mercoledì 17 febbraio 2010

Acqua: non si utilizzi la riduzione della dispersione nella rete idrica come alibi per la privatizzazione.


La volontà del Ministro Ronchi di combattere la dispersione dell’acqua a causa di una gestione inefficiente è condivisibile, ma la via da intraprendere per contrastare tale fenomeno non può e non deve essere quella della privatizzazione!

A testimoniare l’assurdità di tale situazione è il caso delle province siciliane dove, nonostante la gestione del servizio idrico sia privatizzata, la rete è ancora un vero e proprio “colabrodo” con una dispersione che, in alcuni casi, raggiunge il 53%.

Con l’ipotesi di privatizzazione, inoltre, i costi per rendere maggiormente efficiente la rete verrebbero scaricati sui cittadini che, nelle province in cui la privatizzazione è avvenuta, già pagano estremamente caro tale servizio.

Alla luce di tale questione e delle scuse adottate per motivare la volontà di lasciare la gestione del servizio idrico in preda ad interessi e tornaconti privati, ribadiamo l’iniziativa, già in fase avviata, della raccolta di firme per un referendum abrogativo, in caso di mancata modifica delle norme sulla privatizzazione dell’acqua previste dal Decreto Ronchi.

A tale iniziativa hanno già aderito, a fianco di Adusbef, Federconsumatori e Movimento Consumatori, importanti associazioni della società civile.

Invitiamo pertanto le forze politiche a modificare tale decreto che, oltretutto, rappresenta un vulnus alla partecipazione democratica al processo decisionale. L’intervento su una tematica così delicata e vitale quale l’acqua, risorsa fondamentale, considerata un bene dell’umanità, non può prescindere dalla condivisione e dal coinvolgimento delle forze politiche e dei cittadini.

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