martedì 1 dicembre 2009

Afghanistan: aiuti dell’Unhcr per l’inverno imminente

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha iniziato a Kabul la distribuzione di coperte, abiti pesanti, carbone e altri articoli per l’inverno a 1.500 rimpatriati e sfollati interni in condizioni di grave necessità, come parte di un programma volto ad aiutare circa 200.000 afghani vulnerabili ad affrontare le avversità dell’inverno.

L’UNHCR aveva già collocato le scorte per l’inverno in Afghanistan sulla base di una precedente valutazione dei bisogni di decine di migliaia di famiglie in tutto il Paese. Il pacchetto di aiuti varia a seconda delle località e in base alle necessità, ma comunque comprende teli di plastica, coperte e taniche come articoli di base. Oltre 177.000 coperte, 60.000 teli di plastica e 620.000 capi d’abbigliamento pesanti, compresi scialli, maglioni, scarpe e calzini sono stati raccolti e inviati agli uffici regionali dell’UNHCR per la distribuzione in tutto il Paese.

Le scorte sono state dislocate in aree strategiche in cui si prevede un inverno più rigido, come la regione occidentale, che diverrebbe inaccessibile con pesanti nevicate. L’UNHCR ha avviato una collaborazione con il governo e con i partner locali per assicurarsi che gli aiuti possano arrivare anche nelle aree meno accessibili.

I beneficiari di questi aiuti saranno persone particolarmente vulnerabili, come i rifugiati rimpatriati di recente e gli sfollati interni, e anche i soggetti più a rischio per la rigidità del clima invernale – come i disabili, gli anziani e le madri single. Le temperature a Kabul possono crollare fino ai 20 gradi sotto lo zero a gennaio, il mese più freddo. In altre regioni, come quella degli altipiani centrali, le temperature invernali scendono anche al di sotto dei 30 gradi.

Alcune delle 250 famiglie disagiate che oggi riceveranno gli aiuti invernali dell’UNHCR a Kabul sono composte da rifugiati rimpatriati che non possono stare o tornare nei loro villaggi d’origine a causa della mancanza di lavoro, di inimicizie personali, o perché la loro famiglia è cresciuta durante gli anni di esilio e ora non c’è abbastanza terra o spazio nelle loro vecchie case. Un gruppo di 60 famiglie vive ora in un ex asilo abbandonato a Kabul, senza acqua corrente né elettricità, in piccole stanze con tende di plastica per coprire i buchi nei muri come unica protezione dal freddo.
Alcune di queste persone sono state tra le prime a tornare in Afghanistan nel 2002 dopo la caduta del regime talebano, ma si apprestano ora ad affrontare l’ottavo rigido inverno in condizioni estremamente disagiate. Lottano continuamente per nutrire le proprie famiglie e per dare un minimo di istruzione ai propri figli.

Il programma di aiuti per l’inverno è frutto degli sforzi congiunti dell’UNHCR e dei suoi partner e del governo afghano. Il programma proseguirà nelle prossime settimane e dovrebbe concludersi entro la fine di dicembre.

Dal 2007 la strategia di assistenza per l’inverno dell’UNHCR si è basata sull’opportunità di fornire strumenti di prevenzione piuttosto che intervenire in seguito a un’emergenza. Distribuendo abiti pesanti, scarpe e altri articoli invernali all’inizio della stagione, l’UNHCR spera di limitare le malattie e le difficoltà che colpiscono le persone più vulnerabili.

L’UNHCR si è anche appellato ad altre agenzie e ai donatori privati affinché sempre più persone possano beneficiare degli aiuti per quest’inverno.

Ha chiesto ai donatori di indirizzare la loro assistenza alle comunità più periferiche, come quella di sfollati interni a Ghazni e dei rifugiati rimpatriati di recente a Logar e Wardak, alcuni dei quali ancora non hanno terre né case.
Fonte:UNHCR

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