stigmatizzare questi comportamenti e di impegnarsi perché ci siano sanzioni a livello internazionale". Il leader della Cisl ha poi ricordato "come ci siano aziende occidentali che forniscono tecnologie sofisticate anche in campo militare a Teheran e questo è inquietante. Serve perciò che tutti i paesi europei tagliano i legami economici e commerciali con quel regime perché alla lunga ci si ritorceranno contro".

Per Bonanni "l'Onu e tutti gli altri paesi devono muoversi come un sol uomo. A distanza di otto mesi dall'ultima protesta noi siamo qui con Cgil e Uil che ringrazio per reclamare libertà, libertà, libertà per quel popolo e una ferma condanna per quel regime".

Nessun commento:

Posta un commento