mercoledì 21 ottobre 2009

Svizzera. Assistenti sessuali per portatori di handicap e in Italia sono ancora discriminati.


È vero che in Italia parlare di sesso per i connazionali più sfortunati, i diversamente abili, è pura utopia. Se la classe politica italiana non prevede ancora l’assistenza elementare o l’abbattimento delle barriere architettoniche, figuriamoci se si azzarda a promulgare una legge che preveda gli assistenti sessuali per i diversamente abili come accade in Svizzera. Ma in Italia purtroppo, accade che la classe politica promulga leggi proibizionistiche per non suscitare l’ira della Chiesa che, sebbene abbia il diritto di esprimere la sua opinione, non dovrebbe assolutamente influenzare le scelte politiche del Governo.

In Italia per mezzo milione di persone con disabilità grave la vita è dura: la maggior parte rimane ancora poco integrata e con scarsa prospettiva occupazionale. C’è un dato però molto significativo: quello della loro sempre più massiccia presenza a scuola. Tanto che in un decennio, dall'anno scolastico 1997/98 al 2006/2007 siamo passati da 113mila iscritti a ben 174mila. Pari ad un incremento superiore al 50%.

In una realtà in cui il concetto di integrazione della persona disabile si concretizza ancora spesso in manifestazioni di emarginazione fisica e psicologica o in una noiosa e sterile retorica, molto sentita appare l'esigenza di affrontare in modo chiaro e aperto un argomento come quello della sessualità.

Una signora conosciuta questa estate, di cui vi ho dato conto su agoravox , mi ha inviato la seguente lettera che pubblico con grande affetto per esserle vicino e per cercare di sensibilizzare la classe politica affeccendata per altre questioni che non riusciamo a comprendere.

“Sapete cosa si sente dire più spesso da un insegnante la madre di un ragazzo disabile, e per giunta in età adolescenziale?

"Signora, suo figlio ha dei problemi!". E quella madre nel suo cuore sorride, si, di un sorriso ironico e pensa: "Davvero? Chissà come mai non me ne sono mai accorta..."

Quella madre lo sa benissimo che problemi ha suo figlio, è dalla sua nascita che, giorno dopo giorno, lo ha visto crescere osservando con occhi attenti e angosciati ogni più piccolo segno che le faceva capire che quel suo bambino aveva qualcosa di diverso. Lei non ha mai avuto bisogno di conferme, lei ha sempre saputo che lui sarebbe cresciuto diversamente dagli altri; la medicina e i dottori le sarebbero solo serviti per sapere dalle diagnosi cosa era intervenuto,nel corpo di quel bambino, ad impedirne la normale crescita e sviluppo cognitivo.

Chilometri di referti, pareri, consulenze specialistiche riempiono i suoi cassetti, ma nessuna risposta riuscirà mai ad acquietare la sua angoscia, né i suoi sensi di colpa.

Intanto la sua vita avanza di pari passo con quella del figlio, una vita di abnegazione assoluta per aiutarlo a superare tutte le difficoltà, per gioire del più piccolo progresso, per lottare contro la paralisi e per i diritti che dovrebbero essergli riconosciuti.

Ogni battaglia vinta vede la madre e il figlio camminare insieme e sorridere insieme, ma la guerra non sarà mai finita...

Poi lui cresce, e lei piano piano lo vede cambiare, quel suo bambino non ha più la sua bella vocina che le ha sempre sciolto il cuore, ma ora ha una voce da uomo e anche il suo corpo si trasforma: la prima peluria, poi il pube, il torace e le spalle... eccolo diventato un uomo e tutto cambia.

Il suo ragazzo ora frequenta il liceo, non le si avvicina più come prima, ora sta spesso nella sua stanza solo e preso da silenzi che le danno i brividi. Torna da scuola sempre più nervoso, non racconta mai nulla e spesso è colto da crisi d'ira incontrollabili che riversa su di lei... sta chiedendo aiuto e lei è impotente e disperata.

Quel suo ragazzo sta vivendo come gli altri suoi coetanei la scoperta della sessualità, ma lui non si sente diverso, è diverso.

Non sa cosa fare, si avvicina a lei ora, quasi a cercarla, con carezze non più da bambino... ma lei sa che non può fare anche questo per lui.

