martedì 26 gennaio 2010

Salute: Coldiretti, in vendita latte cinese tossico. Serve etichetta


Il fatto che a distanza di un anno dallo scandalo, sia di nuovo in vendita latte cinese alla melamina nei supermercati, dimostra che non è più rinviabile il via libera dell’Unione Europea al Decreto del Ministero delle Politiche Agricole sull'obbligo di indicare l'origine in etichetta per latte e derivati e sul divieto dell'uso delle polveri per la produzione di formaggi.

E’ quanto afferma la Coldiretti, in riferimento alla scoperta da parte degli Ispettori cinesi di latte contaminato prodotto nel 2009 ed in vendita sugli scaffali di un supermercato.

Lo scorso anno - ricorda la Coldiretti - il latte alla melamina provocò l’intossicazione di trecentomila persone e la morte di sei bambini cinesi con un allarme che si è esteso rapidamente in tutto il mondo e che portò alla scoperta anche in Italia di latte proveniente dal gigante asiatico. Con la mobilitazione alle frontiere della Coldiretti è stata ottenuta la presentazione da parte del Ministro Luca Zaia del Decreto, ancora al vaglio dell'Unione Europea, che obbliga a indicare l'origine del latte impiegato nel latte a lunga conservazione e in tutti i prodotti lattiero caseari, ma vieta anche l'impiego di polveri di caseina e caseinati nella produzione di formaggi.

Di fronte all'ampliarsi dell'allarme sui rischi dei prodotti cinesi occorre - sostiene la Coldiretti - estendere l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti per favorire i controlli, permettere l'immediato ritiro dal mercato dei prodotti eventualmente pericolosi e garantire così la sicurezza dei cittadini. Lo scandalo del latte contaminato da melamina - conclude la Coldiretti - è solo l'ultima conferma della presenza di gravi difficoltà da parte del gigante asiatico di adeguarsi alle norme di sicurezza alimentare nel rispetto degli impegni assunti a livello internazionale dopo la messa sotto accusa per i rischi alla salute di dentifrici, alimenti per animali domestici a causa della presenza irregolare di melamina tossica, anguille, pesce gatto, ma anche succhi e conserve con pericolosi additivi.

Secondo l'indagine Coldiretti - Swg sulle abitudini degli italiani la quasi totalità dei cittadini (97 per cento) considera necessario che debba essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti.

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