martedì 8 dicembre 2009

UNHCR: la metà dei rifugiati del mondo vive nelle città, appello ai sindaci per la tutela dei diritti




Almeno il 50 per cento dei 10 milioni e mezzo di rifugiati che rientrano nel mandato dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) vive nelle città di tutto il mondo. Gli sfollati e i rifugiati rimpatriati che vivono in città sono almeno il doppio.

“Dobbiamo abbandonare l’immagine superata secondo la quale la maggior parte dei rifugiati vive nei campi sotto le tende dell’UNHCR - Sempre più rifugiati vivono nelle città.” ha dichiarato António Guterres in vista dell’annuale ‘Dialogo dell’Alto Commissario ’ che si svolgerà a Ginevra il 9 e 10 dicembre 2009 e che quest’anno verterà sulle sfide in materia di protezione nei contesti urbani. Il giorno precedente, 8 dicembre, si svolgerà sempre a Ginevra una Tavola Rotonda con i sindaci di più di 20 città del mondo e alla quale parteciperà per l’Italia Sergio Chiamparino in veste di sindaco di Torino e presidente dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani).

Come gli altri 3 miliardi e 300 milioni di persone nel mondo, anche i rifugiati si spostano continuamente verso le città, principalmente nei paesi in via di sviluppo, una tendenza che è in costante accelerazione dagli anni ‘50.

I rifugiati hanno gli stessi diritti dovunque siano costretti a fuggire,” ha detto Guterres, “e hanno diritto a ricevere nelle città le stesse tutele e gli stessi servizi di cui hanno tradizionalmente potuto beneficiare nei campi.”

Secondo stime recenti la capitale afghana Kabul è cresciuta di sette volte dal 2001 e molti dei nuovi arrivati sono rifugiati rientrati da Iran o Pakistan, o sfollati in fuga dalla violenza nelle aree rurali del paese.

Bogotà in Colombia e Abidjan in Costa d’Avorio hanno assorbito centinaia di migliaia di vittime dei conflitti armati che abitano nei bassifondi delle città privi di servizi.

In Medio Oriente, Damasco in Siria e Amman in Giordania forniscono riparo a centinaia di migliaia di iracheni costretti ad abbandonare il loro paese.

L’esperienza dell’UNHCR permette di avere un quadro dei rifugiati che tentano di sopravvivere nei contesti urbani. Costretti a vivere in quartieri poveri e bidonville sovraffollate, con uno accesso limitato o inesistente ai servizi sociali e medici, la maggior parte di queste persone sono costrette ad arrangiarsi nel settore informale dell’economia, dove sono soggetti a sfruttamento. Molti individui preferendo rimanere “invisibili” per paura di essere deportati e questo rende problematica la registrazione e l’identificazione.

L’arrivo di numerosi sfollati nelle città pone ulteriore pressione sulle risorse pubbliche già scarse come la salute e l’istruzione e può portare ad un aumento dei prezzi per i beni di prima necessità come il cibo e l’alloggio.

I rifugiati nelle città vivono a fianco dei cittadini locali e dei migranti che si sono spostati nelle aree urbane in cerca di migliori standard di vita. Si tratta di tre gruppi differenti di persone che affrontano le difficili circostanze del vivere quotidiano in comunità prive anche di forme minime di assistenza sociale di base. La maggior pressione sulle infrastrutture, sull’ambiente, sul settore abitativo e sui servizi sociali in comunità già in difficoltà rischiano di creare tensioni fra i rifugiati e le popolazioni locali - e nel peggiore dei casi, possono generare xenofobia con risultati catastrofici. In questo contesto fragile ed instabile l’UNHCR si trova ad affrontare la più complessa delle sfide, quella di identificare ed entrare in contatto con i rifugiati.

“Sebbene si tratti di un problema globale, le condizioni variano da regione a regione così come varia la risposta delle autorità locali. Ecco perché, oltre a collaborare con i governi nazionali, vogliamo evidenziare il ruolo chiave dei sindaci e delle autorità comunali. Ci rivolgiamo a loro in particolare per rafforzare un sistema di inclusione che passi per la conoscenza reciproca fra rifugiati e popolazione locale. Gli amministratori locali possono fare in questo una grande differenza,” ha detto Guterres.

La nuova politica dell’UNHCR sulla "protezione dei rifugiati nelle aree urbane e sulle relative soluzioni” dell’UNHCR fa appello agli Stati, agli enti locali e ai sindaci, alle agenzie umanitarie e alla società civile affinché prendano atto di questa nuova realtà e uniscano le forze per affrontare insieme le sfide sollevate dal numero crescente di rifugiati che vivono nelle città di tutto il mondo.



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