Non basta il padre, non basta la psicologia, nulla sembra possa aiutarlo... si prova a lasciarlo fra gli altri ragazzi come è sempre stato, fin dai tempi più antichi. Ma un giorno torna a casa più nervoso del solito, non parla più, e se sollecitato pronuncia parole oscene e fa gesti altrettanto osceni.

La speranza le fa credere che alla fine lo abbiano fatto partecipe delle loro esperienze, che gli abbiano parlato di certe cose e che insieme gli abbiano fatto capire o dato risposte.

Allora lei prova con delicatezza e finta disinvoltura a chiedergli se lui sa di cosa stia parlando e cosa stia facendo, e lui con un candore impressionante e che le fa provare brividi lungo la schiena le risponde quell'inatteso e agghiacciante: "No".
"Mamma, mi dicono loro di dire e fare così e poi ridono, ridono, ridono..."

Le si blocca il respiro e finalmente capisce che è accaduto ciò di cui aveva sempre avuto paura: il suo ragazzo era stato preso di mira come giullare dal branco, quel ragazzo diverso, così semplice, ingenuo e sicuramente anche un po' tonto... doveva per forza essere così, sta su una sedia a rotelle... come resistere alla tentazione dello scherno collettivo?

E lei che si sentiva male ogni volta che vedeva simili episodi accadere e trasmessi da Striscia la notizia, lei ora è impietrita, non sa cosa fare, riesce a sorridere e a parlare con suo figlio tranquillizzandolo, ma lacrime amare le stanno scorrendo nel cuore.

Decide in intervenire immediatamente, intende chiedere aiuto alla scuola, chiede un incontro con il Preside, con gli insegnanti e chiede anche un colloquio con gli studenti.

Lei vuole parlare a loro di suo figlio, renderli consapevoli della sua malattia e delle sue esigenze, e della sua normalità nella disabilità, perché sa che solo abbattendo le barriere dell'ignoranza su questo argomento tabù si può riuscire ad avvicinarsi a questa realtà senza alcuna paura.

Voi pensate che sia riuscita nel suo intento? Certamente no... le è stata negata questa possibilità, ritenendo più opportuno applicare un intervento disciplinare punitivo, che lei non si auspicava, per risolvere il problema.

Risultati inevitabili? Allontanamento dei compagni dal ragazzo, la maniera più semplice per evitare problemi.

Danno su danno, il ragazzo ora non capisce cosa succede, è tornato ad essere solo, nessuno si siede vicino al suo banco e un'umiliante condiscendenza gli viene propinata dagli insegnanti.
Ma la situazione per la scuola ora è tranquilla e quindi la madre deve restare dietro le quinte, il suo ragazzo è sempre più nervoso e solo ed ora anche infelice, ogni suo gesto o parola è sintomo di sofferenza.

Passa qualche tempo ed un giorno torna col sorriso, non aveva mai sorriso così e a lei il cuore fa le capriole. Gli chiede ansiosa cosa sia successo e lui: "Mamma, ho conosciuto una ragazza bellissima! Mi sono innamorato di lei e voglio che sia la mia ragazza."
Lei cerca immediatamente di sapere, ma impiega pochi minuti a capire... una ragazza, certamente gentile e sensibile, fra le altre lo ha notato, si è avvicinata a lui e lo ha salutato sorridendogli.

Lui sembra aver ritrovato la gioia di andare a scuola solo per vederla, per ricevere quel sorriso, un bacio e un'insperata carezza. Ma nessun sintomo di infatuazione in lei, solo una spontanea tenerezza perché le dispiace dare una delusione a quel ragazzo già così sfortunato e allora continua la dolce finzione per assecondarlo”.

Leggendo questa lettera, si riesce a capire la drammatica solitudine che si trovano a vivere le famiglie ed in modo particolare le mamme che hanno ragazzi diversamente abili.
La classe politica italiana cosa pensa di fare di concreto oltre ai soliti proclami vuoti di contenuti e ai tagli alla sanità e per gli insegnanti di sostegno?

La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, ha realizzato una pubblicazione con il contributo della Commissione europea, in occasione dell’anno europeo delle pari opportunità per tutti.

Questa pubblicazione e le leggi vigenti vengono disattese dalla classe politica come dimostra il seguente video.

L'immagine è stata reperita all'indirizzo www.tafter.it/.../diversamente-abili-al-museo/

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