venerdì 11 dicembre 2009

“Abbiamo sete”: Babbo Natale consegna un regalo dei Boscimani al governo del Botswana



Ieri, nella giornata ONU per i Diritti Umani, Babbo Natale ha consegnato all’Alto Commissariato del Botswana a Londra un regalo speciale da parte dei Boscimani del Kalahari.


I funzionari del Botswana hanno ricevuto una bottiglia d’acqua avvolta in una splendida carta da regalo e un etichetta recante la scritta “Abbiamo sete”. A distanza di tre anni dalla vittoria dello storico caso giudiziario con cui l’Alta Corte del Botswana ha sancito il diritto dei Boscimani del Kalahari a vivere nelle loro terra, infatti, il governo continua a negare loro l’accesso all’acqua.

Nel 2002, i Boscimani avevano trascinato il governo del Botswana in tribunale accusandolo di averli sfrattati dalla Central Kalahari Game Reserve (CKGR) contro la loro volontà. Il processo, che diventò presto il più lungo e il più costoso della storia del paese, si chiuse il 13 dicembre 2006 con una sentenza storica, che riconobbe che i Boscimani erano stati cacciati “illegalmente” e che potevano quindi tornare a casa.

A tre anni di distanza dal verdetto, i Boscimani sono stati costretti a intraprender una nuova causa giudiziaria per vedersi riconoscere il diritto di attingere acqua nella riserva, loro terra ancestrale. Il governo sta promuovendo il turismo nella loro terra, e ha autorizzato una società di safari a costruirvi un complesso turistico con piscina. Ma contemporaneamente, ai Boscimani viene ancora negato il diritto di accedere al loro unico pozzo, cementato dalle autorità all’epoca degli sfratti, e sono costretti a compiere un viaggio di 400 km per andare a procurarsi l’acqua al di fuori della riserva.

Consegnando il regalo all’Alto Commissariato del Botswana, Babbo Natale ha commentato: “Auguro al governo del Botswana un Natale veramente felice, e spero vivamente che voglia festeggiare insieme ai Boscimani permettendo loro di esercitare il più basilare dei diritti umani: quello di accedere all’acqua nella propria terra”.

Nel mese di marzo, anche il relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni aveva visitato le comunità boscimani del Kalahari confermando la loro mancanza di accesso all’acqua.

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